Sandra Milo ha già deciso «Chiamatemi pure giudice»
Sandra Milo ha già deciso «Chiamatemi pure giudice» Nella giuria al femminile del Festival di Taormina Sandra Milo ha già deciso «Chiamatemi pure giudice» TAORMINA — « Vi prego, chiamatemi giudice, non giurata. Lo preferisco, mi piace giudicare. Forse perché sono sempre stata giudicata: dai produttori, dai registi, dalla critica, dal pubblico. Questa è la mia rivincita e me la godo-. Sandra Milo è piacevole da ascoltare e ancora molto bella da vedere. Si trova a Taormina quale componente della giuria (tutta femminile) della rassegna cinematografica e pare molto soddisfatta del suo ruolo anche se in spiaggia non è certo parata da giudice. Indossa un costume intero ma molto sgambato color oro; alla vita piccolissima da «pin up girl» Anni 50 porta un cinturone dorato che le fa prorompere il seno che è un signor petto, come usava una volta; le gambe ben tornite non hanno ombra di cellulite. Forse il viso risente di più della botta del tempo, ma il naso impertinente potrebbe essere un modello per tanti nasi rifatti. Sembra cosi serena adesso, una volta lo era di meno? Alla Mostra di Venezia quando presentarono Vanirla Vanini di Rossellini i critici che lo avevano visto in anteprima la davano come sicura vincitrice della Coppa Volpi: 'A Venezia ero stata lì per acciuffare la Coppa Volpi per il mio primo film impegnato — Adua e le compagne di Pietrangeli — la storia di quattro pro stitute. Una era Simone Signoret che non poteva prenderla perché doppiata. La giuria diede, 5 voti a me, 5 a Shirley MacLaine per la sua interpretazione ne L'appartamento. Rifecero le votazioni e vinse l'americana. Ma io ero felice, non mi aspettavo un simile successo. Tornai poi con II generale Della Rovere che vinse il Leone d'Oro. • Quindi con Vaniva Vanini mi vedevo la Coppa già in casa... Alla prima andai tutta in bianco, trionfante al posto d'onore. Cominciarono a scorrere le prime immagini. Una tragedia: strilli, fischi, urla. Io mi sentivo morire. Invano Paolo Stoppa mi prendeva la mano per incoraggiarmi. Eppure rimasi fino alla fine. Il giorno dopo attorno a me c'era il vuoto.. Acqua passata. E adesso, con le altre giurate? 'Benissimo, con Marguerite Duras ho fatto amicizia e con Myriam Makeba canticchio. Parliamo francese, ottimo esercizio per mia figlia Azzurra. Mangiamo insieme, prendiamo il pulmino insieme, insieme vediamo i film. Fra poco balleremo insieme. Peccato che a mezzogiorno, quando ti prendi il sole dopo il bagno, il direttore Biraghi ci chiami per la riunione; ma io rispetto il lavoro degli altri e faccio tutto quello che mi dicono-. Anche perché Sandra si è messa a lavorare sodo. 'Sì, e mi va bene. I servizi televisivi per Tarn Tarn hanno un grosso successo. Quello che ho girato a Milano è stato venduto a Cannes a mezzo mondo. E dire che io non ho mai giocato in Borsa! Venerdì è andato in onda un servizio tutto mio sul robot di Moncalierì. Mi sono recata sul posto e documentata, ho scritto l'introduzione e fatto le interviste. Meglio che recitare, non c'è paragone. Si tratta di un lavoro mio. Non tornerei indietro-. In marzo uscirà da Rizzoli il suo primo libro Venere e... e Sandra ci tiene ad assicurare che non è autobiografico, ma un romanzo di fantapolitica. «Adesso sto scrivendone la riduzione a commedia musicale insieme a Michele Guardi: poi penserò al secondo libro-. A parte certi film, le notti di Taormina profumate di gelsomino sono abbastanza divertenti (ci pensa Lello Bersani ad animarle). L'altra sera ha organizzato allo «Studio 30» un baccanale in onore del famosi Bronzi di Riace, molto Uberamente ispirato allo stoico avvenimento. I giovanetti dai bikini dorati (-Malica la statura — sospirava Lello — lo sapevo che dovevo farlo nel Friuli, non in Sicilia-) sono sfilati davanti ad Arbore, giustamente allergico alle discoteche, e a Benigni, sempre pallidissimo. Luciano De Crescenzo, ex ingegnere elettronico, era addetto al conteggio dei voti. All'ingiunzione di Lello «Mettetevi nella posa dei "bronzi"» uno ha confessato: «Afa io non ho visto il quadro-. Adele Galloni Per Sandra Milo gli anni stentano a passare
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