Disaccordo fra i magistrati svila riforma delle Preture

Disaccordo fra i magistrati svila riforma delle Preture Disaccordo fra i magistrati svila riforma delle Preture ROMA — Il sindacato dei giudici considera gli attacchi di queste settimane un vero e proprio attentato al ruolo costituzionale della magistratura: perciò chiede un incontro con il presidente del Consiglio per discutere sulla corretta soluzione dell'emergenza morale. Questo il senso del documento che la giunta esecutiva dell'Associazione nazionale magistrati stava mettendo a punto ieri sera, dopo una riunione durata l'intera giornata, tra vivaci contrasti. Il testo del comunicato a tarda ora non era ancora noto: la giunta stava discutendo di come «ammorbidire» la mozione presentata dalla corrente più rappresentativa dell'Associazione, quella riformista di «Unità per la costituzione». Alla durissima risposta dell'area di centro sinistra i moderati di «Magistratura indipendente» hanno proposto dei correttivi. La posizione di «Unità per la costituzione» era espressa con queste parole: -Alcune recenti affermazioni di leaders politici» sono apparse dettate ••dal chiaro intento di stravolgere la posizione costituzionale della magistratura, facendo passare un disegno di sterilizzazione dell'esercizio dell'azione penale, così da garantire l'esistema di centri di potere occulti sottratti a qualunque tipo di controllo, anche in presema di gravissimi reati». Per raggiungere questo scopo, sempre secondo la formulazione originaria della mozione, alcuni fatti sono stati •strumentalmente amplificati», ed altri •falsificati». La mozione si concludeva con un chiaro accenno a probabili scioperi, A questa mozione, si è cercato di integrare quella di «Magistratura indipendente»: i moderati, dopo aver preso blandamente le difese dei colleghi attaccati in questi giorni, hanno proposto di richiamare i giudici stessi •allo scrupoloso rispetto delle leggi sull'assetto interno degli uffici giudiziari e di tutte le altre norme, segreto istruttorio compreso», e hanno invitato a una maggiore vigilanza gli organi preposti alle azioni disciplinari. «No» dal centro-sinistra, i moderati più disponibili

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