Pei e psi: ormai è guerra su fabbrica e terrorismo

Pei e psi: ormai è guerra su fabbrica e terrorismo Violenta polemica provocata dal ministro delle Partecipazioni Statali Pci e psi: ormai è guerra su fabbrica e terrorismo «I comunisti tirano la volata alle Brigate rosse» accusa De Michelis «E* un'affermazione ignobile» replica Chiaromonte su «PUnità» DAL NOSTRO INVIATO ROMA — Giudizi aspri, accuse roventi. Una polemica fra pei e psi sul terrorismo in fabbrica si sta trasformando in duro scontro fra i due partiti, destinato probabilmente ad allargare il solco che già li divide. A rendere agitate le acque è stato il ministro delle Partecipazioni Statali De Michelis, socialista. Intervistato da un quotidiano alcuni giorni dopo l'assassinio dell'ingegner Taliercio, il direttore del Petrolchimico di Marghera ucciso dalle Brigate rosse, De Michelis ha detto: «La maggioranza degli operai chiedono la lotta all'assenteismo e l'aumento della produttività e contestualmente una crescite della qualità della vita. Ebbene, tutto ciò, lo sappiamo molto bene, lo si ottiene rispettando alcune leggi dell'economia, spostando chi lavora dalle fabbriche morte a quelle vive, dai settori superati a quelli in sviluppo. Ma c'è una parte del sindacato, una frangia del partito comunista, che lasciano fare questi saggi discorsi ai Napolitano e poi in fabbrica tirano la volata alle Brigate rosse. Gli argomenti delle Br al Petrolchimico come all'Alfa non sono vaneggiamenti maoisti, sono esattamente le cose che quelli del sindacato e del partito continuano a dire». Mai prima d'ora il pei era stato tirato esplicitamente in causa in un discorso sull'azione dei terroristi in fabbrica.' La risposta non si è fatta attendere. L'Unità di sabato ha definito le affermazioni del ministro -pesantissime e vergognose accuse contro i comunisti.. E, ha aggiunto il quotidiano del pei, non soltanto perché De Michelis •lancia accuse infamanti contro sindacati e comunisti che sono stati in prima fila nella lotta piii ferma al terrorismo fino a pagare con la vita (non ci ricordiamo più di Guido Rossa?); ma anche perché sono proprio queste affermazioni che legittimano le Brigate rosse •. Accuse a De Michelis sono venute dalla Cgil (il sindacato a maggioranza comunista), ma a Porto Marghera la Uil ha bocciato un volantino di condanna al ministro, proposto dal consiglio di fabbrica. La polemica si è accesa. E dal capitolo «terrorismo» si è estesa alla fabbrica, al futuro delle Partecipazioni Statali, al ruolo del sindacato. In un articolo pubblicato ieri dall' Unità, il senatore Chiaromonte, molto vicino a Berlinguer, ha definito «ignobili» le affermazioni •del compagno De Michelis». E scrivendo a proposito del «patto inflazione» auspicato dal governo, ha definito le posizioni del ministro sul ritorno ai privati di parte dell'industria di Stato un pateracchio «in cui a considerazioni giuste si mescolano banalità conservatrici e ideologismi di marca neoliberista». E' la prima volta che un ministro socialista viene accusato a chiare lettere di «neoliberismo» dai comunisti. Dal canto suo nemmeno il quotidiano socialista Avanti! è andato tanto per il sottile. In un articolo pubblicato ieri, ispirato quasi certamente da De Michelis, i socialisti accusano il pei di essere rimasto alla logica del «muro contro muro», di non avere gli strumenti culturali idonei per capire e gestire una società industriale avanzata. •Pesa in realtà su parte della sinistra politica e sindacale una carente cultura industriale, spesso una vera e propria ostilità di marca vetero-marxista o catto-comunista ai valori e agli istituti di una democrazia industriale». Il quotidiano del psi difende con vigore la linea «riformista» del partito,' lanciando un chiaro ammonimento alla parte filo-comunista della Cgil: «/von potremo consentire quindi che in nome dell'unità sindacale o del buon rapporto a sinistra prevalga la voce più grosso, negli apparati, lo slogan più facile ma più idiota, la violenta polemica personalista per fare di qualcuno oggettivamente — stante il nuovo corso terrorista — l'obiettivo nel mirino». Un avvertimento a non inasprire oltre misura la campagna di accuse contro i socialisti. Ma anche un nuovo, durissimo giro di vite nella polemica con il pei. Mauro Anselmo

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