«L'artigianato regge bene» ma chiede l'aiuto pubblico
«L'artigianato regge bene» ma chiede l'aiuto pubblico Circa mezzo milione di occupati, 5 mila miliardi prodotti «L'artigianato regge bene» ma chiede l'aiuto pubblico Al convegno di Stresa invocata una maggiore agevolazione del credito e la revisione della legge sull'apprendistato - «No» alla rappresentanza sindacale con meno di 15 dipendenti - Promessi contributi dalla Regione Piemonte DAL NOSTRO INVIATO STRESA — Entrati nel mirino dei partiti e dei sindacati, finalmente consapevoli di quanto valgono, gli artigiani incominciano a far sentire la loro voce. Espongono problemi e propongono soluzioni. Soprattutto chiedono maggiori possibilità di ottenere crediti e la revisione della legge sull'apprendistato; e rispondono con un secco •no» ai sindacati che vogliono assumere la rappresentanza e la tutela anche dei lavoratori delle aziende artigiane con meno di quindici dipendenti. Quanto valgano gli artigiani bastano poche cifre per indicarlo: soltanto nel 1979 hanno creato ricchezza per 37 mila miliardi; negli Anni Settanta hanno fornito altri cinquecentomila posti di lavoro. In Piemonte, in particolare, in questo settore è occupato forse poco meno di mezzo milione di persone che, complessivamente, ha prodotto — pare—per cinquemila miliardi di lire. Un'altra osservazione: • Tutto sommato, l'artigianato regge bene», ha detto Domenico Marchesotti, assessore all'Artigianato e al Commercio della Regione Piemonte, ieri alla seconda • Conferenza», un convegno organizzato appunto dall'ente locale. E' la conferma che se è vero che la crisi si trova in ogni settore, certo in questo è molto meno grave che negli altri. Imprese artigiane che chiudono se ne contano, altrettante però aprono. Dal palco del palazzo dei congressi, a Stresa, dove si è svolta la manifestazione, ieri e l'altro ieri, diversi oratori hanno messo in evidenza, piuttosto, che l'artigianato è pronto ad offrire tanti nuovi posti di lavoro. Per farlo, però, ha bisogno, soprattutto, che venga rivista la legge sull'apprendistato: «Non possiamo permetterci di pagare sino a 600 mila lire al mese un giovane che non sa tenere in mano neppure un cacciavite». Altro problema, il credito. Per svilupparsi, per creare nuova occupazione o soltanto per restare competitivo, anche l'artigiano ha bisogno di prestiti a un tasso decente. Su questo punto, a Stresa, si sono dichiarati tutti d'accordo, come sempre quando c'è da chiedere soldi allo Stato. 'Più denaro all'artigianato» sono stati, infatti, sia il filo conduttore del convegno, sia il »succo» d'un documento firmato da assessori all'artigianato di varie Regioni. A proposito di soldi, l'assessore piemontese Marchesotti s'è impegnato a valutare la possibilità di dare contributi della Regione alle imprese dell'artigianato artistico e tipico che assumono apprendisti. La ragione è semplice: si vuole almeno evitare che vada perduto un patrimonio che è anche culturale. Senza contare che, di solito, questo particolare artigianato vive soprattutto nelle zone più povere e in via d'abbandono. Durante la •Conferenza», che aveva per tema •l'artigianato piemontese negli Anni 80», s'è discusso anche delle •aree attrezzate» e delle •deleghe». Quest'ultimo punto ha fatto registrare qualche polemica. Nel trasferimento di competenze alle Province — •prematuro» secondo qualcuno — si teme il pericolo di caos e inefficienza. A questo proposito sono state chieste garanzie alla giunta della Regione Piemonte. Secondo gli artigiani, un altro pericolo per le loro attività è costituito dalle iniziative dei sindacati che intendono estendere lo •statuto dei lavoratori» alle imprese artigiane. «Guai se il sindacato entrasse anche nel nostro settore» hanno commentato diversi. Li ha consolati un po' la dichiarazione di un rappresentante del pei. In sostanza il comunista ha detto: •Anche i lavoratori delle aziende artigiane devono essere tutelati, però non si può non tener conto delle particolarità di queste imprese». Dei risultati della •Conferenza», alla quale hanno partecipato oltre cinquecen. to persone, l'assessore Marchesotti si è dichiarato molto soddisfatto «per l'apporto notevole che si è registrato»: •Suggerimenti e proposte degli artigiani saranno tenuti in debito conto, anche durante la preparazione del secondo piano regionale di sviluppo» ha concluso. Gli artigiani se lo augurano. r, D0
Persone citate: Domenico Marchesotti, Marchesotti
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