Cavalli ungheresi, polacchi e americani in gara con i mezzo-sangue del Piemonte
Cavalli ungheresi, polacchi e americani in gara con i mezzo-sangue del Piemonte Alla tenuta La Mandria ne sono arrivati ieri duecentocinquanta esemplari Cavalli ungheresi, polacchi e americani in gara con i mezzo-sangue del Piemonte Dopo il declino gli allevatori della nostra regione si stanno riorganizzando - «Un concorso ippico lo si può vincere senza andare a cercare animali altrove» -1 vincitori per le varie categorie Non è vero che in Piemonte non ci sono più cavalli. Alla tenuta della Mandria — su invito dell'Associazione Regionale Allevatori — ne sono arrivati 250: tutti con pedigree. E non è' nemmeno vero che sono tutti di importazione. Ci sono — certo — bestie ungheresi e polacche; 1 «quarter-horses» e i «palomin o= americani, imbattibili in velocità sul quarto di miglio; le «appaioose» con 11 mantello tormentato da mille macchioline nere: allevate dagli Indiani Nez-Percès che vivevano sulle sponde del fiume Appaloosa. E poi dal Belgio: Chicca e Cocca che — a dispetto di un vezzeggiativo da mascotte—sono due bestioni da dieci quintali l'uno, posteriori gonfi di muscoli, abituati a trascinare sui sentieri i tronchi d'albero appena tagliati. Ma si sono visti anche i cavalli «made in Italy»: nati, cresciuti, addestrati in Piemonte. Nella categoria «stalloni da carne» ha vinto Donez con la criniera blonda e il mantello «bruciato» allevato ad Asti. Al secondo* posto Pedro di Bruno Damusso di San Damiano. E poi parecchi esemplari di razza sarda e maremmana e i mezzo sangue da sella italiani. •Dopo Vittorio Emanuele II — spiegano gli organizzatori della mostra — l'allevamento equino in Piemonte ha conosciuto un declino — dapprima lento poi precipitoso — che fino a poco tempo fa è parso irreversibile. Le stalle si sono svuotate: un patrimonio zootecnico che contava migliaia di esemplari si è assottigliato fino a scomparire quasi del tutto: Oli animali nel lavoro dei campi sono stati sostituiti dai trattori; quelli per i concorsi sono stati acquistati all'estero: in Inghilterra, in Irlanda, in Germania. •E' tuttavia un peccato — aggiungono —. L'allevamento dei cavalli "da carne" po¬ trebbe diminuire lo spaventoso deficit che abbiamo con l'estero per colpa della "fettina". E in campo sportivo i ' cavallerizzi italiani potrebbero raggiungere ugualmente buoni risultati anche con cavalli allevati da noi. Un concorso ippico lo si può vincere senza bisogno di andare a cercare gli animali chissà dove.. Difficile ma non impossibile. Si sta già cominciando. Per la categoria «mezzo sangue» ha vinto Bireno della scuderia Monpolino di Biella davanti a Grandioso della fattoria sperimentale di Crema. Fra le fattrici con puledro: prima Quercia Reale delle Fiocche di Vittorio Nicco di Alba, seconda Corinna di Monpolino; frale fattrici senza puledro si è imposta Orchidea dell'allevamento Green Park di Angelo Lo Bue seguita con poco scarto nel punteggio da Velletta. _ Quattro categorie per i puledri da uno a quattro anni. I vincitori: Clusia; Stella di Montagn∋ Narvid di Alba; Primula dell'alleva-' mento La perla. In pista anche le carrozze d'epoca trainate da cavalli bardati. La più imponente è. arrivata da Ivrea: cinque animali grigi, collare di campanelli, borchie sui finimenti. Pare che un tempo servisse al cardinale: adesso — tempi più inclini al laicismo — porta l'assessore regionale all'agricoltura Bruno Ferraris e il direttore del parco della Mandria Luciano l*01*- I. d. b. D «palomino» americano imbattibile in velocità
Persone citate: Bruno Damusso, Bruno Ferraris, Cocca, Corinna, Green Park Di Angelo, Lo Bue, Vittorio Emanuele Ii, Vittorio Nicco
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