Angelo Azzurro, due giovani scarcerati non fu omicidio volontario, ma colposo

Angelo Azzurro, due giovani scarcerati non fu omicidio volontario, ma colposo La tragica morte dello studente Roberto Crescenzo bruciato vivo nel rogo del bar Angelo Azzurro, due giovani scarcerati non fu omicidio volontario, ma colposo Sono scaduti i termini di carcerazione preventiva - Dei due coimputati uno è latitante, l'altro resta in carcere Prima di lanciare la bomba il commando fece uscire i clienti; la sventurata vittima restò intrappolata nel bagno Clamorosa svolta nell'inchiesta sull'incendio al bar Angelo Azzurro, dove il 1° ottobre del '77 lo studente Roberto Crescenzio mori per le terribili ustioni provocate da una molotov gettata nel locale. I giudici istruttori hanno modificato l'imputazione di omicidio volontario contro Stefano Della Casa, Angelo Luparia, esponenti di Lotta continua, Peter Preeman e Francesco D'Ursi, derubricando l'accusa in omicidio colposo. D'Ursi, recentemente processato e condannato a 14 anni di carcere dalla corte d'assise per la sua appartenenza a Prima linea, è latitante. Peter Freeman. estradato dalla Francia l'estate scorsa (dove era stato catturato), resta in carcere perché deve rispondere di due rapine. Luparia e Della Casa, che avevano soltanto questo conto aperto con la giustizia, avendo già scontato un anno di carcerazione preventiva, ieri pomeriggio sono stati rimessi in libertà. Sono usciti dalle Nuove sotto il flash dei fotografi, festeggiati da una cinquantina di simpatizzanti di Lotta continua, parenti e amici. -L'inchiesta sull'Angelo Azzurro si è sempre basata su labili indisi^, ha detto Luparia. «.Non è cambiato niente da un anno fa, quando siamo stati arrestati. Era ora che ci mettessero fuori-, ha commenta- to Stefano Della Casa. Che cosa ha provocato la svolta nell'inchiesta e la decisione degli stessi giudici che un anno fa avevano spiccato contro i quattro complici i mandati di cattura? Gli stessi testimoni d'accusa hanno aiutato i magistrati a chiarire le singole responsabilità degli imputati. Nel provvedimento si legge: «Le principali fonti d'accusa contro i 4 imputati concordano nell'escludere negli autori materiali dell'incendio al bar Angelo Azzurro una volontà lesiva nei confronti di chicchessia. E' invece emerso che chi fece irruzioone nel locale aggredì i presenti e li costrìnse a uscire con la forza-. Soltanto dopo, la molotov fu lanciata nel locale. Lo studente Crescenzio era rimasto intrappolato nelia toilette, dove si era rifugiato quando il gruppo di scalmanati fece irruzione nel bar. La nuova ricostruzione dell'episodio porta ad escludere l'intento omicida negli aggressori. La morte dello studente sarebbe insomma una tragica fatalità, soltanto indirettamente provocata dall'irruzione e dal successivo incendio del bar e per questo motivo l'originaria imputazione di omicidio volontario è stata mutata in omicidio colposo. . Il 1" ottobre del '77 resta comunque una delle giornate più «nere» nella cronaca della città. La manifestazione or- ganizzata dal Lotta continua prevede un corteo per le vie del centro. Ma quando i dimostranti arrivano all'inizio di corso Francia dal corteo si staccano gruppi di scalmanati che danno l'assalto alla sede dell'msi. La polizia interviene e subito iniziano gli scontri con lanci di cubetti di porfido e molotov da una parte e bombe lacrimogene dall'altra. Ci sono feriti. Il corteo si frantuma in gruppetti che | i 11111 a e odi si aergli di rleo si sparpagliano a macchia d'olio e si ricompongono per attaccare la sede della Cisnal (per questo episodio i magistrati hanno già inviato mandati di cattura e l'inchiesta prosegue), il consolato austriaco, negozi. Un'ora dopo, in piazza Castello, si riforma compatto il corteo che marcia in via Po. Obiettivo dichiarato è l'Angelo Azzurro, considerato «un covo di fascisti». E' l'epilogo tragico di una giornata che ha messo a dura prova la città. Un gruppo d'assalto fa irruzione nel bar, costringe a uscire chiunque si trovi lì dentro a quell'ora. Lo studente Roberto Crescenzio, che al bar è capitato per caso, si rifugia nella toilette. Vi resta imprigionato quando l'incendio comincia a devastare il locale. Trova la forza di fuggire all'aperto ma gli abiti sono in fiamme e muore poco dopo all'ospedale. ir Una donna è stata scippata, ieri a mezzogiorno, in via Malone, dì una borsa con 14 milioni. E' Marosa Boria Grivet, 38 anni, corso Palermo, che aveva ritirato poco prima il denaro all'Istituto San Palo di piazza Crispi. Con la sua auto si stava avviando verso casa quando due giovani, che viaggiavano su una moto di grossa cilindranta, si sono affiancati alla vettura Uno di loro ha infranto un finestrino, obbligando la donna a fermarsi. nlnmmractmlrclbcndguGdscpche | 11111111 r 1111 11 > : I, ^ U 111111M ' I ', 11 '. U Angelo Luparia e Stefano Della Casa accolti da un gruppo di amici all'uscita dalle Nuove

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