La Camera approva (ma è decaduto) il decreto per il credito agevolato

La Camera approva (ma è decaduto) il decreto per il credito agevolato Vivono soltanto i fondi (della 675) alla piccola impresa La Camera approva (ma è decaduto) il decreto per il credito agevolato ROMA — Il decreto-legge che, tra l'altro, riformava il credito agevolato alle imprese, decadrà nonostante l'approvazione ottenuta ieri dalla commissione Industria della Camera. L'accordo che, all'inizio della settimana, sembrava profilarsi tra le forze politiche circa il dilemma mantenimento del tasso di riferimentoricorso al tasso di mercato (dilemma che pareva potesse sciogliersi con il passaggio al tasso di mercato per il credito agevolato disciplinato dalla legge 6751 non si è avuto e, così, l'art. 3 del -decreto-legge, relativo appunto alle agevolazioni creditizie all'industria, è stato soppresso con il voto della maggioranza. Gli altri articoli sono «passati», anche se i partiti che sostengono il governo non sempre hanno espresso, sui medesimi punti, votazioni omogenee. A nome del governo il sottosegretario al Tesoro sen. Venanzetti si è impegnato a ripresentare entro il 7 asosto (entro, dunque, il termine di decadenza del provvedimento) nuovi decreti; accogliendo una richiesta del de Avverti, Venanzetti ha infatti specificato che gli argomenti trattati dal decreto che va a decadere saranno affidati a diversi provvedimenti suddivisi per materie. E' rimasto, invece, in vita, ed è operante, l'art. 4 del decreto che ridistribuisce i fondi destinati dalla legge 675 alle piccole imprese e che queste non hanno potuto utilizzare «a causa — ha ricordato Aliverti — della macchinosità della legge». Sempre con riferimento all'art. 4 è stata decisa una ripartizione al 50% tra piccola e grande impresa dei circa 1600 miliardi a disposizione. Quanto alla piccola impresa, 300 miliardi andranno all'Artigiancassa, altri 300 al fondo di rotazione del Medio Credito Centrale, 200 al fondo per la ricerca applicata. Quanto alla grande impresa, altri 800 miliardi sono stati messi a disposizione del ministero dell'Industria per una ripartizione che comunque — sempre secondo Aliverti — dovrebbe essere la seguente: 400 miliardi alla chimica, 200 miliardi alla siderurgia, altri 200 ai settori automobilistico ed aeronautico.

Persone citate: Aliverti, Venanzetti

Luoghi citati: Roma