Una facoltà occupata, autoriduzioni, liti così gli autonomi sono tornati a Bologna di Vincenzo Tessandori

Una facoltà occupata, autoriduzioni, liti così gli autonomi sono tornati a Bologna Giornata di tensione nella citta che commemora la strage del 2 agosto alla stazione Una facoltà occupata, autoriduzioni, liti così gli autonomi sono tornati a Bologna DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE BOLOGNA — Ieri è stato il giorno dell'intolleranza e sono tornate a infiammarsi le polemiche sulla «commemorazione non rituale» della strage alla stazione. Ogni occasione pare buona a chiunque per contestare talvolta con asprezza. E' intollerante Carmelo Bene con chi lo critica, e ovviamente non mostra comprensione o buona volontà il «movimento» uscito allo scoperto per la prima volta dopo la primavera del '77. Le manifestazioni rischiano di sfuggire di mano a chi le ha organizzate; attaccato frontalmente come è successo nel corso del convegno sui •giovani d'Europa per una pratica ecologica di vita quotidiana*, il partito comunista mostra talvolta imbarazzo. L'equilibrio è fragile, gli autonomi parlano di questo «appuntamento» come di un « tentativo politico strumentale di configurare Bologna e la sua realtà sociale come momento massimo di dialogo fra le istituzioni e i mqrìmenti giovanili*. Respingono tutto e occupano la Facoltà di Economia e Commercio; chiudono un loro documento con lo slo¬ gan: *Libertà per i compagni arrestati*. Democrazia proletaria taglia corto ogni dialogo e chiama il massacro alla stazione •strage di Stato*. Dei morti e dei feriti di un anno fa pochi francamente, per il momento, paiono ricordarsi. Ma Bologna è impegnata a fondo per fornire di sé quell'immagine civile che non ha abbandonato neppure in quel maledetto primo sabato dell'agosto 1980. Incontrarsi per discutere sull'ambiente, come doveva accadere all'Arena del Sole di via Indipendenza, è diventato l'occasione per un confronto duro. Gli autonomi hanno cercato di far tacere le voci ufficiali. Il punto di vista del movimento sul terrore, ribadito l'altra sera in una assemblea a Economia e Commercio e ripetuto ieri, è questo: il terrorismo è quello nero, fascista, di chi compie le stragi e mette le bombe; poi ci sono •gli altri, i settori antagonisti, che si son dati alla lotta armata». Alla linea sviluppata dagli oratori che intendevano esaminare i problemi proposti dall'adozione dell'energia nucleare, ha risposto Vito Totire, del Centro di medicina al¬ ternativa. Perentoria la sua richiesta: •Smantellamento immediato delle centrali nucleari di Caorso e Castiglione dei Pepali. Il partito comunista ha fatto da palo alla politica del saccheggio*. C'è stata baruffa. Nel primo pomeriggio, gli autonomi sono ancora scesi in campo: in una birreria del centro hanno compiuto una «autoriduzione»: in 23 hanno mangiato e bevuto, poi posato sul tavolo cinquemila lire. •Il resto lo paga il Comune*. hanno detto prima di andarsene. Privi delle cuffie per la traduzione simultanea, rifiutate all'ingresso per non dare un documento o, come dicono. •per non farsi schedare*, gli ultimi indiani metropolitani, fricchettoni, studenti arrabbiati, hanno capito ben poco degli interventi dell'ecologo francese Brice Lalonde e del tedesco Rudolph Bahro, che hanno esaminato a fondo il problema del nucleare. Contestato, offeso per l'accusa di aver preteso «una montagna* di milioni per declamare brani della Divina Commedia dalla Torre degli Asinelli, ieri Carmelo Bene ha recitato se stesso davanti a un gruppo di giornalisti. •Dagli Asinelli recito gratis, sia chiavo, e invito i feriti ad accettare la somma di dieci milioni che tolgo dalle mie tasche bucate*. Si è rammaricato di non poter controllare le tessere dei presenti, quando parlava: temeva forse qualche nemico. I suoi, dichiarati, comunque non paiono di statura partico¬ lare, anche se si è scagliato contro di loro con foga. Ce f'ha con «un certo signor Bendinelli, della de bolognese, e con un tale sacerdote Tommaso Toschi*. Sul terrorismo: «C'é sempre stato — ha detto —. ma non se n'è mai parlato e parlandone si fa terrorismo. Quello che mi preoccupa è ciò che autorizza il terrorismo, la stupidità. Sono terroristi la piccola e media borghesia e i bottegai di tutte le città del mondo*. Che volto abbia avuto il terrorismo un anno fa qui a Bologna lo hanno spiegato agli «ospiti stranieri» in Piazza Maggiore, i parenti delle vittime, il pretore Federico Governatori, gli avvocati di parte civile. Giungono ancora alla spicciolata, i giovani chiamati da tutta Europa. Ieri erano seimila, forse qualcuno in più. Ma ci sarebbero anche le Brigate rosse, a Bologna. Ieri pomeriggio, con un volantino di sei cartelle dattiloscritte, hanno annunciato la creazione della colonna bolognese «11 marzo», la data dell'uccisione dello studente Francesco Lorusso, avvenuta nel 1977. Vincenzo Tessandori

Persone citate: Bendinelli, Brice Lalonde, Carmelo Bene, Castiglione, Federico Governatori, Francesco Lorusso, Rudolph Bahro, Tommaso Toschi

Luoghi citati: Bologna, Caorso, Europa