Esplosione in raffineria Quattro operai dilaniati

Esplosione in raffineria Quattro operai dilaniati Esplosione in raffineria Quattro operai dilaniati I cadaveri di tre giovani sono stati gettati a molti metri di distanza H quarto è caduto nel silo contenente olio che si è incendiato DAL NOSTRO CORRISPONDENTE MANTOVA — Quattro operai sono morti in una sciagura sul lavoro verificatasi nel pomeriggio di ieri a Mantova, nello stabilimento della Icip (Industrie chimiche italiane petroli), nel sobborgo di Frassino, sulle rive del Lago Inferiore. Le vittime, tutte di Mantova, sono: Massimo Zavanella, di 18 anni, in via Nevers 2/A; il quarantaquattrenne Luigi Grandis, via Veneto; Luca Sgarbi, 16 anni, apprendista, in strada Cipata, e Giovanni Savioli, 43 anni, in via Mazzini 32. Erano le 13,55 quando i tre operai e l'apprendista, saliti su un serbatoio della capacità di 10 mila metri cubi di olio combustibile denso (uno dei prodotti finali della lavorazione del petrolio, che viene effettuata nella raffineria mantovana) stavano lavorando ad un'altezza di 10 metri circa alla sistemazione di un grosso tubo di plastica, parte di un dispositivo che si stava completando in questi giorni per eliminare gli odori sgradevoli che dagli impianti dello stabilimento sovente raggiungono la città. Il Savioli maneggiava una saldatrice elettrica lavorando su una staffa metallica che doveva servire da supporto al tubo, mentre i due più giovani operai fungevano da assi¬ stenti. Il quarto era il tubista. Improvvisamente si è verificata una spaventosa deflagrazione il cui fragore è stato udito distintamente in città e a molti chilometri di distanza. Il tetto metallico del grande serbatoio (il «105° di una serie di altri identici che gli sono affiancati) si è squarciato ed è volato in aria scagliando lontano i quattro. Subito dopo l'olio combustibile che si trovava nel serbatoio (relativamente poco perché il grande contenitore era quasi vuoto) si incendiava, minacciando di appiccare le fiamme anche agli altri serbatoi vicini. Poteva essere una catastrofe. Sono però accorse subito squadre di soccorso della raffineria, che nel giro di pochi minuti sono riuscite a soffocare il pericoloso incendio, mentre altri provvedevano a soccorrere le vittime. Purtroppo il Grandis erai morto sul colpo e il suo cadavere veniva rinvenuto poco distante dal serbatoio. Zavanella. raccolto ancora in vita, spirava poco dopo in sala di rianimazione all'Ospedale civile; Sgarbi, trovato a terra con gli arti inferiori sfracellati e altre orrende ferite, cessava di vivere alle ore 16. Del" quarto operaio, Savioli.' non si era trovata traccia. Nel tardo pomeriggio le ricerche affannose hanno permesso di ritrovare il corpo, finito nel serbatoio e sommerso dall'olio combustibile incendiato. Zavanella era figlio di un altro dipendente della Icip, Luigi, e con lo Sgarbi, anch'egli figlio di un anziano lavoratore della raffineria, era stato da poco assunto. I genitori delle due vittime, presenti sul luogo della tragedia, sono accorsi con i primi soccorritori e sono stati proprio loro a raccogliere i figli ormai morenti. Lo stabiliento Icip occupa attualmente 325 operai. Prima d'ora non si erano mai verificati Incidenti gravi. La raffineria produce tutti i derivati petroliferi, dai combustibili ai carburanti. Paolo Ruberti

Luoghi citati: Frassino, Mantova