Manovra alpina al Gran Paradiso degli allievi ufficiali di Modena di Gigi Mattana

Manovra alpina al Gran Paradiso degli allievi ufficiali di Modena Quasi 300 accademisti sono arrivati in cima alla montagna Manovra alpina al Gran Paradiso degli allievi ufficiali di Modena Brillante operazione organizzata dalla scuola militare di Aosta - Lo squadrone elicotteri conferma la sua efficienza con il soccorso a un «aspirante» colto da malore DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE AOSTA — Le cronache non riportano quali furono le espressioni dell'inglese Cowell, primo uomo a salire nel 1860 in vetta al Gran Paradiso insieme con tre compagni: certo furono entusiastiche se il giorno successivo volle risalire in vetta da solo per ammirare il panorama. Ieri la più alta montagna (4061 metri) posta interamente in territorio italiano risuonava della stessa gioia e il tempo si era vestito a festa con poco vento, sole smagliante e visibilità di centinaia di chilometri per accogliere in vetta una comitiva insolitamente numerosa: 275 allievi ufficiali dell'Accademia di Modena che con la scalata a un «quattromila» hanno concluso il loro primo anno di studio in divisa. Una sorta di «grande manovra» sportiva che precede il meritato mese di licenza e la ripresa di un altro anno di corso da cui i giovani (ovviamente non mancano le selezioni lungo il cammino) diventati sottotenenti passeranno alle scuole di applicazione di Roma e di Torino I ragazzi, tutti sui ventanni (per due terzi provengono dal Centro Sud), da due mesi erano in Valle d'Aosta: gli istruttori della Scuola Militare Alpina li hanno presi sotto la loro ala, gli hanno insegnato a marciare su facili ghiacciai, ad arrampicare in palestra fino a difficoltà del terzo grado (la stragrande maggioranza degli allievi ufficiali era com pie tamen te digiuna di montagna), li hanno abituati a escursioni sempre più lunghe fino al «saggio finale». Dal campo posto al termine della Valsavarenche, a 1900 metri, martedì pomeriggio i ragazzi e gli istruttori sono partiti per il rifugio Vittorio Emanuele (2700 metri) con equipaggiamento completo (comprese le armi, la cui in traduzione nel territorio del Parco Nazionale è soggetta a uno speciale permesso) e si sono attendati intorno al rifugio, pieno all'inverosimile di escursionisti. La prima compagnia è poi partita ieri alle tre e il lungo serpentone si è snodato per tutta la mattinata lungo il ghiaccialo, prima facile, poi più erto nella parte finale e attrezzato con corde fisse: i primi erano in vetta alle 7,30, poi seguivano tutti gli altri (vi erano anche alcuni somali) in un'orgia di risa, gioia e fotografie. Il benvenuto e le congratulazioni gli alti gradi li hanno porti «sul campo»: i generali Rocca, Pellegrino e Parisio infatti sono stati trasportati dall'elicottero fino ai 3600 metri del pluviometro e sono poi saliti in vetta. L'organizzazione, perfetta, è stata curata dalla Scuola Militare Alpina e ancora una volta si è visto come la Valle d'Aosta sia fortunata a possedere uno squadrone elicotteri cosi esperto nei salvataggi in montagna (svizzeri e francesi restan» strabiliati quando vedono i nostri pesanti AB205 compiere le esercitazioni di soccorso con le pale che frullano a pochi centimetri dalle pareti rocciose). Il caso ha voluto (non era una prova simulata per sbalordire i giornalisti) che un allievo, arrivato in vetta e sceso al Vittorio Emanuele stringendo i denti, dovesse essere portato in ospedale per un'appendicectomia: chiamata la base di Pollein via radio, dieci minuti dopo l'elicottero, sempre in preallarme, con un medico a bordo arrivava a imbarcare il ragazzo e a portarlo ad Aosta. Un'impressione di profes¬ sionalità e di efficienza che ti fa sentire soddisfatto, cosi come, poco sotto la vetta, mi avevano sorpreso le parole di un anziano alpinista inglese: «Lei è italiano? Come può non essere orgoglioso di un Paese che ha montagne così belle?'. Gigi Mattana Le cordate degli allievi ufficiali scendono dalla vetta del Gran Paradiso (La Stampa - C. Pellegrino) soccorso con le pale che frulportato in ospedale per sionalità e di efficienza che ti

Persone citate: Cowell, Parisio, Rocca