Carlo e Diana, nozze spettacolo In festa la famiglia Inghilterra di Giuseppe Zaccaria

Carlo e Diana, nozze spettacolo In festa la famiglia Inghilterra La favola è finita, il Paese ritorna alla sua difficile estate Carlo e Diana, nozze spettacolo In festa la famiglia Inghilterra Un rito che per tre ore ha riportato la nazione allo splendore dell'età vittoriana - Re e potenti della Terra nella cattedrale di San Paolo - Il «sì» ascoltato per le strade, attraverso gli altoparlanti, in un silenzio assoluto - Poi è riesploso l'entusiasmo, tra fiori e lanci di riso - La partenza per il viaggio di nozze DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE LONDRA — Anche le fiabe, ogni tanto, possono essere trasmesse in Mondovisione, coi colori squillanti delle divise, le geometrie degli squadroni a cavallo, la maestosità delle fanfare, il luccichio delle decorazioni, la bellezza radiosa di una principessa, l'entusiasmo di un popolo. E attraverso i televisori di cinque continenti, ieri 800 milioni di persone si sono calate senza riserve nella favola di Carlo e Diana: il principe di Galles e Lady Spencer si sono sposati, l'ultima grande manifestazione monarchica di questo secolo si è conclusa. Ma sarà comunque uno spettacolo da ricordare. «La musica è stata meravigliosa, la sposa incantevole», ha detto il primo ministro Margareth Thatcher uscendo dalla basilica di S. Paolo. «£' sfato il matrimonio del secolo», incalzano i giornali londinesi. «Una cerimonia stupenda, un giorno memorabile nella mia vita», hanno ripetuto ai microfoni della BBC centinaia di persone intervistate per strada. Nessuno ha avuto il tempo di chiedersi quanto questa partecipazione indicasse un risveglio del nazionalismo, quanto dimostrasse voglia di evasione, quanto fosse provocata dal richiamo spettacolare. Per tutti, a Londra, ieri ha contato solo la suggestione di un rito che per tre ore ha riportato l'Inghilterra allo splendore dell'età vittoriana. La sfilata di nere «Bentley che alle 10 dì ieri, precedendo il corteo reale, sono uscite da Buckingham Palace per condurre alla cattedrale le teste coronate di mezza Europa, per i londinesi è stata un tributo alla grandezza della Corona. Calcolare quanti erano ad affollarsi dietro alle tran senne, lungo le due miglia del percorso, quanti si assiepavano sulle finestre di Fleet Street, dello Strand, di Tra falgar Square, è davvero impossibile: forse un milione e mezzo di persone, forse di più, tutte magnetizzate da una re già perfetta, tutte in attesa di applaudire, di cantare, di sventolare 1'«Union jack» al-1 l'uscita del corteo reale. Dalle 10,10, dal momento in cui con qualche minuto di ritardo il landeau di Elisabetta e Filippo di Edimburgo ha attraversato il cortile del palazzo reale, preceduto da due squadroni della «Sovereign's Guard», le acclamazioni non si sono più interrotte. Mentre, uno dopo l'altro, i reparti della Guardia schierati lungo il percorso presentavano le armi, gli applausi si rinnovavano metro per metro al passaggio della regina madre e del bel principe Edoardo, di Mark Phillips e della principessa Anna, dei duchi di Gloucester, dei duchi di Kent. Uno schieramento che molti seguivano, dietro le transenne, col programma ufficiale: duchessa di Grafton, guardarobiera della regina, conte di Westmoreland, maestro dei cavalli; il segretario privato del duca di Edimburgo, lord Rupert Nevill, quello della re-1 gina, sir Philip Moore. La reverenza si è tramutata in entusiasmo all'uscita da Buckingham Palace del principe di Galles, in divisa da ammiraglio, e l'entusiasmo in delirio all'apparizione dell'ultimo corteo, quello di «Lady Di». Poche ore prima, la tele¬ e-1 a a a n ly e¬ visione aveva intervistato all'uscita di casa il padre della promessa sposa, lord Spencer: grosso, rubizzo, un po' impacciato nel suo lucido tight, era riuscito solo a dire: .Diana sposerà l'uomo che ama». Ora quel viso si vedeva sorridere dal «Glass Coach., l'u- I I hica carrozza coperta del corteo, i cui cristalli sembravano fatti apposta per nascondere lady Diana, i suoi gioielli, il suo vestito agli occhi di migliaia di londinesi in attesa. E un'accorta regia ha impedito ancora lungamente a «lady Di» di mostrarsi com'era. L'eccitazione della gente ammassata dinanzi alla cattedrale di S. Paolo all'arrivo del «Glass Coach», che conteneva la ragazza come uno scrigno, l'uscita dàlia carrozza della figura bionda («avvolta in un mucchio di panna montata», ha commentato uno speaker) solo per pochi attimi hanno vinto la delusione di vedere la principessa di Galles col viso coperto da un velo, dietro il quale gli occhi azzurri si indovinavano appena. Il resto, tutti quei londinesi Giuseppe Zaccaria (Continua a pagina 2 in quarta colonna) Londra. D prìncipe Carlo e la sposa Lady Diana lasciano la cattedrale dove è stato celebrato il matrimonio fra due ali di folla (Ap)

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