«Prevede per la lira svalutazione vicina» di Tito Sansa

«Prevede per la lira svalutazione vicina» Studio di un esperto tedesco «Prevede per la lira svalutazione vicina» Inoltre, per ottenere prestiti, l'Italia sarebbe costretta a dare in pegno le riserve d'oro BONN — Dovrà la lira italiana essere «riallineata» (cioè svalutata) all'interno del Sistema monetario europeo? E' quanto si domanda, in un articolo del bollettino dell'Istituto di ricerche economiche «Ifo» di Monaco di Baviera, l'esperto valutario Oscar Kunze. E dà a se stesso una risposta affermativa, prevedendo che il riallineamento della nostra moneta dovrebbe avvenire in autunno, quando si sarà con-. statato che (a differenza del 1980) sarà venuta a mancare una parte dell'afflusso di valuta dei turisti stranieri, con nocumento della bilancia valutaria. Ma non sarà la defezione dei turisti — secondo Oscar Kunze — la causa prima del riallineamento. Lo specialista, che ha scritto 11 suo studio sulla situazione «a titolo personale» (come mi dice) elenca in cinque pagine illustrate da grafici e diagrammi, tre sintomi della debolezza della lira all'interno dello Sme: 1) l'alto tasso di inflazione In Italia; 2) il deposito obbligatorio del 30 per cento sulle importazioni; 3) la difficolta dell'Italia di ottenere crediti Senza dare consigli o suggerimenti, ma soltanto esaminando la situazione, Kunze descrive come fattore negativo la scala mobile, che influisce sui salari e sui costi di produzione contribuendo a sua volta a infiammare l'inflazione, cita l'esempio delle Ferrovie dello Stato che hanno ottenuto un credito a un tasso di interesse «inaudito, senza precedenti», accoppiato al «prime rate» americano. E' probabile, «e non è una vergogna, lo ha fatto anche il Portogallo», dice lo studioso, che per procurarsi capitali la Banca d'Italia sarà obbligata a impegnare parte delle proprie riserve d'oro. «Del resto — aggiunge — non è una novità; alcuni anni fa per ottenere un credito dalla Bundesbank la Banca d'Italia dovette depositare come garanzia parte delle proprie riserve auree custodite negli Stati Uniti». Allora — qualcuno forse si ricorderà — il fatto suscitò un certo rumore, perché la Banca federale di Germania, non fidandosi del Paese amico e alleato, chiese e ottenne che i lingotti italiani venissero trasferiti e stivati insieme con i lingotti tedeschi. E l'allora ministro delle Finanze Hans Apel tranquillizzò l'opinione pubblica preoccupata, rivelando in Parlamento che l'oro era stato messo «al sicuro». Tito Sansa

Persone citate: Hans Apel, Kunze, Oscar Kunze

Luoghi citati: Bonn, Germania, Italia, Monaco Di Baviera, Portogallo, Stati Uniti