Colpo di scena: slitta la legge sull'editoria
Colpo di scena: slitta la legge sull'editoria Colpo di scena: slitta la legge sull'editoria ROMA — «Mi ostino a credere che si tratti di voci. Se cosi non fosse, un rinvio della riforma dell'editoria decreterebbe la condanna a morte di numerose testate». Questo il primo commento, a caldo, del presidente della Federazione editori, Giovanni Giovannini, dopo aver appreso che stamane de e psi potrebbero far saltare la seduta della Commissione Interni della Camera che avrebbe dovuto approvare in sede legislativa la legge di riforma. A mettere per l'ennesima volta in pericolo l'approvazione di una legge che è stata gii discussa due volte dal Senato e una dalla Camera sarebbe, almeno apparentemente, il mancato accordo tra alcuni gruppi parlamentari, sulla legge che raddoppia il finanziamento pubblico ai partiti: una legge caldeggiata in particolare da democristiani e socialisti, ma osteggiata dai radicali. Questi ultimi sono decisi a fare ostruzionismo fino a quando il Parlamento non stanzierà dei fondi per combattere la fame nel mondo ed hanno presentato ben diecimila ' emendamenti. In questo modo la legge sui contributi ai partiti non potrà certamente essere approvata prima della chiusura della Camera (domani pomeriggio o, al massimo, venerdì) e quindi slitterà a settembre. Collegando artificiosamente leggi tanto diverse, il capogruppo del psi alla Camera, Labriola, ha fatto capire che, se non passerà la legge sul finanziamento ai partiti, farà fare la stessa fine alla riforma dell'editoria. Uguale posizione è stata espressa dal capogruppo democristiano, Bianco. «Il primo drammatico risultato di un rinvio — dice un comunicato della Federazione della stampa — sarebbe la chiusura, il 31 luglio, della "Gazzetta del Popolo*' di Torino». (Servizio a pagina 2)
Persone citate: Bianco, Giovanni Giovannini, Labriola
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