Un medico giapponese cura i reumatismi con il freddo e la fatica

Un medico giapponese cura i reumatismi con il freddo e la fatica Un medico giapponese cura i reumatismi con il freddo e la fatica TOKYO — Rivoluzionando le conoscenze mediche occidentali e le relative cure in materia di reumatismi articolari, un medico giapponese è riuscito a trasformare due artritici cronici in due «maratoneti». I due pazienti, infatti, trattati con il metodo del dottor Toshima Yamauchi hanno corso con buoni risultati la maratona di Boston dello scorso aprile per un percorso di 42,196 chilometri. In Occidente questa malattia si cura normalmente con bagni caldi, fanghi bollenti e altre fonti di calore applicate sulle parti colpite dall'artrosi. Yamauchi, invece, pone i suoi pazienti in una stanza raffreddata a 70 gradi sotto zero. Non solo, ma invece del riposo, nei momenti di maggior crisi, fa fare agli artritici esercizi intensi e sforzi prolungati. Inoltre il dottor Yamauchi ha bandito dalle sue cure tutti i prodotti a base di cortisone e eliminato qualsiasi forma di intervento chirurgico o di impianti artificiali nelle articolazioni. In un certo senso Yamauchi è contestato anche da parte dei suoi compatrioti e per due motivi: il primo è perché presso il suo ospedale, il Reiken Reumatisme Villane, esiste una cittadina, Beppu, rinomata per le cure termali dell'artrite a base di sabbiature calde; e dall'altro perché si è laureato alla facoltà di Medicina di Kyushu. dove esiste un istituto di ricerche sull'artrite che si rifa alla scuola classica del caldo e dei fanghi. Yamauchi, però, osserva che proprio in quell'università gli sorsero i primi dubbi sulla efficacia del caldo sui reumatismi e tentò il primo esperimento su 60 pazienti. Trenta li sottopose ai soliti trattamenti a base di bagni caldi; altri 30, invece, al trattamento con bagni gelati. I risultati gli diedero ragione e allora studiò il sistema di ottenere un freddo più intenso e concepì le prime camere iper-raffreddate, dove introdusse per 2 o 3 minuti i propri malati. Alla domanda, come mai avesse pensato al freddo e perché, Yamauchi spiega: ^L'uomo ha un organismo a temperatura costante, munito di un meccanismo che la mantiene sempre uguale. Proprio questo meccanismo, se sollecitato dal caldo esterno anche su una sola parte del corpo, riporta il sangue a temperature più basse per far tornare a valori medi generali la temperatura dell'intero corpo. Quando la circolazione viene artificialmente raffreddata il sistema si attivizza in senso contrario e l'intera circolazione diviene più attiva. « Comunque — conclude Yamauchi — non è solo il freddo a rigenerare le parti colpite; esso ha solo un potere riattivante, analgesico e anti-infiammatorìo; poi ci vuole la forza e la pazienza del malato per guarire». Così si spiegano anche gli intensi esercizi fisici che il medico giapponese fa fare ai propri pazienti. Essi avrebbero lo scopo di far circolare il liquido sinoviale nelle articolazioni malate, aiutando cosi a rigenerare la cartilagine. Yamauchi, anche se afferma che su 1600 casi trattati ha avuto solo due o tre insuccessi, insiste nell'affermare che lui non opera miracoli, e che il suo metodo nulla può fare per chi abbia già passato dieci o vent'anni a letto con le ossa malate.

Persone citate: Toshima Yamauchi, Yamauchi

Luoghi citati: Boston