Soffocato da debiti e spese muore il « Washington Star»

Soffocato da debiti e spese muore il « Washington Star» Chiuderà fra due settimane se non troverà un acquirente Soffocato da debiti e spese muore il « Washington Star» DAL NOSTRO CORRISPONDENTE NEW YORK — Sta per morire quello che all'inizio del secolo era considerato uno dei quotidiani più potenti del mondo, corteggiato dai presidenti degli Stati Uniti e dai magnati dell'industria, e temuto dai sindacati e dall'intellighenzia: il Washington Star, nato un secolo e 28 anni fa come giornale della sera della capitale, e trasformatosi di recente in un giornale all day, ossia con edizioni anche al mattino. La proprietà, l'editoriale Time-Life, cosi chiamata dalle due sue più celebri riviste, ha deciso di chiuderlo tra due settimane, a meno che non giunga -una sostanziosa offerta per il suo acquisto», eventualità molto improbabile. La ragione per cui il Washington Star scompare è infatti che ha perso cifre astronomiche nell'ultimo triennio, nonostante gli investimenti di quasi 85 milioni di dollari, poco meno di 100 miliardi di lire, fatti dalla proprietà. L'annuncio di Time-Life. dato dal suo presidente, Richard Munro, ha sconvolto il mondo politico e intellettuale americano. -E'un brutto giorno non solo per il nostro giornalismo», ha detto il presidente Reagan, -ma anche per il nostro processo democratico». Reagan si riferisce al fat to che la capitale rimarrà tra pochi giorni con un solo quotidiano, l'influente Washington Post. Lo Star, un tempo definito -disgustosamente ricco» dal critico Liebling, riflette l'opinione del partito repubblicano, il Post quella del partito democratico. Molte altre grandi città americane si trovano nella condizione di «one paper town», hanno perduto cioè il pluralismo dell'informazione. Questa tendenza allarma gli intellettuali, anche se la varietà delle fonti è garantita dalle numerosestazioni radio e tv. Il Washington Star aveva visto la luce il 6 dicembre dei 1852, per opera di un intraprendente tipografo, Barrow Tate, che l'aveva poi venduto a un gruppo di uomini d'affari. Tra costoro era emerso, alla fine del secolo scorso, Rudolph Kauffmann, che ne aveva assunto le redini per i successivi quarant'anni. Kauffmann. un geniale imprenditore, rese {'Evening News, cosi si chiamava all'inizio, il quotidiano con i massimi introiti pubblicitari degli Stati Uniti. Si vantava di essere inattaccabile e di plasmare la pubblica opinione. Neppure il New York Times possedeva la sua autorità e solidità finanziaria. I guai del Washington Star incominciarono dopo la seconda guerra mondiale, con l'espansione della radio e l'avvento della tv. Come tutti i quotidiani della sera, subì gravi danni, mentre iniziava la fioritura del rivale del mattino, il Post. Le cifre illustrano l'odissea del Washington Star. Nel '78. quando un altro uomo d'affari, Joe Albritton, lo vendette a Time-Life, il giornale stampava quotidianamente 349 mila copie, contro le 568 mila del Washington Post, e aveva circa il 20 per cento della pubbli- cita regionale, contro l'80 per cento dell'avversario. La nuova proprietà lo pagò 20 milioni di dollari, oltre 25 miliardi di lire, lo rivoluzionò tipograficamente e nei contenuti, introducendo innovazioni tecnologiche e assumendo giornalisti di grido. Ma dopo tre anni di sforzi, si è trovata di fronte alle seguenti cifre: pubblicità immutata, tiratura scesa a 323 mila copie (quella del Washington Post è salita a 618 mila). Ha spiegato Munro: -Abbiamo peccato di presunzione. Il Post è troppo forte». Questo giornale, che appartiene al gruppo di Newsweek, negli Stati Uniti è oggi secondo solo al New York Times. Negli ultimi 15 anni, circa 50 giornali della sera hanno chiuso i battenti, e altri 30 sono diventati quotidiani -all day». Sono ancora molto più numerosi dei quotidiani del mattino, 1405 contro 382 all'ultimo conto: ma la tiratura complessiva dei secondi, quasi 29 milioni di copie, sta per raggiungere la loro, quasi 33 milioni. Lo stesso sta accadendo coi proventi della pubblicità. La ragione è semplice. Quando in una città un quotidiano supera il 51 per cento delle vendite totali, a esso affluiscono il 70 per cento delle inserzioni. Ennio Carello

Persone citate: Barrow Tate, Ennio Carello, Joe Albritton, Kauffmann, Munro, Richard Munro, Rudolph Kauffmann