L'appello da una radio clandestina iraniana

L'appello da una radio clandestina iraniana L'appello da una radio clandestina iraniana Batti Sadr agli elettori «Resto io il presidente» Oggi noti i risultati del voto: certa la vittoria del premier Rajai - La consultazione in un clima di violenza - Manifestazioni nelle ambasciate di Teheran a Vienna, Ankara, Bonn e Monaco di Baviera TEHERAN — Mentre gli elettori iraniani, in un clima di violenza e di intimidazione, si recavano alle urne per eleggere il successore del presidente estromesso e una quarantina di deputati, Bani Sadr da una radio clandestina ha invitato la popolazione a boicottare le elezioni. «Sono il vostro legittimo presidente. Dovete resistere. Un giorno tornerò. Questo è un governo del terrore e del soffocamento, lo sono in Iran e presto tornerò*. E' la prima volta da quando è alla macchia che Bani Sadr fa sentire la sua voce alla radio e coloro che l'hanno ascoltata l'hanno riconosciuta. A quanto si dice, Bani Sadr è nascosto presso le tribù kurde nell'Iran nord occidentale, in prossimità del confine con la Turchia. Poco dopo l'apertura delle urne, alle 5 di ieri mattina, si contavano già cinque morti per episodi di violenza. Una persona è rimasta uccisa e numerose altre ferite per l'esplosione di un ordigno setto' un ponte di fronte all'ufficio del governatore nel sobborgo di Teheran. Due case vicine sono andate distrutte. Una seconda bomba è esplosa nell'affollata piazza Shemiran Bend. Una guardia della rivoluzione è rimasta uccisa. In altri episodi ci sono state altre tre vittime. Nessuno si è assunto la paternità degli attentati, ma il movimento clandestino di sinistra dei «mujaheddin khalq* ha giurato di ostacolare le elezioni, che vedono praticamente unico candidato e sicuro vincitore l'attuale primo ministro Mohammad Ali Rajai. Quest'ultimo ha l'appoggio del clero ed è stato il principale avversario di Bani Sadr finché è riuscito a farlo esautorare dall'ayatollah Khomeini. Radio Teheran ha detto che ieri i «controrivoluzionari» hanno teso una imboscata nella capitale a due guardie della rivoluzione. Il ministero iraniano degli Interni aveva avvertito che chi avesse disturbato le elezioni in prossimità dei seggi sarebbe stato accusato di «corruzione sulla Terra», reato che viene punito con la pena capitale. Le motociclette, che spesso sono state utilizzate per attentati, sono state vietate e barricate sono state erette attorno ai seggi. Sessanta «cospiratori», come li ha definiti Radio Teheran, sono stati scoperti e arrestati. Sulla carta ci sono tre candidati, ma solo Rajai ha l'appoggio del partito repubblicano islamico al potere. Un quarto candidato è stato ferito in un attentato nei giorni scorsi. I candidati delle sinistre, dei moderati e dei liberali, sono stati eliminati dalla rosa dei 71 che si erano proposti alla candidatura. Il risultato sarà annunciato oggi e il nuovo presidente giurerà nelle mani di Khomeini. A Rajai succederebbe nella carica di primo ministro l'attuale leadei del pri. Mohammad Bahomar. Gli studenti iraniani all'estero, avversari del regime, hanno inscenato dimostrazioni ad Ankara, Vienna e Bonn. Ad Ankara gli studenti sono entrati nel loro consolato e si sono impadroniti di un'urna per gli elettori residenti all'estero. Due manifestanti che si sono qualificati come appartenenti ai «mujaheddin khalq», sono rimasti feriti in una colluttazione coi sostenitori di Khomeini. Nove persone sono rimaste ferite, due per colpi di arma da fuoco, durante un tentativo di occupazione dell'ambasciata iraniana a Vienna. A Bonn un centinaio di giovani iraniani hanno dimostrato pacificamente davanti all'ambasciata; una marcia analoga si è svolta a Monaco di Baviera.