Corte Costituzionale ancora «bocciato» il candidato psi

Corte Costituzionale ancora «bocciato» il candidato psi E* il giudice Federico Mancini Corte Costituzionale ancora «bocciato» il candidato psi ROMA — Neanche al secondo e al terzo scrutinio il candidato socialista alla carica di giudice costituzionale. Federico Mancini, è riuscito a farsi eleggere da deputati e senatori in seduta riunita. Scelto personalmente dal segretario del psi Craxi (in sostituzione di Leonetto Amadei, il cui mandato era scaduto), Mancini veniva considerato ieri a Montecitorio un nome ormai «bruciato». La vicenda in apparenza è inspiegabile. C'era l'accordo di tutti i partiti per eleggere un giudice costituzionale segnalato dal psi, e quindi Mancini sulla carta disponeva della maggioranza necessaria. Quando sono state invece aperte le urne, si sono succedute le delusioni che hanno, a quanto si dice, notevolmente contrariato Craxi. Sembra che il segretario del psi non abbia alcuna intenzione di ritirare il suo candidato e voglia presentarlo nuovamente al quarto scrutinio quando per l'elezione basterà solo la maggioranza semplice e non più quella dei due terzi finora richiesta. Ma la vicenda del giudice socialista, da puramente tecnica quale doveva essere, sta già cominciando ad assumere carattere politico. I socialisti sostengono che nel segreto dell'urna gli altri partiti hanno violato gli accordi, e puntano i loro sospetti anche sui comunisti. Se cosi è stato — dicevano furibondi ieri uomini vicini a Craxi — chi ha tradito potrebbe essere ripagato di pari moneta quando si tratterà di votare per l'elezione dei sindaci di diverse città. In realtà, sin dalla prima votazione, è apparso chiaro che i voti mancanti erano soprattutto democristiani ma anche socialisti. Ieri, alla seconda votazione Mancini ha ottenuto 553 si, seguito da Giuliano Amato (anche lui socialista) con 43, e da Massimo Severo Giannini (di area socialista) con 17. Le schede bianche sono state 198, disperse 18, nulle 7. Al terzo scrutinio Mancini ha addirittura fatto diversi passi indietro scendendo a 455 voti (contro i 635 richiesti), mentre Amato è balzato a 79 voti e Giannini a 31. Una evidente manifestazione di protesta che ha probabilmente per obiettivo sia Craxi sia il suo candidato. Il pdup, per esempio, è uscito allo scoperto ed ha spiegato che non vota Mancini perché valuta negativamente «la campagna in atto, da parte di ben individuate forze politiche, che ha per oggetto un pesante attacco all'indipendenza della magistratura e alla quale non è estraneo il professor Mancini». Il pdup non contesta comunque la legittimità di una candidatura del psi. Anche i radicali debbono aver votato contro, stando alio loro dichiarazioni. «Lo_ terza fumata nera dimostra che l'arroganza con la quale i partiti "tradizionali", che da decenni si ripartiscono la nomina dei giudici della Consulta, varano ed impongono le candidature, è non solo inammissibile ma non più paganie» hanno detto Aglietta, Cicciomessere, Crivellini e Mellini. Fra le schede nulle alcune riportavano scritte curiose o candidati non certo ortodossi. C'è stato un voto per Licio Gelli fondatore della loggia massonica P2, uno per il calciatore Roberto Bettega. Su una scheda c'era scritto «Kraxi» col kappa. a. rap.

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