Il diabolico rebus di F. & L. di Nico Orengo

Il diabolico rebus di F. & L. RACCONTO D'ESTATE «CON 30 FANTASMI DI FELLINI» Il diabolico rebus di F. & L. Si sa che la Premiata Manifattura Frutterò &Lucentini, dopo La donna della domenica e A che punto è la notte, sta scrivendo un terzo romanzo di suspense, filosofia e omicidi, questa volta, per ragioni di tempo e di mercato, più breve, ancora più enigmatico ma acquatico, fra campielli e calli veneziani. Nell'intervallo e a sorpresa Frutterò & Lucentini si esibiscono, e in quel filone a loro assai congeniale, tra virtuosismo e sperimentazione, della plaquelte cui appartengono L'idraulico non verrà ('71) e gli scherzi elettorali stretti tra false copertine di falsi Gialli Mondadori, / segreti del lavandaio cinese ('76), uno scintillante e velocissimo rebus narrativo dal titolo Ti trovo un po' pallida (Longanesi, pagine 106, lire 5000), illustrato da 30 fantasmi femmina di Federico Fellini. E' la storia di una giornata in Toscana, da Port'Ercole a Montepulciano, fra Roselle, Pienza, Buonconvento, Montalcino e colline d'ulivi e cipressi, .profumi d'oleandro e rosmarino, che Gea, la pallida del titolo, al volante di una giardinetta azzurra, trascorre alla ricerca di un gruppo di amici. Amici dell'estate, un po' artisti, un po' nobili, un po' industriali, un po' irrequieti, di quelli che sono in un posto ma vorrebbero e dovrebbero sempre essere in un altro. Una tranquilla situazione estiva. Gea, con la sua capace giardinetta azzurra ha un appuntamento a Port'Ercole per trasportare un po' di gente a sentire Gazzelloni e il flauto a Montepulciano. Ma non trova nessuno, sono tutti fra i ruderi di Roselle. E la Gea li raggiunge. Ma in fretta, in fretta, si troverà anche a mangiar cacio in una fattoria di Pienza, a guardare trittici, ad ascoltare il Tamerlano di Haendel. Il tutto tra rapidi incontri, saluti, occhiate, malintesi, vetture perse e ritrovate, braccialetti smarriti, qualcosa che non le viene in men¬ te, frenate, tacchi che si rompono^. Ti trovo un po' pallida si fa leggere velocissimo, scivola su di una scrittura che Frutterò & Lucentini, da abilissimi pasticcieri, hanno farcito di allegri tic e birignao e che alla fine delle 106 pagine con un colpo di specchio portano a 212. Perché bisogna ritornare all'inizio e rileggerlo. La giornata di Gea si è fatta un rebus. Infatti qualcosa di ciò che Frutterò & Lucentini hanno raccontato non torna: la storia che abbiamo letto non è quella che c'è scritta. Il linguaggio a zig-zag che Gea adopera per raccontare il viaggio della sua giornata, il monologo estroverso che guidava la lettura fra le curve di una discesa o sulle mura di Roselle, nasconde uno strappo, una assenza, qualcosa che è già accaduto, che sta accadendo, o che è troppo tardi afferrare quando accadrà. La vittima è come colei che inseguita sta per aprire una porta che vediamo dare nel vuoto o che, sempre inseguita, vediamo salire su di una scala alla quale mancano gli ultimi pioli. Così in Ti trovo un po' pallida piccoli indizi, inquietanti, come sanno suggerire i maestri di tracce, suspense e prospettive false, Hitchcock e Gombrowicz, vengono sparsi fra le pagine insieme all'allusivo e intrigante montaggio delle donne fantasma di Fellini, anonime e famosissime, mute e chiacchierine. Come risolvere allora M rebus di 77 trovo un po' pallida! Con i numeri, forse, quelli delle pagine. Per esempio stare bene attenti a ciò che succede a pagina 16, 21, 36, 4L Ma anche 63 e 86. E 93. Ma anche stando attenti non è affatto detto che il diabolico puzzle combaci. E allora? Non rimane che affidare i numeri al Lotto, sperando di aver più fortuna. Nico Orengo J Ainouk Ainiée e Sandra Milo tra i «30 fantasmi femmina di Fellini» che illustrano il racconto di Frutterò e Lucentini

Luoghi citati: Buonconvento, Montalcino, Montepulciano, Pienza, Toscana