Siringhe infette sulle spiagge incubo per i turisti a Rimini di Remo Lugli

Siringhe infette sulle spiagge incubo per i turisti a Rimini Se ne trovano ancora, a decine, gettate dai tossicomani Siringhe infette sulle spiagge incubo per i turisti a Rimini Aumentati i casi di epatite virale: 111 dall'inizio dell'anno - Quest'anno, tuttavia, i drogati non spadroneggiano: sono sorvegliati e controllati anche con pattuglie notturne DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE RIMINI — Pattuglie di cinque uomini si aggirano di notte tra lettini e ombrelloni, in riva al mare, come se la spiaggia fosse la terra di nessuno, al fronte. Gli uomini sono un poliziotto, un carabiniere, un vigile urbano, un finanziere, un marinaio della Capitaneria di porto. Un sodalizio insolito di forze di polizia, forse il primo applicato in Italia. Si cerca un nemico annidato sotto anfratti improvvisati con ombrelloni abbassati sulle brandine, addormentato, incretinito dalla droga, inerme ma ugualmente pericoloso. La lezione dell'estate scorsa è servita. Ha fatto nascere questa unione di forze, creato una coscienza nuova di socialità fra i romagnoli pronti alla difesa, alla denuncia. L'anno scorso i drogati erano affluiti sulla Riviera adriatica da tutt'Italia, in massa, a migliaia: di notte erano padroni delle spiagge, spesso le devastavano, al mattino costava una fatica enorme farli sloggiare, rimediare ai loro danni, far posto ai villeggianti. Ci furono episodi drammatici, l'assalto alla caserma dei carabinieri di Miramare, ad esempio, da parte di queste orde di sbandati. "Quest'anno, appunto grazie a quella lezione, la battaglia di prevenzione s'è iniziata già nella primavera: si sono rafforzate le guarnigioni, non s'è risparmiato un giovane col sacco a pelo o aspetto poco rassicurante dal controllo dei documenti, si sono firmati centinaia di fogli di via. Si è cercato di diffondere la voce che Rimini e i contigui centri balneari non sono più terra promessa, anzi, sono luoghi senza pace per chi ha in tasca la polverina e la siringa e cerca un angolo appartato per bucarsi. Tutte rose? No, certo, ma di gran lunga meglio dell'anno scorso. Qua e là di tanto in tanto qualche gruppo, tra il passaggio di una pattuglia e l'altra (265 bagni di Rimini si sono associati anche alla «Civis», un istituto di vigilanza per cui anche queste guardie fanno continue ispezioni) riesce ad aggrumarsi sotto un po' di ombrelloni, ma n disperderli diventa più facile. Dice l'aiutante del bagnino n. 33: 'Stamattina ce n'erano una quindicina. Sono andato a svegliarli alle 7: "E' ora di cambiare stanza", gli ho detto e loro con un po'di fatica hanno incominciato ad alzarsi, se ne sono andati. L'anno scorso reagivano, tagliavano le tele delle sdraio, davano fuoco a sedie e ombrelloni-. Si trovano ancora siringhe nella pulizia mattutina della spiaggia, solo a decine, non più a centinaia. Dice un bagnino: 'La nostra preoccupazione è che le nascondano nella spiaggia e che poi i bagnanti si feriscano. Dobbiamo rastrellare in profondità-. Le siringhe dei drogati costituiscono un pericolo ovunque. Dall'ospedale delle malattie infettive hanno dimesso da pochi giorni un'anziana signora ed un operaio: la signora, nonna, si era punta strappando dalle mani del nipotino una siringa che egli aveva raccolta nei giardini del parco Cervi; l'uomo si era infilato un ago raccogliendo da terra dei cartoni dietro la fabbrica dove lavora. Tutt'e due dopo una quarantina di giorni erano stati colpiti da epatite virale. Una infezione, questa, dif¬ fusa tra i drogati (epatite di tipo B, trasmissibile attraverso le iniezioni in vena). una delle conseguenze minori della droga-, sottolinea il dottor Renato Ponzoni, ufficiale sanitario di Rimini. I casi di epatite virale di tipo A e B sono in aumento: 40 nel '74. 50 nel '78,70 nel '79. Ili nell'80,81 dal primo gennaio a ieri. « Una situazione di un certo allarme che non va trascurata-, aggiunge Ponzoni. I ricoverati nell'ospedale riminese oggi sono nove. -Noi possiamo parlare e giudicare sui dati che conosciamo-, dice il dottor Alberto Zonasi, assistente del primario delle malattie infettive. Ma quanti sono i malati non ricoverati? Al Cmas, il centro medico di assistenza sociale di Rimini, che si occupa dei drogati e li aiuta a superare le crisi di astinenza, si fanno i prelievi a tutti i tossicomani che si presentano. Molti se ne vanno subito e magari dopo la loro partenza si riscontra, nei risultati che li riguardano, valori da epatite virale. Situazione non grave, ma da all'erta. Il vicequestore dottor Gustavo Cappuccio, che dirige il commissariato riminese, è tuttavia abbastanza fiducioso (anche se gli avevano promesso 25 uomini in più e gliene hanno dato solr tanto 10). «Ci rinfranca una presa di coscienza di tutte le strutture della Riviera. Non per nulla lo scorso inverno sono state tenute tante riunioni fra tutti gli organismi per combattere questo flagello dei drogati. Nell'estate '80 tutti agivamo con tiepidezza, temendo reazioni da parte di questi sventurati. Quest'anno siamo tutti più decisi, noi nel controllarli, nel mandarli a casa loro, i bagnini, nel telefonarci per denunciarne la presenza, la città tutta nel respingerli. Remo Lugli

Persone citate: Alberto Zonasi, Cervi, Gustavo Cappuccio, Ponzoni, Renato Ponzoni

Luoghi citati: Italia, Rimini