«Nessuno ci ha chiesto denaro» di Luca Giurato
«Nessuno ci ha chiesto denaro» «Nessuno ci ha chiesto denaro» ROMA — Nuove, forti tensioni nella de. ad otto giorni dall'apertura di un Consiglio nazionale dove si fronteggeranno, in una battaglia ancora molto aperta, fautori e oppositori del «dimissionamento» di Piccoli e di tutto il gruppo dirigente. Il comunicato delle Brigate rosse con l'annuncio di un presunto pagamento de ai brigatisti (un miliardo e 450 milioni per Cirillo) ha scatenato una bufera nel partito e nella maggioranza, lambendo Palazzo Chigi, dove siede un presidente laico da sempre sostenitore della linea dura. Piccoli ha dichiarato: "Ap¬ prendo che sarebbe stato ritrovato un documento delle Brigate rosse che, annunciando un atto di grazia per il nostro amico Ciro Cirillo sequestrato da quasi tre mesi, riferisce che vi sarebbe stato un "esproprio proletario" a carico della famiglia e del suo partito. Si tratta, nel caso della de, di una grave provocazione». »Mai in nessun momento — ha aggiunto Piccoli — starno stati richiesti da nessuno di partecipare a forme di riscatto, alle quali non avremmo potuto aderire — pure ansiosi e solleciti della sorte del nostro amico — per ovvie ragioni di moralità ». La bufera, a livello di interventi ufficiali, è per ora tamponata e in parte «autorepressa» per una circostanza tanto ovvia quanto drammatica: il prigioniero non è stato ancora liberato. Ma il fuoco cova sotto le ceneri e si prepara ad invadere vari fronti, dentro e fuori il partito di maggioranza relativa, dove altri leader e gruppi sono usciti allo scoperto, a sollecitare «aria nuova». Lo ha ben capito Antonio Gava, braccio destro di Piccoli ed amico personale di Cirillo, quando, ieri sera, appena uscito dall'aula di Montecitorio, è stato circondato dai giornalisti che gli hanno chie■sto un commento a caldo sul comunicato Br. Gava è uomo dai nervi saldi; il suo volto ha però tradito un istante di emozione quando gli abbiamo chiesto se confermava o smentiva l'annuncio dei brigatisti sull'«esproprio» alla famiglia Cirillo e al partito di un miliardo e 450 milioni. «La de non ha pagato niente, ma non fatemi parlare, questo non è il momento di parlare! — ha esclamato Gava —. Cirillo non è libero, non è stato ancora rilasciato. Una parola in più potrebbe compromettere tutto. Noi, comunque, non abbiamo pagato.. Tanta tensione è piombata di colpo su un partito dove il rilancio del dibattito interno ha avuto ieri una impennata clamorosa, con l'uscita in campo aperto del capogruppo Gerardo Bianco e con una serie di riunioni di grosse correnti, dai dorotei all'area Zac. che hanno contestato la linea politica della segreteria. Sullo sfondo, a movimentare acque già agitate, si registra un improvviso, inatteso attacco dei comunisti ad Andreotti per la vicenda della lettera ricattatoria di Sindona. L'uscita di Bianco era attesa ed è giunta nei termini franchi e decisi che tutti, sostenitori ed avversari, riconoscono al presidente del deputati de. «Occorre aria nuova, e per aprire le finestre bisogna cambiare profondamente il partito, le sue modalità di vita e il suo rapporto con l'elettorato e con l'opinione pubblica, che non può essere fondato solo sul tesseramento e sull'occasionale contatto al momento elettorale», ha detto Bianco. Il presidente dei deputati de si è dichiarato contro gli accordi di vertice e contro una possibile intesa a tre: Piccoli-Forlani-Andreotti. .Sono — ha precisato — per una rivoluzione organizzativa della de, per l'elezione a scrutinio segreto dei membri della direzione, eliminando la designazione correntizia.. La linea Piccoli (non la persona del segretario) è al centro di critiche e malumori anche da parte di numerosi esponenti dorotei, che hanno cominciato, tra la «Camilluccia» e la sede istituzionale di piazza Cardelli, una serie di «grandi adunate» in vista del summit di fine luglio. Piccoli ha invece trovato un grande difensore in Andreotti. Proprio il giorno in cui l'ex presidente del Consiglio è stato duramente attaccato sulle colonne di Rinascita per Sindona. .Ci chiediamo le ragioni per le quali un uomo cosi accorto ed esperto si sia esposto ad essere interlocutore di persona che si sia sottratta alle leggi del nostro Paese., ha scritto il vicepresidente dei deputati pei Spagnolli »".*' Andreotti non parla nè del pei né di Sindona. "E'ingiusto che qualche esponente del "preambolo" addebiti solo a Piccoli la scarsa operatività politica della scelta congressuale. D'altra parte — aggiunge Andreotti — alcuni mesi fa fu avviato in direzione un riaccorpamento dei due schieramenti del Congresso. Oggi bisogna fare di più e cercare di superare davvero il correntismo per dare vita ad una nuova stagione de, basata sulla effettiva utilizzazione al meglio di tutti coloro che valgono e che hanno volontà di impegnarsi.. Luca Giurato
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