Ergastolo all'attentatore del Papa: liberiamo Cirillo e Sandrucci

Ergastolo all'attentatore del Papa: liberiamo Cirillo e Sandrucci In primo piano i crimini del terrorismo italiano e internazionale Ergastolo all'attentatore del Papa: liberiamo Cirillo e Sandrucci Il turco Agca, assente dall'aula, riconosciuto colpevole di tentato omicidio anche delle due turiste americane - Sentenza dopo sette ore di camera di consiglio - Comunicati a Napoli e Milano annunciano che i due sequestrati verranno presto rilasciati ROMA — Ergastolo per Mehmed Ali Agca. Quindi nessuna concessione delle attenuanti generiche. Per il terrorista turco, che il 13 maggio scorso aveva tentato di uccidere il Sommo Pontefice portando a piazza San Pietro — nel cuore stesso della cristianità — la rozza ferocia delle armi e la cupa determinazione del killer di professione, i giudici della prima corte d'assise sono rimasti in camera di consiglio per quasi sette ore. Il presidente Santiapichi ha dato lettura—un minuto e 45 secondi — della sentenza. La pena comprende: ergastolo per l'attentato al Papa e il tentato omicidio delle due turiste americane, dieci anni di reclusione per gli altri reati (introduzione in Italia e porto della pistola Browning, falsificazione di documenti, sostituzione di persona) assorbiti nell'ergastolo, isolamento diurno per un anno, interdizione perpetua dai pubblici uffici, pagamento delle spese di giustizia. Neanche ieri, terza e ultima giornata del processo, Mehmed Ali Agca è stato presente in aula. L'aw. D'Ovidio, chiamato a difenderlo d'ufficio, aveva esordito nella sua arringa esprimendo l'imbarazzo per il suo ruolo di difensore di «cfti appare indifendibile e non vuole essere difeso per un delitto che ha fatto vibrare l'animo di tutti., n delitto di cui si è macchiato il giovane turco, ha proseguito il penalista, si è consumato più volte nel corso dei secoli: "Sempre quegli attentati rientravano nella lotta cruenta fra potere temporale e potere spirituale». Poi ci fu Manila, e il gesto di un esaltato che voleva uccidere Paolo VI. Sempre, quindi, c'era una spiegazione. Ma a piazza San Pietro quale era il motivo di quei due colpi di pistola? E, ad agire, era un uomo solo oppure no? L'istruttoria, come è stato rilevato anche dalla pubblica accusa, non ha fatto molti passi avanti in questa direzio¬ ne. Non è risultato che Mehmed Ali Agca fosse mai accompagnato da qualcuno. Né sono stati ricostruiti i tasselli del complotto internazionale. "Mehmed Ali Agca è un uomo solo, solo a San Pietro e nel suo frenetico girovagare per il mondo» ha osservato l'aw. D'Ovidio. Aveva soldi in tasca, è vero. Ma egli stesso ha detto di aver estorto circa 50 milioni di lire in Turchia, all'epoca della sua evasione. Quei soldi se li era fatti dare da persone che il giovane ha citato, che esistono e non hanno mai smentito: agli atti c'è un rapporto dell'Ucigos (uno dei servizi di sicurezza italiani), in cui figurano il proprietario di una catena di casinò e un noto capo mafioso (ila parola mafia è stata esplicitamente raccolta dal console turco» ha precisato D'Ovidio). Uno strano terrorista — ha incalzato D'Ovidio — questo Mehmed AU Agca: non ama l'impresa spettacolare, non si cura di garantirsi la fuga, non coglie — al processo — l'opportunità di rivolgere al mondo i suoi deliranti messaggi. Un terrorista che non riconduce ad alcuna organizzazione, per quanto se ne sa. Ma perché, allora, ha fatto quello che ha fatto? Il penalista si è continuamente rifatto alla requisitoria del pm e a piene mani ha attinto dalle sue argomentazioni. Il dott. Amato aveva descritto il giovane come un fanatico con delirio ideologico, un eroe negativo con maniaLiliana Madeo (Continua a pagina 2 in quinta colonna) Roma. Mehmet Ali Agca alla prima udienza del processo (Ap)

Luoghi citati: Italia, Manila, Milano, Napoli, Roma, Turchia