Un reale risparmio energetico è nel rinnovamento tecnologico ma anche nell'utilizzo razionale

Un reale risparmio energetico è nel rinnovamento tecnologico ma anche nell'utilizzo razionaleUn reale risparmio energetico è nel rinnovamento tecnologico ma anche nell'utilizzo razionale BOLOGNA — Come può la Regione intervenire nel settore energetico? Non ha molti poteri: l'articolo 117 della Costituzione non nomina affatto questo settore, come non ne nomina molti altri. Ma neppure la legge 382 che completa il trasferimento delle materie alle Regioni e il successivo decreto attuativo 616 del 24 luglio 1977 ne parlano. Eppure tutte le Regioni si sentono impegnate in questa sfida che è la necessita di utilizzare, integrandole, tutte le possibilità energetiche esistenti sul territorio e di ricorrere al risparmio. •Attenzione — dice l'assessore Severi — dobbiamo distinguere tra risorse alternative al petrolio, che sono l'idraulica, ti carbone e II nucleare e che si dimostrano Irrinunciabili e risorse integrative, che sono quella eolica, geo-i termica, solare, comunemente chiamate fonti rinnovabili (cf^e del resto l'acqua). Ma stQattutto c'è II risparmio che io considero di pari àignllà delle fonti primarie: Ecco che allora la giunta regionale ha presentato un disegno di legge: •Promozione dell'uso razionale dell'energia elettrica in Emilia-Romagna»; e razionale è sinonimo di risparmio. Riguarda sia il processo di produzione e di trasporto dell'energia e dei prodotti energetici, sia l'utilizzo finale, con provvedimenti miranti innanzitutto a •progetto e costruzione di impianti sperimentali e dimostrativi che perseguano un miglioramento notevole nel rendimento dell'energia impiegata rispetto a tecniche e processi già noti: E' anche una sfida tecnologica secondo quel concetto già enunciato che la crisi energetica e gli sforzi per superarla avranno come conseguenza anche un rinnovamento tecnologico delle aziende utilizzatrici. Ma ci sono anche progetti di legge presentati da singoli gruppi consiliari. Uno riguarda l'utilizzo dell'energia solare; un altro si riferisce soprattutto ai generatori eolici e fa anche alcuni esempi di costi. Un generatore da 2 kW di potenza (diametro della pala metri 3,5, altezza della torre 8 metri) in grado di produrre fino a ISO kWh al mese, costa sul 3 milioni e mezzo; uno da 4 kW (diametro 4,6 metri, altezza torre 10 metri) con produzione di 250 kWh mensili, ha un costo di 7-8 milioni; infine uno di 4 kW (diametro 6 metri, altezza 10 metri) può produrre fino a 400 kWh mensili e'costa 16 milioni. «Si possono costruire impianti fino a 1 MW di potenza — dice la rela¬ zione — ma il costo è molto elevato: fino a 6 miliardi: Una terza proposta parla del solare, come contributo al contenimento dei, consumi. Una cosa è certa, che il movimento delle Regioni, in questo settore è una spinta al governo centrale «per la rapida adozione di uno strumento legislativo generale tale da garantire un'uniformità su tutto il territorio nazionale, /Che consenta alte Regioni di promuovere, o quanto meno di partecipare a promuovere, l'uso di tali risorse'. Intanto l'Emilia-Romagna si prepara e redige la mappa energetica regionale. Oli studi sono avviati, porteranno a un'indicazione visiva su una carta topografica, di tutte le possibilità esistenti. Nel campo idrologico, per esempio, uno studio che si rifa al Piano regionale delle acque esamina la possibilità energetica di Invasi predisposti per rifornimento idrico-potabile e lo fa in quella filosofia dell'uso plurimo delle acque che si sta facendo strada da anni. Accerta cosi che l'invaso di Badia Tedalda sulla Marecchla a 43 chilometri da Rimini, con un volume utile di acqua di 19 milioni e mezzo di metri cubi (costo stimato 31,3 miliardi di lire 1975, data del Piano) potrebbe garantire una producibilita media annuale di circa 22 milioni di kWh. E l'invaso di Senatello, sempre sulla Marecchia, a 35 chilometri da Rimini, con 68 milioni di metri cubi, potrebbe dare, sempre come produzione media annuale, 31 milioni di kWh. Un altro invaso, quello di Montecastello, sul fiume Savio, a 19 chilometri da Cesena, avrebbe una producibilita annuale di 23 milioni di kWh; e quello di Moscheta, sul torrente Veccione (bacino idrografico principale del fiume Santerno) a 35 chilometri da Imola, 19 milioni e mezzo. E cosi, per non lasciar nulla di intentato, consci che la sfida energetica è anche una sfida delle nuove tecnologie, ecco che nella mappa spunta anche il Pec, un impianto sperimentale per la prova degli elementi di combustione nucleare (Pec è infatti la sigla di Prova Elementi Combustibili). Una commissione consultiva incaricata il 3 luglio 1980 dal governo di esprimersi sul significato tecnico ed economico del Pec, ha espresso parere positivo per -l'utilità che il progetto riveste sia nel quadro dello sviluppo dei reattori veloci (autofertilizzantl) sia per quanto riguarda l'entità dello sforzo finanziarlo e produttivo richiesto: Un Impianto, quindi «ad alto rischio* con un reattore da 118 MW termici, raffreddato a sodio per «io studio del comportamento di etementi dt combustione in condizioni termiche e neutronlche analoghe a quelle delle centrali nucleari veloci: Le popolazioni locali e i pubblici amministratori della zona del Brasimone di proprietà Cnen nel Comune di Camugnano (Bologna) vicino al confine con la Toscana, dove sarà collocato l'impianto (•doveva essere pronto per il 75, speriamo che lo sia alla fine degli Anni 80) — dice Severi — hanno sempre assunto di fronte a questo problema una posizione di estrema coerenza, un atteggiamento mai di chiusura aprioristica'. Al progetto lavora, con il Cnen, la società Nlra che alla fine del '79 gli aveva già dedicato 3 milioni di ore equivalenti al lavoro di 750 uomini per un anno; 172 miliardi di lire per progettazione, forniture e appalti, 73 miliardi quali costi maturati. g. d.