Una regione che esporta sui fili della luce. Ma quanto durerà?

Una regione che esporta sui fili della luce. Ma quanto durerà? In attesa del piano energetico nazionale, non sono poche le preoccupazioni per gli amministratori e gli operatori Una regione che esporta sui fili della luce. Ma quanto durerà? BOLOGNA — «J7futuro di-1 rv»»if/> dnll'enernia. dice l'as- BOLOGNA — 'Il futuro di pende dall'energia' dice l'assessore all'Industria, Artigianato, Energia, della Regione Emilia-Romagna Emilio Severi e non lo dice certo con l'aria di chi ha scoperto una nuova galassia. Lo dice con la consapevolezza che il problema è da affrontare. Qual è la situazione attuale? Proprio l'8 luglio il tema è. stato affrontato in Consiglio regionale sulla base di un'ampia relazione dell'assessore e da essa desumiamo i primi dati. Nel 1963 l'Emilia Romagna consumò 4,160 miliardi di kWh e l'Italia 62,769; dieci anni dopo, 1973, le cifre erano già salite rispettivamente a 8,723 e a 125,829 miliardi di chilowattora; nel 1978 l'Emilia è passata a 10,998 e l'Italia a 151,955. Ne risulta che la media annua d'incremento tra il 1963 e il 1973 è stata per l'Emilia-Romagna del 7,7% e per l'Italia del 7,2; nel periodo dal '73 al '78 questa media è scesa al 4,7 per l'Emilia e al 3,8 per l'Italia. Questi sono consumi reali, se aggiungiamo le perdite d'esercizio (in rete e alla produzione), il consumo emiliano è stato nel 1978 di 11.854 miliardi di kWh e quello nazionale di 166,775. Restiamo ai consumi reali, Vediamoli per categorie di utenza. L'agricoltura è quella che ha fatto 1 balzi piti elevati passando dagli 80 milioni di KWh del 1063 ai 184 del 1973 con un incremento medio annuo dell'3.7% e nel 1978 è salita a 443 milioni: incremento annuo 19,2%. Per un raffron-1 to diciamo che l'asricoltura l annuo 19,2%. Per un raffron to diciamo che l'agricoltura nazionale ha avuto un incremento annuo dell'8,5% nel primo decennio, dell'11,5 nel secondo periodo considerato. L'industria è passata dai 2,739 miliardi di kWh consumati nel 1963 ai 5,345 del '73 (incremento medio annuo 6,9% contro 11 6,3 della media nazionale), ai 6,308 del 1978 (incremento medio annuo del 3,4%, quello nazionale è stato del 2,8). Oli «usi domestici» hanno avuto l'incremento più forte nel primo decennio considerato sia in Emilia-Romagna (10,7% annuo) sia in Italia (10,6) e si comprende benissimo, basti pensare al boom degli elettrodomestici. Comunque la Regione è passata dai 618 milioni di kWh del '63 a 1 miliardo e 705 milioni del '73. Nel '78 i chilowattora consumati in Emilia per usi domestici sono stati 2 miliardi e 347 milioni e in Italia 34,404 miliardi: l'incremento annuo è sceso rispettivamente al 6,6 e al 6 per cento. Poi cfsohcfgli «altri" usi» vale a dire illuminazione pubblica, trasporti, eccetera, con un consumo passato dai 732 milioni di kWh del '63 a 1 miliardo e 489 milioni nel '73 a 1 miliardo e 900 milioni nel '78: l'incremento annuo è sceso dal 7,4% del primo periodo al 5 del secondo (ma su scala nazionale il consumo è passato da 9,56 a 18,849 a 23,465 miliardi e l'incremento è sceso dal 7 al 4,5%). Vediamo ora una più di stinta suddivisione dei consu- mi industriali emiliani che nel stinta suddivisione dei consu mi industriali emiliani che nel 1978 sono stati, come abbiamo visto, di 6,308 miliardi di kWh. Eccoli: industrie estrattive 97 milioni di kWh (37 nel '63, 59 nel '73); siderurgiche e metallurgiche: 215 milioni (67 nel 63. 179 nel '73); meccaniche: 925 milioni (233 nel '63, 613 nel 73); alimentari: 945 milioni nel '78 (rispettivamente 416 e 878 negli altri due anni considerati); lavorazione dei minerali non metalliferi: 1 miliardo e 510 milioni (contro rispettivamente 527 milioni e 1,097 miliardi); altre industrie: 1 miliardo e 50 milioni (rispettivamente, in precedenza, 385 e 896 milioni). Infine le industrie chimiche che sono le più grandi divoratrici di energia: 1.065 miliardi di kWh nel 1963 ; 1,623 nel 1973 e 1,566 nel 1978. Facciamo ancora un altro raffronto, sulla percentuale del consumo di energia elettrica delle industrie di base rispetto al totale del settore industriale e sempre riferendoci agli anni presi come punto di riferimento: 1963, 1973, 1978. Dunque: Emilia-Romagna rispettivamente 43,3%, I 34,6%, 29% ; Italia settentrio- naie 52.2. 49.1. 46.1 : totale Ita- 34,6%, 29%; Italia settentrionale 52,2, 49,1, 46.1; totale Ita lia 52,3,53,1.50,5. Di fronte a! consumo, qua! è la situazione degli impianti e della produzione? Ecco un'altra tabella ricavata sempre dalla relazione dell'assessore al Consiglio. La potenza massima installata dall'Enel in Emilia-Romagna è passata dai 445 MW (Megawatt) del 1963 ai 3942 del 1978 facendo le seguenti tappe: 1124 MW nel 1966,1481 nel '70,2785 nel '73 (in Italia la potenza installata dall'Enel è salita dai 13.202 MW del '73 ai 34.608 del'78). Ecco i dati della produzione in miliardi di kWh: 1.745 prodotti dall'Enel in Emilia-Romagna nel 1973 contro i 47,651 che l'Ente ha prodotto in Italia nello stesso anno; 1,340 nel 1966 (contro 60,373); 6,730 nel 1970 contro 82,773; 12,484 nel 1973 contro 109,230; infine nel 1978 la produzione è stata di 14,481 miliardi di kWh in Emilia-Romagna contro 1 135,896 della complessiva produzione dell'Ente nazionale. Come è noto ci sono anche altri produttori di energia, in I particolare le Aziende munì- einalizzate e eli autODrodutto- particolare le Aziende municipalizzate e gli autoproduttori. In Emilia-Romagna le. Aziende municipalizzate non producono energia, ci sono però autoproduttori, vale a dire industrie che si fanno l'energia per conto proprio. Sono soprattutto aziende chimiche e petrolchimiche del polo di Ferrara-Ravenna. Nella statistica questi produttori (che vengono definiti «terzi» accomunando autoproduttori, aziende elettriche municipali e altre aziende, piccole, non nazionalizzate) hanno in Emilia una potenza installata che è attualmente di 563 MW e in Italia di 10.410 e la loro produzione in regione è stata, sempre nel 1978, di 1,686 miliardi di kWh contro i 39,145 miliardi su scala nazionale. La relazione precisa che la produzione di queste aziende copre una quota molto limitata, cioè il 10,4% di quella totale emiliana, mentre-a livello nazionale la quota dell'autoproduzione e delle municipalizzate è il 22,4%. Ad ogni modo nel 1978 (e ancora attualmente, escludendo Caorle che sarà conta- I ta quando entrerà definitiva-1 mente in funzione) l'Emilia- ta quando entrerà definitivamente in funzione) l'EmiliaRomagna ha una potenza complessiva installata di 4505 MW e ha avuto una produzione, sempre nel '78, di 16,167 miliardi di kWh (o se si preferisce, 16.167 GWh, gigawattore, simbolo che indica milioni di kWh). Di fronte a una produzione nazionale (Enel e terzi.) di 175,041 miliardi. L'Emilia-Romagna, quindi, produce più energia di quanta ne consumi, vale a dire «esporta» energia in altre regioni. Nel 1978, secondo dati Enel, il surplus è stato di 2,9 miliardi di kWh. Ma questa situazione felice sta per finire: lo sviluppo dell'industria e dell'agrucoltura e il conseguente aumento di richieste fa stimare che ben presto anche l'Emilia-Romagna sarà in deficit. Per il 1987, cioè fra sei anni è previsto in 4,5 miliardi di kWh e nel 1990 in 8,6. Di fronte a questa prospettiva, quali sono le proposte? Severi non ha esitazioni: •Da almeno 5 o 6 anni le Regioni, tutte le Regioni, denunciano la mancanza del piano energetico nazionale. Tutti i ministri lo hanno promesso, nessuno, per un motivo o per l'altro, lo ha realizzato. Ora noi chiediamo al ministro Marcora di fare questo piano: Aggiunge una nota personale, curiosa, che mette a fuoco anche la personalità estroversa dell'uomo: «Con Marcerà io ho un filo diretto, abbiamo una specie Ai destino comune. Ci conosciamo bene, nonostante la differenza d nartitn rwrrhé ini Inmhar'ir nonostante la differenza di partito, perché lui, lombardo, ha un'azienda agricola nel Parmigiano. Ma soprattutto abbiamo questo destino comune: io sono stato per sette anni assessore all'Agricoltura, poi lui è diventato ministro dello stesso settore; un anno fa io sono diventato assessore all'Industria e all'Energia e lui ora ne è ministro. Ci siamo già incontrati e la mia richiesta è stata questa: a breve termine se non il piano energetico complessivo, almeno dateci le note di lavoro da seguire, secondo le nostre competenze: Che in materia energetica sono ben poche comunque, specie quelle relative ai siti, fondamentali. Parlando di «disponibilità» vuol essere più preciso: -Non intendiamo accollare ad altre regioni l'onere di produrre questa energia per noi: — Ma il carbone? domandiamo. «Con una lettera del 23 ottobre 1980 il presidente dell'Enel Corbellini, invitò il presidente della nostra Regione, Turci, a esaminare, noi e Enel insieme, la possibilità di installare una centrale a carbone nel territorio ravennate, proprio per rispondere a quel deficit previsto. Certo che discutiamo, ma il problema del carbone va visto globalmente, su scala nazionale. Fare una centrale a Ravenna, vuol dire pensare di trasformare quel porto in un terminale carbonifero?'. Il problema del carbone va quindi ben oltre Ravenna e l'Emilia. d. Karl).

Persone citate: Marcora, Romagna Emilio, Severi, Turci