«Sandalo non è una spia, è un vero pentito» il suo legale chiede clemenza ai giudici di Claudio Giacchino

«Sandalo non è una spia, è un vero pentito» il suo legale chiede clemenza ai giudici Al processo di Torino contro PI concluse le arringhe dei difensori «Sandalo non è una spia, è un vero pentito» il suo legale chiede clemenza ai giudici TORINO — Si sono concluse al processo delle Vallette contro Prima linea le arringhe dei difensori. Oggi e domani repliche del pubblico ministero e degli avvocati, poi, quasi sicuramente venerdì, la Corte entre-\ in camera di consiglio pe.' decidere la sorte dei 94 imputati. La sentenza è prevista per l'inizio della prossima settimana. L'udienza, la 46', è dedicata all'intr <;nto dell'avv. Gabri, patron., di Roberto Sandalo, grande pentito di PI che con la confessione ha dato un aiuto eccezionale agli inquirenti per smantellare la sua organizzazione. La quasi totalità degli accusati è finita in carcere grazie alle dichiarazioni di questo giovane che dopo aver praticato la violenza per anni si è dissociato, una volta arrestato, dal terrorismo ed ha raccontato, con meticolosità, la storia di Prima linea e dei suoi militanti. Sandalo non ha rievocato roltanto fatti e misfatti di circa cento ex compagni, ma ha parlato a lungo anche di sé, accusandosi tra l'altro di un omicidio, quello del vigile ur¬ bano Bartolomeo Mana. freddato durante la rapina ad una banca di Druento l'estate del '79, che diversamente sarebbe rimasto impunito. L'arringa di Gabri dura un'ora e mezzo: in piedi nella gabbia numero 1, interamente riservata a lui solo, le braccia conserte sul petto, Sandalo non si perde una parola di quanto dice il legale. E di quanto, a più riprese, gli urlano contro, ora con scherno ora con ironia, i duri rinchiusi nei due recinti al fondo dell'aula. Minacce e insulti dei compagni di un tempo non scalfiscono l'impassibilità del pentito e la meditata eloquenza del suo difensore. Gabri ammonisce i giudici a non commettere gli errori che - lo Stato da dieci anni continua a commettere sul fronte del terrorismo* e si sofferma, per contestarle una a una, sulle qualifiche 'fellone*, *spia*, .traditore*, 'falso teste* che nel bunker delle Vallette sono state appioppate dagli imputati e da altri legali a Sandalo. «72 mio assistito — afferma Gabri — ha parlato per libera scelta, la sua dissociazione dalla lotta armata è sincera. In un verbale di interrogatorio Sandalo ha voluto fosse precisato che non gli interessavano i benefici di legge previsti dall'articolo 4 del decreto Cossiga*. Dal gruppo dei duri sì levano commenti sarcastici. •Pensa te... questa è buona*, a fatica il presidente Bonu zittisce il coro; Gabri può continuare a spiegare come e perché il suo cliente è giunto alla decisione di uscire dal tsrrorìsmo. Sostiene che tutta la storia di Sandalo «è scandita da una, purtroppo anche tragica, baldanza giovanile*, ma che in essa non si trovano 'neppure un attimo, un episodio di vigliaccheria*. Altri sarcasmi dei duri diventano poi una babele quando il difensore dice: .Sandalo non è un infame o una spia. Avrebbe potuto comodamente evitare l'arresto, invece si è lasciato prendere, ha accettato la malasorte perché essa era l'unica via per recuperare se stesso. Si è assunto tutte le sue responsabilità; assurdo ed inqualificabile che su questo ragazzo sia stato gettato il fango di tante accuse gratuite*. Conclude Gabri: «Llmputato merita l'art. 4 e la sospensione condizionale della pena. Che la Corte sappia dare una risposta eccezionale al contributo eccezionale offerto da Sandalo nella lotta contro l'eversione. Signori giudici, il Paese attende da voi una sentenza di coraggio, che indichi a tanti giovani che vogliono farla finita con la violenza per quali vie passa la rottura con il terrorismo*. Claudio Giacchino

Luoghi citati: Torino