Nessuno ha manipolato le intercettazioni Sipra

Nessuno ha manipolato le intercettazioni Sipra La superperizia: si è sbagliato il primo perito Nessuno ha manipolato le intercettazioni Sipra Le telefonate del presidente Dantico erano state registrate per l'inchiesta sulle sovvenzioni ai partiti - Nuovi interrogatori TORINO — Le registrazioni di un numero consistente di telefonate del presidente della Sipra on. Vito Damico non hanno subito contraffazioni. Il «giallo», collaterale all'Inchiesta su presunte irregolarità amministrative della società pubblicitaria, trova definitiva soluzione nel documento di alcuni periti che smentiscono le conclusioni di un collega incaricato, mesi fa, di trascrivere le conversazioni (registrate dalla Guardia di Finanza). L'errore quindi è del perito: ha usato per l'audizione un apparecchio monofonico, mentre i nastri erano stati impressi con un registratore stereofonico a quattro canali. Se il tecnico si fosse servito dell'apparecchio adatto, l'inchiesta giudiziaria, già complessa, non avrebbe subito una battuta d'arresto né offerto materiale per notizie che in quel momento non potevano essere ignorate per la loro gravità. Che cosa è accaduto, è presto detto. Ad un certo punto dell'inchiesta, si apprende che parte delle intercettazioni sono incomprensibili. Il perito nominato dai giudici di Torino fornisce una relazione in cui è scritto che 1 nastri hanno subito una manipolazione. Da chi? Dai sottufficiali della Finanza incaricati di registrare le conversazioni del presidente Damico o, in un tempo successivo, da qualcuno che aveva accesso alle bobine dopo il loro deposito alla segreteria dell'ufficio istruzione? In entrambi i casi si chiede chiarezza poiché non è ammissibile sospettare che materiale cosi delicato sia stato manomesso. Il giudice istruttore dott. Palaia ordina Infatti una superperizia che finalmente spazza 11 campo dagli Inquietanti interrogativi che per dovere di informazione non si dovevano ignorare. Una «cantonata» del perito tecnico quindi, di cui nessuno è colpevole. Chiuso questo capitolo, resta da chiudere quello più ampio delle indagini sulle accuse mosse alla società pubblicitaria, che sono queste: l'aver violato la legge sulla sovvenzione pubblica dei partiti e commesso peculato «per distrazione». Per accertare eventuali illeciti, il giudice Palaja ha interrogato in questi giorni i mas¬ simi responsabili amministrativi della stampa quotidiana e periodica nazionale. Lo scopo è stabilire se è lecito o meno il cosiddetto «traino», un espediente di cui la Sipra si sarebbe servita come esclusivista della pubblicità televisiva e radiofonica per contrattare spazi pubblicitari da destinare alla Rai e contemporaneamente a giornali e riviste. Per l'accusa, la Sipra avrebbe privilegiato, nel concedere pubblicità televisiva, le ditte che nel contempo si impegnavano a garantire «spazi» anche sui quotidiani e pe¬ riodici di cui la società aveva (ed ha) l'appalto. La destinazione di pubblicità cosi raccolta a giornali di partito costituirebbe, in particolare, violazione della legge sul finanziamento dei partiti stessi. La magistratura indaga inoltre su presunte irregolarità dei bilanci societari: pare che la Sipra abbia gestito un «fondo nero» di parecchi miliardi. La documentazione amministrativa è ora all'esame di un collegio di tecnici che entro alcuni mesi dovrebbe dare una risposta in merito. Pier Paolo Benedetto

Persone citate: Damico, Palaia, Palaja, Pier Paolo Benedetto, Vito Damico

Luoghi citati: Torino