Haig «colomba» la spunta su Weinberger Washington più morbida su Europa-Urss

Haig «colomba» la spunta su Weinberger Washington più morbida su Europa-Urss Alla vigilia di Ottawa il ministro della Difesa Usa voleva un Reagan duro con gli alleati Haig «colomba» la spunta su Weinberger Washington più morbida su Europa-Urss Protesta, in margine al vertice, di migliaia di aderenti ad associazioni pacifiste e religiose, guidate dal Nobel della pace Noel Baker - Tra le eccezionali misure di sicurezza il segreto sui «menù» dei sette DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE OTTAWA — La vera prova di forza del vertice di Montebello è avvenuta non questa settimana ma quella scorsa, e non tra Reagan e Mitterrand, né tanto meno tra Reagan e Schmidt, bensì tra i due ministri più potenti del governo americano: il segretario di Stato Haig e il ministro della Difesa Weinberger. Oggetto del contenzioso, la limitazione delle esportazioni all'Urss e della •dipendenza» europea, in particolare tedesca, dal metano sovietico. La prova di forza era cominciata il giorno 13, quando l'ufficio di Schmidt aveva affermato che il contratto per il gasdotto siberiano «era praticamente completato». La Casa Bianca aveva telefonato subito a Bonn, e il Cancelliere aveva ritirato la dichiarazione, non senza imbarazzo generale. A quanto riferito dal New York Times da Washington, e indirettamente confermato dal braccio destro di Reagan, Meese, l'incidente ha dato al •falco» Weinberger l'occasione di chiedere «una drastica riduzione» dei commerci Est-Ovest. Il ministro della Difesa ha sostenuto che i rapporti economici con Mosca de¬ vono essere trattati «come una estensione dei rapporti militari», e improntati perciò non alla collaborazione ma al confronto. Lo ha spalleggiato il direttore della da, Casey. Weinberger ha presentato a Reagan un voluminoso dossier, in preparazione dallo scorso febbraio, quando i sette avevano deciso di affrontare il problema a Montebello. E'un segno dell'influenza di cui gode presso il presidente che Haig sia riuscito a bloccare il tentativo di Weinberger. Il segretario di Stato ha fornito alla Casa Bianca una complessa documentazione sulla necessità di -non chiudere tutti i canali commerciali» con l'Urss, ammonendo che in un caso siffatto il comportamento del colosso comunista poteva diventare incontrollabile. Secondo Haig, bisogna limitare solo le esportazioni delle altissime tecnologie e dei prodotti di possibile impiego strategico. Su questo terreno, gli Stati Uniti riusciranno a strappare l'assenso agli alleati. Il segretario di Stato ha mediato anche sul gasdotto siberiano. Weinberger e Casey intendevano forzare la Germania e altri Paesi europei a ri¬ nunciarvi. Con argomentazioni analoghe, egli ha introdotto il concetto della •rete di sicurezza», ossia della limitazione delle forniture di metano sovietico. «A questo scopo — ha spiegato — conviene che gli Stati Uniti offrano ai tedeschi fonti alternative di energie, contribuiscano ad ampliarne le riserve, e costruiscano con essi un altro gasdotto esclusivamente occidentale». Per dimostrare la disponsibilità americana a negoziare con l'Europa, ha aggiunto, è anche opportuno che noi non rifiutiamo all'Urss scavatrici e trattori da essa richiestici per il progetto. Uno degli argomenti in discussione oggi al vertice è il terrorismo. I Sette hanno deciso all'ultimo momento di affrontarlo, dopo la recrudescenza degli attentati in Irlanda, Italia e via di seguito. L'argomento è - top secret»: si discute infatti dei possìbili agganci terroristici all'Urss attraverso la Libia e il Fronte della liberazione della Pale-, stina. L'obiettivo è il coordinamento delle attività preventive dei servizi segreti. E' previsto un accenno anche al ferimento del Papa. L'ossessione della sicurezza al vertice di Montebello è meno palese che a Venezia, nel senso che non vi sono mitra in bella vista. Ma le misure prese sono straordinarie. I giganteschi elicotteri militari americani, i motoscafi che pattugliano il fiume Ottawa e il canale Rideau, i sommozzatori e i -para» inglesi, persino le pittoresche «giubbe rosse» conferiscono a Montebello l'aspetto di un castello assediato. Le precauzioni sono tali che i menù delle cene non vengono dati in anticipo perché nessuno cerchi di avvelenarli. Si è così saputo solo ieri che cosa i capi di Stato e governo hanno mangiato nel loro incontro privato di domenica: consommé di code di castoro; crévettes al pernod; arrosto di agnello québecois; contorno di patatine fritte, fagiolini, piselli; gelato e paste, caffè, il tutto innaffiato da Ch&teau Haut Brion del 73 e da Veuve Cliquot. Una certa curiosità ha destato la protesta, in margine al vertice, di 4000-5000 persone radunate da associazioni pacifiste e religiose. Oltre a organizzare un vertice •popolare» costoro hanno anche indetto una marcia davanti alle ambasciate dei sei ospiti del governo canadese e al Parlamento. La protesta ha coinvolto tutti: i capi di Stato e di governo; «i veri terroristi» diceva un cartello, sono in particolare la signora Thatcher per la repressione in Irlanda, e Reagan per il Salvador. Ha aperto la marcia un inglese novantunenne, Noel Baker, premio Nobel per la pace per la sua opposizione alla bomba atomica. Il filosofo ed economista marxista americano Sweezy ha denunciato il vertice dei Sette come una «operazione propagandistica... destinata a nascondere alle masse la gravità dell'attuale situazione economica e politica». Non si sono verificati incidenti, e c'è stato un solo arresto, di un ragazzo che aveva rubato una bandiera inglese. Il vertice sta confermando che il presidente Reagan è un uomo di grande fascino e un formidabile diplomatico. Ha conquistato subito la folla fermandosi ad autografare il braccio ingessato di un bam¬ bino in attesa del suo arrivo all'aeroporto, e trascinando poi per una rapida cavalcata il cancelliere tedesco Schmidt su un'automobilina elettrica per i campi di golf. Nel corso delle discussioni, offre a tutti una specie di zuccherino, le sue caramelle preferite, che gli aiutanti avevano dimenticato a Washington, e Trudeau gli ha procurato in un negozietto di Ottawa. Per cortesia, il premier canadese lo fa sedere sempre alla sua destra. Reagan avrebbe voluto cedere il posto o a Schmidt, l'unico leader ad aver partecipato a tutti e sette i vertici, o a Mitterrand, che evidentemente vuole conquistare, ma i due hanno rifiutato. Persino il presidente socialista francese sembra trovare simpatico il superconservatore americano, tanto che gli ha manifestato il desiderio di incontrarlo almeno una volta all'anno. Non senza ironia, per questa armonia esteriore e per la forma dell'immenso tavolo a cui si svolgono le discussioni, un cronista ha ribattezzato i Sette «i cavalieri della tavola rotonda», e. c.