Kania imbarca i conservatori nei nuovo Politburo del poup

Kania imbarca i conservatori nei nuovo Politburo del poup Varsavia: conclusione a sorpresa d'un tormentato congresso Kania imbarca i conservatori nei nuovo Politburo del poup Mentre tutti aspettavano che nel massimo organo politico entrasse Rakowski, il negoziatore con i sindacati è stato sacrificato per far posto al «duro» Siwak che si affiancherà a Olszowski - Emerge il vero uomo forte del regime: il premier Jaruzelski DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE VARSAVIA — Coi' due giorni di ritardo sul previsto ieri si è concluso il movimentatissimo Congresso del partito operaio polacco. Lo ha chiuso con un discorso il primo segretario Stanislaw Kania, apparso più sicuro e rinfrancato di quanto fosse all'inizio. Secondo lui, il partito è uscito dalla crisi e ora deve cimentarsi nel compito più difficile, che è quello di portare il Paese fuori dalla crisi. « Quando usciremo dal Palazzo del Congressi ci aspetta fuori una realtà difficile. Il Paese versa in condizioni gravi. Siamo minacciati da nuovi conflitti; ha detto Kania per sostenere che «la linea del rinnovamento socialista non ha alternative» e che la via giusta per porre fine alla crisi è quella delle -trattative e delle intese sociali». Il partito riconferma la sua disponibilità ad un «largo fronte nell'interesse della Polonia» a condizione che non sia messa in questione la «sua sostanza socialista». Su questa scia, ha detto Kania «saremo un partito di rinnovamento socialista ma anche un partito di lotta contro ì nemici e l'anarchia dilagante». Il leader polacco ha di conseguenza ammonito che «la democrazia non può vivere a lungo se il Paese proseguirà nel caos e nella disfunzione economica», chiedendo al popolo nel nome del partito •comprensione e appoggio». Rivolto poi al partito Kania ha interpretato l'esito delle votazioni per il Comitato Centrale come espressione della volontà della base e dei delegati di avere un massimo organo -operaio contadino militare». Ha voluto consolare i funzionari dei «voivodati' non eletti dicendo che i delegati ovviamente hanno voluto avere nel Comitato Centrale più militanti semplici e meno gente con altre cariche, ma che ciò non significa che sia stata ritirata la fiducia a questi ultimi: tE'importante che la mantenlate nei vostri voivodati, ai posti che occupate». Una frase di Kania si riferiva agli aspri confronti avvenuti nelle sessioni a porte chiuse e rifletteva la sua preoccupazione che ciò non si traduca in una persistente spaccatura del partito in frazioni: «In un partito marxista-leninista c'è posto solo per un partito». Questa preoccupazione deve avere ispirato Kania anche quando compilava la lista del nuovo Politburo, da presentare al Comitato Centrale. Con sorpresa di tutti, infatti, egli ha compreso insieme con i rinnovatori un buon numero di conservatori. Ha spiegato cosi la lista: -Nel Politburo sono presenti le differenti opinioni esistenti nell'ambito della linea del rinnovamento socialista, il che servirà bene all 'unità del partito». Tra i quindici membri del nuovo ufficio politico, solo quattro sono noti per aver fatto parte anche di quello precedente. Sono Kania, Jaruzelski, Barcikowski (fautori della cosiddetta linea «centrista») e Olszowski, leader dei conservatori. Tutti gli altri sono nuovi, tutti provenienti da organizzazioni periferiche, tranne Czyrek, ministro degli Esteri, e Milewski, ministro degli Interni. Due sono professori universitari: Messner, illustre economista di Katcwice, e Kubiak, della famosa Università Jagelonica di Cracovia. Tre sono segretari dei voivodati: Czechowicz di Lodz. Opalko di Tarnow e Porebskl di Breslavia. C'è poi il segretario di partito dei cantieri Lenin di Danzica, Labecki, l'uomo che è stato al centro degli scontri e delle intese scaturite dalla rivolta operaie. Degli operai fanno parte del Politburo ancora Romanik, un minatore, e l'unica donna, Zofia Grzyb di Radom, ìa quale si proclama membro di «Solidarietà». Una categoria a parte merita il quindicesimo membro del Politburo, operaio e segretario degli edili: Siwak. Durante il Congresso si era distinto per i durissimi attacchi ai liberali, accusandoli di socialdemocrazia e di riformismo revisionista il quale •finirebbe con il rompere il collo alla Polonia». Oggetto dei suoi attacchi era in primo luogo il vice-primo ministro Rakowski, notissimo per aver condotto le trattative con Walesa e risolto il momento più drammatico della crisi. Mentre tutti si aspettavano che appunto Rakowski sarebbe entrato nel Poliijuto, anche per equilibrare la presenza di Olszowski, Kania ha sacrificato il negoziatore e ha fatto posto al duro Siwak. La formazione simmetrica, fra il centro e le mezzali liberale e conservatrice, uscita dalle votazioni per il C.C., si vede cosi spostata asimmetricamente a favore dei conservatori. Oli amici di Kania spiegano che non si tratta di un cedimento ma dell'intenzione del primo segretario di tenere meglio sotto controllo gli avversari. Si tratterà piuttosto di una convinzione di Kania secondo cui i conservatori hanno avuto un'influenza sul Congresso più incisiva di quanto si potesse prevedere. Un lungo applauso aveva infatti accompagnato gli attacchi di Siwak a Rakowski. Si tratterà anche di una garanzia aggiuntiva che Kania ha voluto dare ai sovietici Ad ogni modo, almeno 8 dei membri del Politburo stanno sulle posizioni del rinnovamento moderato, cioè con Kania. Nella nuova segreteria del Comitato Centrale, con due vecchi e cinque nuovi membri, i compiti saranno distribuiti cosi: Barcikowski, organizzazione del partito; Olszowski, ideologia; Czyrek, relazioni internazionali; Kubiak, scienza ed educazione; Mieli al ek, agricoltura; Wozniak (un altro professore), economia e Milewski, generale, sicurezza e difesa. Kania esce in un certo senso ridimensionato dal congresso, al punto di essersi riconquistata la fiducia del Cremlino, fiducia che ancora un mese e mezzo fa sembrava essergli definitivamente ritirata. (Anche ieri un accento particolare nel suo discorso era posto sull'alleanza inscindibile e «teologicamente» indistruttibile con l'Urss). «72 congresso non lascia dubbi sul fatto che la Polonia sarà un alleato fedele dell'Urss e un elemento solido della comunità socialista», ha detto Kania per rivolgersi poi all'Occidente: -Non c'è stabilità in Europa senza la stabilità nella Polonia». Tuttavia Kania esce più stabile e sicuro, forte del crisma formale dato dal congresso alla sua linea ed alla elezione avvenuta secondo le migliori regole democratiche. Accanto a Kania si è profilato anche il vero uomo torto del regime: il generale primo ministro Jaruzelski. Il suo discorso è stato molto più netto ed incisivo di quello di Kania, manifestando un'estrema sicurezza e decisione. Mai un governante è stato cosi implacabile nel mettere a nudo il crollo del Paese: un calo di produzione del 15 per cento in un anno, una diminuzione dell'offerta del 10 per cento, un ulteriore indebitamento di 3 miliardi di dollari, una flessione dell'estrazione di carbone (fonte di valute) del 22 per cento in sei mesi ed uno scriteriato aumento dei salari del 23 per cento, senza copertura. Lo ha fatto con l'enfasi degli oppositori e perciò viene da chiedersi perché l'abbia fatto. Lo ha fatto per dire che il governo nell'autunno scorso, prendendo la rivolta operaia come una rivendicazione economico-sociale, aveva accolto le richieste credendo che ciò avrebbe dato un impulso alla produzione e al funzionamento dell'economia. -Purtroppo nulla di simile è avvenuto, mentre si avanzano altre richieste, minacciano altri scioperi e aumenta la tensione», ha detto il generale, per poi sostenere: «Si deve dire che ci sono limiti oltre i quali non si può andare, il governo deve reagire quando si sta portando l'economia dello Stato alla distruzione». E, rivolto a tutti i polacchi, ha tratto infine la conclusione: •Solo questo governo e nessun altro garantisce il progresso e la sicurezza della Polonia». E' la filosofia politica, ideologica ed anche storica di questo congresso. f.b.