Trentin: «Talpe Br nel sindacato» di Ezio Mauro

Trentin: «Talpe Br nel sindacato» Intervista al leader della Cgil sul terrorismo nella fabbrica Trentin: «Talpe Br nel sindacato» «Le cose che dice Mattina noi le affermiamo da tempo» - «Dissenso sui limiti dell'azione rivendicativa!) ROMA — Sul tavolo di Bruno Trentin è appena arrivato il messaggio della Uil che, dopo la clamorosa denuncia di Mattina sulle infiltrazioni delle Br nel sindacato, chiede adesso la convocazione di una segreteria unitaria per avviare su questo problema «una riflessione sema reticenze: Come risponderà la Cgil a questo invito alla discussione su un tema che ha già scatenato dure polemiche all'interno del sindacato? 'Risponderemo che siamo d'accordo — spiega Trentin —, perché la Cgil, senza la spinta di nessuno, sente da tempo l'esigenza di precisare l'impegno del movimento operaio organizzato nella lotta contro il terrorismo, tanto pia che le Br oggi hanno il sindacato nel mirino: e questo, probabilmente, alcune forze all'interno del movimento sindacale hanno tardato a comprenderlo'. E' un'accusa che lei rivolge a Mattina e alla Uil? •Non in particolare. Ma certo una parte della Uil in passato ha teso a distinguersi dalle posizioni assunte da chi — come la Cgil — tendeva a stabilire una netta demarcazione non solo nei confronti dei terroristi, ma di tutta un'area retrostante: un'area che mentre teorizzava una sorta di neutralità tra lo Stato democratico e l'eversione, in realtà era già base di appog¬ gio al terrorismo. E io ricordo che fu proprio Mattina, qualche tempo fa, a parlare di un pericolo di "germanizzazione'" dell'Italia: e questo per il fatto che alcuni settori del movimento sindacale attaccavano polemicamente i gruppi di Autonomia organizzata'. Questo significa che lei chiede ai dirigenti della Uil di fare autocritica, sul problema del terrorismo? 'Significa che io giudico benvenuta questa presa di coscienza della Uil, quando sostiene che certe forze cercano di colpire anche dall'interno il movimento sindacale, utilizzando talvolta il suo linguaggio e le sue esperienze: purché ci sia anche la coscienza del ritardo con cui si arriva a dire queste cose, e ci sia la consapevolezza delle occasioni perdute». Mattina però nella sua denuncia va oltre, perché sostiene che tra 1 dirigenti delle Br, tra coloro che Interrogano i prigionieri, ci sono sindacalisti. Lei è d'accordo? •Io non so se si può davvero dire che chi interroga Sandrucci è un sindacalista. Ma che esistano "talpe" delle Br anche all'interno del sindacato era già risultato chiaro da una serie di episodi che hanno poi portato all'uccisione di Guido Rossa. D'altra parte sappiamo che alcuni membri dei Consigli di fabbrica (e quindi dirigenti del sindacato) si sono rivelati fiancheggiatori dei terroristi, o terroristi essi stessi. Anche qui, non vedo novità: dall'Italsider, alla Fiat, alla Sit-Siemens, all'Alfa, la realtà di queste infiltrazioni nel sindacato l'abbiamo scoperta a nostre spese'. Lei dice che nelle dichiarazioni di Mattina non c'è nulla di nuovo. Ma allora perché si ha l'impressione che queste dichiarazioni abbiano creato disorientamento nel sindacato? 'Disorientamento? No, parliamo francamente: hanno creato perplessità, e dissenso. Perché se da un lato (di fronte a questa autocoscienza di Mattina sulla gravità del pericolo terroristico annidato anche al nostro interno) possiamo dire che è meglio tardi che mai, dall'altro lato tutto ciò non può giustificare la teorizzazione di una continuità tra l'azione rivendicativa del sindacate e il fenomeno terroristico. Su questo punto, il mio dissenso con Mattina è radicale, perché giudico totalmente gratuita e falsa la tesi per cui il terrorismo può appropriarsi delle parole d'ordine del sindacato per egemonizzare le lotte dei lavoratori. Le Br vogliono un'altra cosa, vogliono sostituire la paura all'azione collettiva di massa'. Lei dunque non pensa che il sindacato debba rivedere il suo linguaggio — come sostiene Mattina — se questo linguaggio serve alle Br per mimetizzarsi? «Afa davvero qualcuno pensa che un linguaggio anche radicale possa aprire varchi ai terroristi? Io non lo penso. Piuttosto sono certe indulgenze (che non sono mancate, e Mattina lo sa bene) verso un'area fiaheheggiatrice, o verso azioni che introducevano elementi di violenza nelle lotte collettive, che hanno rafforzato lo spazio del terrorismo. Bisogna saper fare questa distinzione. Guai se il sindacato si blocca, o rallenta la sua azione perché i terroristi si sono appropriati delle sue parole d'ordine. Anche questa è una forma di subalternità all'eversione. Le cose da fare sono altre'. Quali? .Prima di tutto, il sindacato deve svolgere la sua funzione, rilanciando la sua azione di lotta e di rivendicazione. E poi deve organizzare forme di mobilitazione e di controllo in fabbrica, per difendere l'impresa, i lavoratori e la propria politica dal terrorismo. Non voglio i "vigilantes". Voglio che non si ripeta ciò che è successo con Guido Rossa, che a un certo punto si è trovato solo al processo, a denunciare certi fatti. Se con lui ci fosse stato l'intero Consiglio di fabbrica, forse Rossa sarebbe ancoravivO'. Ezio Mauro

Persone citate: Bruno Trentin, Guido Rossa, Sandrucci, Trentin

Luoghi citati: Italia, Roma