Ottawa: accordo politico (ma nubi sull' economia)

Ottawa: accordo politico (ma nubi sull' economia) Oggi si conclude il vertice dei 7 Paesi più industrializzati Ottawa: accordo politico (ma nubi sull' economia) Libano: forse una missione congiunta tisa-Europa dopo quella di Habib - Restrizioni all'export di materiale strategico all'Urss - Summit franco-americano che potrebbe istituire un «rapporto preferenziale» - Sul dollaro tutto è stato rinviato a fine anno DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE OTTAWA — Una serie di decisioni inattese, dovute in parte a gravi sollecitazioni esterne, in parte alla revisione in corso nella politica estera americana, sono emerse a meta del settimo vertice delle nazioni piti industrializzate, conferendogli una particolare importanza. Le decisioni si sono delineate già tutte nei due cruciali incontri di domenica sera — la mattina di ieri in Italia — tra 11 presidente Reagan e il Cancelliere tedesco Schmidt prima, e ancora tra Reagan e Mitteranci poi. La prima decisione riguarda la consultazione avviata dagli Stati Uniti con gli alleati per un intervento pacificatore di emergenza in Libano, forse una amissione congiunta, successiva a quella di Habib. La seconda è di stabilire a ottobre, in una riunione dell'apposito comitato dell'Ocse, il Cccom, le restrizioni all'export tecnologico e parastrategico all'Urss e agli Stati comunisti, e limitazioni all'import di metano sovietico in Europa. La terza decisione si è concretata nell'annuncio di un summit a due tra il presidente americano e quello francese in quello stesso mese, il giorno 18, a Williamsburg in Virginia, summit che potrebbe istituire un rapporto consultivo preferenziale tra Parigi e Washington, simile a quello degli Anni 60 tra Londra e Washington e degli Anni 70 tra Bonn e Stati Uniti. Insieme con questi accordi non previsti o previsti solo parzialmente alla vigilia, tutti — va sottolineato — di carat- tere politico, il vertice ha dato anche le conferme di programmi già definiti. La più importante per l'Europa è quella dell'avvio dei negoziati Stati Uniti-Unione Sovietica per la riduzione delle cosiddette «armi di teatro» tra il 15 novembre e il 15 dicembre prossimi. Un'altra conferma è la riaffermazione degli impegni italiano, tedesco, inglese all'instaurazione degli euromissili, «impegno connesso con queste trattative' ha detto Spadolini dopo un colloquio a due con Schmidt, e «in vista della ripresa del processo della distensione'. Una terza è l'adesione americana, canadese e nipponica all'iniziativa della Cee per una conferenza sull'Afghanistan, alla quale si ritiene che l'Urss «non abbia ancora chiuso la porta». Una quarta conferma, attesa soprattutto da Italia e Canada, che temevano di restarvi esclusi, consiste nella garanzia che i vertici a sette continueranno e il loro secondo ciclo incomincerà l'anno venturo, come il primo, a Rambouillet, in Francia. Sotto il profilo politico, il bilancio del vertice di Montebello, nato tra enormi difficoltà, si preannuncia dunque assai più positivo di quanto si sperasse. Ciò è effetto degli eventi dell'ultima ora, come la recrudescenza della crisi libanese, ma anche dell'atteggiamento più conciliante assunto dagli Stati Uniti verso l'Europa e delle loro assicurazioni che «non cercano nessun confronto con l'Urss a nessun livello', nonché il disegno di Mitterrand, rivelatosi l'uomo-chiave della riunione. Il vertice sembra destinato a produrre entro pochi mesi una serie di iniziative che dovrebbero allentare le tensioni internazionali. E' significativo che, come a Venezia Cossiga un anno fa, cosi adesso anche- Trudeau, nella sua qualità di presidente di turno, faccia una dichiarazione programmatica ufficiale, a latere del comunicato economico. Il contenuto della dichiarazione è già noto. Dopo un breve esordio, esso ribadirà il consenso emerso tra i sette sui problemi politici indicati e conterrà anche l'avallo della proposta francese di una conferenza per la sicurezza europea dall'Atlantico agli Urali, 'attraverso misure di rafforzamento della reciproca fiducia-. In coda, vi sarà un'appendice sulla lotta al terrorismo. Sui problemi strettamente economici, il vertice non sta registrando invece i progressi che il mondo occidentale aspettava. I profondi contrasti sugli alti interessi bancari americani, sottolineati con fermezza dagli alleati, non sono stati risolti. Gli Stati Uniti si sono limitati a predirne un calo entro la fine dell'anno, « il limite temporale di tollerabilità per l'Europa', come hanno detto i francesi. Sempre i francesi hanno anche lasciato intendere di essere disposti a riesaminare in una conferenza «ad hoc» all'inizio dell'82 l'intera questione «nel caso che nel frattempo essi non fossero scesi a un livello soddisfacente'. L'incalzare degli avvenimenti ha imposto al vertice un ritmo frenetico sin dalle prime battute. All'arrivo a Montebello, domenica sera, Reagan ha voluto subito incontrare Schmidt, per manifestargli il suo allarme sulle importazioni di metano sovietico in Germania una volta ultimato il gasdotto eurorusEnnio Caretto (Continua a pagina 2 in prima colonna)