Le armi spaziali incubo imminente di Renato Proni

Le armi spaziali incubo imminente OSSERVATORIO Le armi spaziali incubo imminente L'America, si dice, è quel Paese in cui per un dollaro si acquistano tutte le aspirine necessarie per una vita ma poi si finisce con il consumarle in due settimane. La massima, costo a parte, è valida per la sicurezza che dovrebbe derivare dai moderni armamenti: in realtà, armi come i missili Cruise della Nato, che dovrebbero garantire la pace in Europa, esauriscono la loro funzione quasi prima ancora di essere dislocate, a causa dell'imminente avvento di armi ancora più sofisticate e micidiali. I raggi laser sono ormai vicini: in queste settimane la Usaf impiegherà il suo laboratorio a bordo di un Boeing per distruggere con quest'arma fantascientifica un missile balistico Polaris. Per dare un'idea di quest'arma, basterà dire che un razzo ipersonico che viaggia a seimila chilometri l'ora si muove solo di tre centimetri nel seimilionesimo di secondo in cui il raggio laser percorre un chilometro e mezzo, ad una velocità cinquantamila volte superiore. Questo tipo di arma sarà pronto, secondo il rapporto «La strategia del conflitto elettromagnetico» a cura del colonnello Fitts, tra cinquedieci anni. A differenza delle aspirine, il costo del progetto sarà di almeno cinquemila miliardi di lire, ma, come conseguenza diretta, la guerra nello spazio, nell'aria, sul mare e in terra non sarà più la stessa. Secondo uno studio del Pentagono, una stazione dotata di armi laser nello spazio può neutralizzare i missili intercontinentali, i razzi balistici lanciati dai sommergibili e anche gli ae¬ rei che volano ad alta quota. 11 segreto è Io sviluppo dello «spectrum», una derivazione del radar, le cui componenti ottiche forniscono le basi per il raggio laser. L'Urss, naturalmente, sta sperimentando le stesse armi, in una corsa folle alla «guerra dei mondi» da H. G. Wells. La nazione che disporrà per prima di queste armi potrà, non senza rischio, esercitare immense pressioni politiche sullo Stato rivale. Al limite, la guerra potrebbe trasferirsi dalla terra nello spazio. In questo contesto di prò gresso, diciamo cosi, tecnologico, un ruolo importante avrà il programma Shuttle, per i cui veicoli il Pentagono sta già costruendo centri militari spaziali nelle basi di Vandenberg e Peterson. Nel 1983 lo Shuttle porterà nello spazio un «sensore» a raggi infrarossi, il cui nome in codice è «Teak Rubi» e che controllerà praticamente ogni cosa che si muove nello spazio, missili compresi. Successivamente, verrà installato sullo Shuttle un congegno di punteria detto «Talon Gold», che servirà alle armi laser aerotrasportate. L'alternativa alla morte che viene dallo spazio è il negoziato tra la Nato ed il Patto di Varsavia. Il negoziato — a sua volta — è possibile in una atmosfera internazionale di distensione e di equilibri. Ma, avvertiva John Foster Dulles, che non era certamente una «colomba», «la pace sicura non sarà mai possibile fino a che l'umanità dedicherà le sue migliori intelligenze alla guerra». Renato Proni D missile «Omise»: non ancora in linea, già superato?

Persone citate: Cruise, John Foster Dulles, Peterson, Talon, Vandenberg, Wells

Luoghi citati: America, Europa, Urss