Babele a Fiumicino di Bruno Ghibaudi
Babele a Fiumicino Babele a Fiumicino (Segue dalla 1* pagina) ti solo da New York arrivano cinque Jumbo, con una media di 350 passeggeri ciascuno. In questo periodo a Fiumicino c'è un movimento di circa 50 mila passeggeri al giorno. Chi guarda dal fondo del tunnel vede salire dalla massa una specie di nebbiolina generata dalla traspirazione dei corpi. L'aria è insufficiente perché non c'è ricambio adeguato. Manca un posto di ristoro. I servizi igienici diventano insufficienti. I casi di gente che si sente male sono sempre più frequenti. E' un'emergenza che le strutture non sopportano. Appena tra la folla incominciano a circolare i 500 carrelliche vengono conquistati con foga da corpo a corpo e portati in giro dappertutto per non perderli, la massa si gonfia e ondeggia come impazzita. Tutta questa gente in attesa non sa che cosa fare e impreca, grida, si dispera, si ammassa contro gli sportelli di qualunque tipo per dire che sta perdendo una coincidenza 0 che non trova più una valigia. Perfino i gettoni telefonici si esauriscono rapidamente e i passeggeri devono peregrinare da una gettoniera all'altra. Sono imprecazioni in tutte le lingue. E' un inferno che dura ormai da cinque giorni e non si riesce a prevederne la fine. A scioperare sono una sessantina di addetti al carico-scarico dei bagagli ma la loro azione riesce praticamente a bloccare l'attività di quasi tutte le squadre. Non solo, ma l'attività residua risulta piuttosto rallentata. Ed ecco perché il poco che si fa lo si fa lentamente e, spesso, male. I ritardi d'avvio si ripercuotono poi a catena, e con amplificazione crescente, sull'attività bagagli di tutto lo scalo e di conseguenza anche sugli orari di tutti! voli. Quali sono le rivendicazioni in gioco? »Non chiediamo miglioramenti salariali — dice un addetto al settore bagagli della "Aeroporti Roma" —. / dirigenti della società devono capire una volta per tutte che non si può rimediare alle gravi carenze dell'organico con l'espediente dei "facenti funzione": consiste nel rimpolpare il numero dei trattoristi o dei caponastri con degli operai promossi per l'occasione allo stesso ruolo. E devono smetterla anche con le discriminazioni, a causa delle quali 1 raccomandati riescono ad avere incarichi superiori alle loro competenze, mentre persone die svolgono le atesse mansioni si vedono inquadrate a livelli diversi. Menefreghismo e assenteismo affondano le radici soprattutto in questa situazione-. •E' logico che per le rivendicazioni di una settantina di persone — esclama sconsolato un funzionario di una compagnia aerea americana — un'industria importante come quella del turismo venga progressivamente soffocata da situazioni come questa? Le prime indagini rivelano un calo del 25-30 per cento del turisino straniero in Italia. Non è un buon campanello d'allarme?». Non è da oggi che le compagnie aeree straniere protesta¬ no contro la situazione di Fiumicino. Da qualche giorno circola con insistenza la notizia secondo la quale alcune compagnie straniere avrebbero posto alla società «Aeroporti di Roma» una specie di ultimatum: se il caos non finisce e la situazione non si normalizza in tempi ragionevolmente brevi, saranno costrette a valutare i danni economici e d'immagine arrecati e a decidere di conseguenza. Per i voli che lo consentono potrebbero anche arrivare a sostituire Fiumicino con un altro scalo meno caotico, in Italia ma soprattutto in qualche Paese vicino più tranquillo. Non è una minaccia teorica. Esasperati dai ritardi, gli spedizionieri italiani l'hanno già attuata per le merci: anziché a Fiumicino, quelle del Centro-Sud vengono portate su strada fino a Milano, quelle di Milano sono smistate verso Francoforte e Zurigo. Bruno Ghibaudi
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