Marini e Gresti hanno parlato del disagio dei loro colleghi di Giuseppe Zaccaria

Marini e Gresti hanno parlato del disagio dei loro colleghi I due magistrati milanesi a colloquio con Pertini per un'ora Marini e Gresti hanno parlato del disagio dei loro colleghi ROMA — Carlo Marini, procuratore generale della corte d'appello di Milano, e Mauro Oresti, capo della procura, sono arrivati ieri al Quirinale con un pesante carico di preoccupazioni, e ne sono usciti con una garanzia che presto dovrebbe rivelarsi rassicurante: quella di avere al fianco, nella battaglia per sottrarre la magistratura a nuovi e più pesanti condizionamenti, un alleato come Sandro Pertini. L'incontro era stato chiesto con accenti drammatici, quelli che, poi, riflettevano fedelmente lo stato d'animo dei giudici del pubblico ministero, e dei milanesi in particolare. Marini e Oresti hanno incontrato il Presidente poco prima di mezzogiorno, per quasi un'ora gli hanno parlato del disagio dei loro colleghi, dello smarrimento per attacchi che questa volta non provengono dall'anti-Stato, e proprio per questo disorientano, amareggiano, spingono molti a reagire con le dimissioni. All'incontro non c'erano testimoni: il Presidente, dicono però al Quirinale, ha soprattutto ascoltato. E quando ha parlato per dire come la pensava, non ha modificato di una linea l'atteggiamento tenuto sull'intera vicenda «P2>, della quale le polemiche di oggi sono diretta conseguenza. Non è stato un discorso a senso unico: dell'autonomia della magistratura si è parlato, riferiscono, tanche rispetto alle strumentalizzazioni dei giudici a fini di parte». Quest'oggi, a Milano, probabilmente Marini e Gresti potranno essere più esaurienti raccontando ai loro colleghi delle assicurazioni del Presidente. Ma presto l'intervento di Pertini sembra destinato ad esprimersi in forme meno riservate e molto più incisive. Il Consiglio superiore della magistratura, appena rinnovato, dovrà affrontare al più presto il tema degli attacchi all'ordine giudiziario: a quella seduta, il Presidente parteciperà. A creare qualche perplessità, piuttosto, è l'atteggiamento dello stesso Csm, che nonostante le sollecitazioni della sua componente più rappresentativa continua a rinviare la discussione di questi temi. quasi a lasciarli decantare. Nei giorni scorsi i progressisti di >Unità per la Costituzione» avevano chiesto che dei tentativi di «mettere il guinzaglio» alla magistratura si discutesse nella prima seduta del nuovo Consiglio. Una seduta, ovviamente, da convocare al più presto. Tutto questo, invece, non è accaduto: negli ultimi giorni al palazzo dei Marescialli si è discusso intensamente, le riunioni si sono succedute: ma l'unico risultato, fino ad ora, sembra essere stato quello di rinviare, forse alla prossima settimana, forse anche più in là, la seduta da cui far scaturire la risposta dei giudici italiani a questi pesanti tentativi di accerchiamento. Quest'opera di pompieraggio, ha anche una spiegazione ufficiale: dall'esame complessivo della vicenda «P2» dovrebbero emergere anche responsabilità di ordine disciplinare per alcuni magistrati: inutile dunque analizzare il problema fino a quando la prima sezione — quella, appunto delegata a occuparsi di questi procedimenti — non sarà stata nominata. Il problema è che i componenti il Consiglio avrebbero dovuto riunirsi fin dall'altro ieri per queste no- '«ine: la cosa invece sarà ni Dvamente affrontata lunedi prossimo, con una sottintesa,- ma chiara intenzione di far slittare ancora di qualche giorno questi adempimenti formali. Le proteste non sono mancate: «Unità per la Costituzione» sembra abbia espresso le sue pressanti richieste anche in un documento che non è stato reso pubblico. Ma nessuno sembra in grado di superare l'orientamento che ormai si è dimostrato prevalente : il Csm aspetterà che le polemiche si siano attenuate, farà slittare la seduta che potrebbe rivelarsi una delle più importanti di questi anni fino al momento in cui sarà certo che nessuno potrà strumentalizzare la sua presa di posizione. Per molti, si tratta di preoccupazioni eccessive: le tensioni di questi ultimi giorni è opportuno che si allentino, è vero. Nel frattempo, potrebbe accadere che i giudici del pubblico ministero, già molto vicini a firmare una valanga di domande di trasferimento, ricevano la spinta decisiva dalla delusione di non vedersi difesi neanche sul piano formale. Giuseppe Zaccaria

Persone citate: Carlo Marini, Mauro Oresti, Pertini, Sandro Pertini

Luoghi citati: Dvamente, Milano, Roma