Verso le «Quattro giornate di Bologna» Ma i giovani risponderanno all'appello? di Sandra Bonsanti

Verso le «Quattro giornate di Bologna» Ma i giovani risponderanno all'appello? Approvate le «manifestazioni culturali» per l'anniversario della strade Verso le «Quattro giornate di Bologna» Ma i giovani risponderanno all'appello? Il de Bandinella: «Non vogliamo una specie di festival dell'Unità, con rock e panini» - Le polemiche, però, si vanno stemperando - Si spera che la parte spettacolare del programma varato non distolga i partecipanti dalle discussioni sul terrorismo - Le forze politiche divise anche sul problema delle indagini sull'attentato DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE BOLOGNA — À mezzanotte, quando il consiglio comunale di Bologna approva la delibera sulle •manifestazioni culturali in occasione del primo anniversario della strage del 2 agosto; ai banchi dell'opposizione sono rimasti tre democristiani, un socialdemocratico, una repubblicana, due missini e il liberale Agostino Bignardi, insonnolito e distratto. 'Un voto scontato» dice il capogruppo della de Bendinelli, quasi a giustificare i suoi colleghi di partito che lo hanno lasciato solo a combattere l'ultima battaglia contro le •quattro giornate di Bologna» come ormai tutti le chiamano. Il sindaco Zangheri dà un'occhiata veloce alla sinistra: il voto è stato compatto, anche i socialisti, questa volta, non si sono tirati indietro. Nella luce diffusa dai grandi candelabri di cristallo della sala del Consiglio, il volto pensieroso di Aurelio Saffi scruta i rappresentanti della citta. Dal grande finestrone lasciato spalancato arrivano i rumori dei giovani sul sagrato di San Petronio. Si intravede lontano una sagoma altissima: l'unica, immensa gru che alla stazione continua il lavoro cominciato il 2 agosto 1980. Domina ogni parte della città, sembra più alta, in questa luce lunare, persino della Torre degli, Asinelli da dove il 31 luglio prossimo Carmelo Bene, re delle manifestazioni, protagonista delle polemiche più accese, reciterà ai giovani europei, venuti a Bologna per discutere di terrorismo, i versi di un altro tempo violento e senza pace: l'Inferno di Dante «e anche un po' di Paradiso», dice Zangheri. I giovani risponderanno alla chiamata della giunta rossa? Capiranno che non di happening si tratta, ma di qualcosa di diverso e di nuovo, come vogliono gli armriinistratori della città? Mentre i consiglieri, ormai varato il programma con i suoi 350 milioni di spesa complessiva, sciamano in Piazza Maggiore, sui gradini della chiesa del Santo patrono, sedicenni coi capelli legati da spaghi unti e sfilacciati vibrano corde di chitarre che loro solo riescono Un agente di custodia arrestato a Treviso TREVISO — Il sostituto procuratore di Treviso, Domenico Labozzetta, ha fatto arrestare l'agente di custodia Antonio Polese, 21 anni, di San Leucio del Sannio (Benevento) per procurata tentata evasione, in relazione all'inchiesta sul tentativo di fuga dal carcere della città del brigatista rosso Michele Galati e di Luca Livieri, detenuto per l'uccisione di un appuntato ad ascoltare; altri, assieme a un triste cane randagio, si preparano a passare la notte nei loro sacchi a pelo; altri infine fissano nel vuoto la grande città. Risponderanno, i giovani? Un immenso cartello è già pronto, nel piazzale della stazione, per il benvenuto ufficiale. Dice: «Due agosto 1981: incontro a Bologna dei giovani d'Europa contro il terrorismo». Ma se queste erano le intenzioni iniziali, se queste sono sempre state le intenzioni della giunta, perché, allora, tante polemiche, perché è stata scritta quella che il giovane assessore alla Cultura, Sandra Soster, ha chiamato: « Una delle pagine più mortificanti della nostra storia»? La città è pronta a commemorare i suoi morti. Ieri mattina, sulla facciata ancora grigia di cemento dell'ala ricostruita della stazione, hanno incastrato la lapide con il lungo elenco delle vittime: 85 nomi, con accanto l'età, a partire dalia più giovane. Angela Fresu, di 3 anni, al morto più anziano, Antonio Montanari, di 86. Quelli di una stessa famiglia scritti uno accanto all'altro. Giovani geometri del Comune hanno lavorato a lungo per fissare con cura la lapide: proprio qui arriverà il 2 agosto il grande corteo silenzioso, si fermerà, sempre in silenzio, mentre le campane di Bologna suoneranno, tutte insieme. Qualcuno voleva che Zangheri prendesse la a i i o o i e o i e e o parola: 'Temono il vuoto», dice il sindaco. «Non capiscono l'importanza di quel silenzio che abbiamo scelto». E non ha preso la parola nemmeno in seduta di consiglio. Silenzio perché le cose che non vanno sono tante. In con-, siglio comunale l'eco degli errori, delle incomprensioni, delle strumentalizzazioni si è sentita in tutto il suo mesto significato. Le opposizioni hanno criticato soprattutto il metodo seguito dalla giunta nella preparazione del programma e alcune scelte culturali, Carmelo Bene al primo posto. 'Questa seduta», dice Federico Bendinelli, «ha un aspetto rituale, tutto è già stato deciso altrove, sin dal 20 maggio, quando l'assessore Soster presentò il programma di massima, che non era una proposta aperta, ma una specie di festival dell'Unità, un guazzabuglio di idee. L'accordo non lo si può trovare presentando un programma già uscito armato dalla testa di Giove... La de parteciperà solo alle manifestazioni di carattere istituzionale, alla marcia silenziosa, purché sia senza bandiere e con il gonfalone di Bologna nel quale tutti ci riconosciamo. Tutto il resto è uno show deviante, che c'entrano con la strage, rock e panini?». Zangheri interrope: »Ma lasci andare Bendinelli, qualcosa dovranno pur mangiare...». E via di seguito: de e psdi a sostenere che si è preparato un festival dissacrante. La giunta a dire che non è vero, che la polemica è un pretesto, tanto più che all'inizio 'eravamo tutti d'accordo e il consigliere de Tesini disse: che bel programma, mi piace moltissimo». Oltre al rock e a Carmelo Bene — tutti sembrano più o meno condividere l'idea che qualcosa di diverso dovesse esser fatto, e sui concerti di musica classica, su Pollini e sulla -Nona» di Beethoven non c'è disaccordo — c'è un altro punto a dividere sinistra e de: è il problema delle indagini. »Hanno cercato di non farci parlare di questo», dice Zangheri. 'dell'inadeguatezza dei servizi dello Stato preposti a questo fine, delle deviazioni». Alla critica di fondo: la parte «spettacolare» delle manifestazioni è stata organizzata per «invogliare» i giovani a partecipare? Il sindaco risponde: 'Nessuna condiscendenza, ma comprensione del loro modo di riunirsi, di muoversi, discutere e ascoltare. L'idea di partenza è stata proprio quella di fare qualcosa di utile. I riti formali inducono alla disperazione, noi vogliamo suscitare la speranza che il terrorismo possa essere sconfitto». Dal tribunale di Bologna arriva una parola di comprensione nei riguardi degli sforzi che tutta la città sta facendo, purché di quella strage si parli. «£ in questo senso anche le polemiche sono utili», dice il giudice istruttore Aldo Gentile che indaga sulla strage. Le strade che segue sono tre: «La pista nata a Roma sulle dichiarazioni di Farina: la pista libanese: e, infine, quella dei legami tra ambienti aretini e ambienti neofascisti... Tre piste che si incrociano, che hanno punti in comune. Certo, ci rendiamo conto che l'assenza di risultati clamorosi faccia pensare a un ristagno del lavoro, ma questo non è vero». Cosa vi manca, signor giudice? La segretaria interviene: «Per avere un armadio di metallo abbiamo aspettato sette mesi». Dice Gentile: «Ci manca che il potere politico si occupi di questo processo, che gli dia priorità, che sensibilizzi quegli organismi che devono collaborare con noi». Andrete anche voi a discutere di terrorismo, durante le «quattro giornate»? »H 2 agosto saremo qui, in questa stanza, tra le nostre carte. Il nostro lavoro è l'unico modo che conosciamo per commemora¬ ra re degnamente quei morti che aspettano giustizia». Mancano pochi giorni, ormai, all'inizio delle cerimonie. La città può trovare un'unità, può dimenticare le asprezze delle polemiche passate e presenti? I messaggi che arrivano da tutta Europa, da Simone Veil, da Willy Brandt, dal capo dello Stato Sandro Pertini, che ieri ha definito la strage come -la sfida più disumana e spietata del terrorismo alla coscienza e alla tradizione civile del nostro popolo», l'invito alla pacatezza che arriva dalle famiglie delle vittime, riusciranno a far si che non di festival si parli, ma di civile manifestazione? Anche il de Bendinelli è ottimista. Finita la battaglia in consiglio comunale, sbotta alla emiliana: «Afa si, state tranquilli, ci sarò anch'io, magari con barba finta, ad ascoltare quel Carmelo Bene sotto gli Asinelli...». Sandra Bonsanti