La grande pulizia di Renato Cantoni
La grande pulizia La grande pulizia La riunione più insidiosa di ogni ciclo mensile borsistico, quella dedicata alla stipulazione dei riporti, era particolarmente attesa per le note vicissitudini delle ultime settimane. C'era persino chi pronosticava addirittura un finale apocalittico. Tutto invece è andato per il meglio. Gli interventi sostenitori, promossi dalle autorità monetarie e dagli istituti bancari, sono parsi assai meglio coordinati e incisivi mentre i titoli da liquidare erano meno del previsto. In questo modo, dopo un inizio incerto e ancora cedente, i compratori hanno avuto il sopravvento e la seduta si è conclusa soddisfacentemente. E' stata forse la riunione più equilibrata di luglio. Solo per alcuni valori, di scarsissima importanza, è staio necessario ricorrere al solito rinvio per mancanza di acquirenti o per eccesso di ribasso ma in questo caso non vi era nulla di sorprendente perché per i titoli di dubbia consistenza i ridimen- sionamenti, dopo ingiustificate esagerazioni rialziste, continueranno anche in futuro. Un lungo periodo di crolli, di brusche e sconsiderate oscillazioni, di errori previsionali e di sofferenza generale, dovrebbe essere così concluso con una nota distensiva. Incomincia ora la grande pulizia. Già ieri si è avuta conferma che a Roma un noto agente di cambio non sarà in grado di soddisfare i suoi impegni per l'insolvenza di un grosso cliente e che un altro si trova in difficoltà. A Milano corrono voci inquiete sulla sorte di alcuni operatori che si troverebbero impigliati in una confusa matassa a causa delle ripercussioni a catena dei fallimenti. Occorrerà attendere la fine di luglio per avere un quadro preciso della situazione, mentre, nel frattempo, potrebbero affluire sul mercato titoli oggetto di vendite obbligate. E' inutile farsi illusioni. La crisi in atto è proporzionale alle esagerazioni precedenti e necessiterà del tempo prima di ritornare alla normalità. La Borsa, probabilmente, diverrà molto più selettiva e questo sarà un grande vantaggio per la tutela degli investitori. Continua intanto la polemica sulle misure adottate dalle autorità centrali a sostegno dei corsi borsistici. L'utilizzo fino ad un massimo del 25% dei fondi di previdenza degli istituti di credito per investimenti azionari è giudicato da qualche esperto un pericoloso marchingegno che alla Fine potrebbe rivelarsi controproducente e pericoloso. Molto dipenderà dalla professionalità e dalla capacità dei gestori. Essi dovranno essere assolutamente indipendenti in sede operativa, altrimenti la Borsa ritornerebbe quel simulacro di mercato mobiliare che è sopravvissuto a malapena fra il 1975 e il 1977. Renato Cantoni
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