Reagan chiederà agli alleati «Meno scambi con i sovietici» di Ennio Caretto

Reagan chiederà agli alleati «Meno scambi con i sovietici» Anticipazioni americane sul vertice occidentale di Ottawa Reagan chiederà agli alleati «Meno scambi con i sovietici» Il presidente vuole anche bloccare le esportazioni di tecnologie «paramilitari» e ottenere dagli europei che accettino di condizionare la ripresa della distensione alla «buona condotta» delTUrss - La Casa Bianca accusa di «debolezza» l'Europa DAL NOSTRO CORRISPONDENTE NEW YORK — A una settimana dal vertice di Ottawa il governo Reagan ha reso pubbliche parte delle proposte — forse le più importanti — che sottoporrà agli alleati nel corso dei lavori, in campo politico esse sono: 1) la riduzione dei commerci con l'Vrss; 2) il blocco delle esportasioni all'Est delle alte tecnologie, in particolare di quelle paramilitari; 3) l'osservama del llnckage, cioè del principio che l'Occidente tornerà alla distensione solo se l'Urss manterrà 'buona condotta'; 4) la dotazione per le forse armate americane di 900 missili atomici Cruise circo nel prossimo quinquennio, oltre ai 464 previsti di stanza in Europa. Le proposte economiche del governo Reagan al vertice di Ottawa saranno le seguenti: 1) coordinamento della lotta contro l'inflazione nei diversi Paesi occidentali, anche a costo di far ristagnare le produzioni industriali; 2) assenso allo sviluppo della strategia di controllo della liquidità e quindi degli interessi elevati negli Stati Uniti; 3) sostituzione degli aiuti governativi al Terzo Mondo con investimenti e prestiti privati. Questo programma, di cui sema dubbio emergerà un'altra parte nei prossimi giorni, è divenuto noto fra domenica e ieri dopo gli incontri del presi' dente Reagan alla Casa Bianca con il premier canadese Trudeau, organizzatore di turno del vertice; col presidente della commissione della Cee Thorn; e con un gruppo di nuovi ambasciatori a Washington tra i quali quello d'Italia Petrignani. La stessa Casa Bianca lo ha fatto trapelare nella convinzione che l'opinione pubblica dei Paesi alleati debba essere messa al corrente di quanto, attraverso i canali diplomatici, è stato discusso in via riservata coi suoi governi. L'iniziativa ha un duplice scopo, sgombrare il campo da equivoci alla vigilia di un vertice che potrebbe essere cruciale, e spingere l'Europa ad assumere impegni precisi. A Ottawa saranno presenti ben quattro capi di Stato o di governo su sette al loro debutto, il presidente americano, quello francese Mitterrand, il premier giapponese Suzuki e per l'Italia Spadolini. Le proposte politiche degli Stati Uniti — almeno questo primo pacchetto — vertono tutte sui rapporti Est-Ovest. Esse costituiscono di fatto un tentativo di fare allineare la Nato sulle posizioni america¬ ne. I due punti sulle restrizioni ai commerci con l'Urss sono i più .nuovi,, sebbene il governo Usa ne abbia ottenuto l'inserimento nell'agenda dei lavori a Ottawa sin dallo scorso febbraio. Ma anche essi rientrano nell'ambito della prova di forza che la superpotenza ha ingaggiato con il colosso sovietico, e nel quale vuole che sia coinvolta l'Europa. Esemplare a questo proposito lo sviluppo contemplato per i missili atomici Cruise al di fuori del teatro europeo. Queste sono vere armi intelligenti che volano radenti al terreno e vanno automaticamente a bersaglio sottraendosi al controllo dei radars. Lanciate da un aereo hanno un'autonomia di 800 chilometri, da una nave invece di 400. Nel confronto con l'Urss potrebbero alterare l'equilibrio nucleare a favore dell'America fermi restando gli attuali rapporti di forza tra l'Alleanza Atlantica e il Patto di Varsavia. Non è tanto la natura di tali proposte politiche quanto il loro retroscena a rappresentare un motivo di preoccupazione per l'Europa. Esse sono nate infatti da una crescente sfiducia del governo Reagan verso i suoi partners occidentali. Un ex funzionario del Dipartimento di Stato, Lesile Gerb, ne ha trattato diffusamente sul New York Times. Gerb, che è in buoni rapporti col generale Haig, denuncia la «polarizzazione ideologica» che sta scavando un solco tra la Casa Bianca a destra, e goverr ni come quello francese, olandese, ecc., a sinistra. Egli cita una frase del consulente di Reagan, Weiss, secondo cui «la Nato rischia di restare paralizzata», e una del direttore degli Affari europei del Dipartimento di Stato Eagleburger secondo cui la distensione «è stata un affare per l'Europa e un fallimento per gli Stati Uniti». Gerb svela che i falchi della Casa Bianca accusano talvolta gli europei di comportarsi come il governo di Vichy, quello francese che collaborò con Hitler. Il governo Reagan sospetta che qualche governo europeo finirà per rifiutare di installare le cosiddette armi di teatro quando ne verrà il momento; di partecipare alla difesa del Golfo Persico se ciò sarà necessario; di accondiscendere a un eventuale intervento americano in America Centrale o nei Caraibi, contro «l'aggressione castrista e sovietica». Fatalmente, di fronte a una serie di rifiuti, il Congresso americano tornerebbe a chiedere il ritiro di almeno una parte delle sue truppe dall'Europa. Il direttore del Consiglio di sicurezza nazionale della Casa Bianca, Alien, parla di «neo gollismo franco-tedesco» nel cuore dell'Europa come preludio al neutralismo e all'isolazionismo. Per questo la Casa Bianca vuole che sia chiaro che nessun patto verrà concluso con l'Urss fino a che essa non rispetterà il codice di buona condotta internazionale. Ennio Caretto