C'è un'eredità di oltre trecento milioni nell'intricato giallo dei coniugi uccisi

C'è un'eredità di oltre trecento milioni nell'intricato giallo dei coniugi uccisi Colpo di scena dopo la scoperta dei due cadaveri a Pinerolo: indagini diffìcili C'è un'eredità di oltre trecento milioni nell'intricato giallo dei coniugi uccisi L'ingente patrimonio è stato destinato con due lettere, firmate da marito e moglie, all'impiegata che ha scoperto il dramma -1 carabinieri indagano sull'amicizia che legava questa donna all'ex sottufficiale dell'esercito L'autopsia non ha ancora sciolto tutti i dubbi, ma prende più consistenza l'ipotesi del delitto-suicidio C'è una eredità di trecento milioni dietro al giallo di Pinerolo. I coniugi Albano hanno fatto trovare due lettere autografe, scritte recentemente, nelle quali lasciano ad un'impiegata di Pinerolo il loro alloggio, alcuni possedimenti nel Veneto oltre ad una cospicua somma di denaro. La donna si chiama Jole Cassina, 44 anni, via Palestra 11: è ritenuta da tutti r« amica» di Raffaele Albano, l'ex sottufficiale che è stato trovato cadavere l'altro ieri insieme alla moglie Maria Pinazza nell'appartamento al primo piano di via Turati 6. Tutta la storia è ancora avvolta nel mistero. Ieri mattina, nell'obitorio del cimitero di Pinerolo, il perito dott. Bottari, alla presenza del procuratore della Repubblica Rosario Cutielli e del sostituto Antonio Larosa, ha eseguito l'autopsia delle due salme: sia la donna sia l'uomo hanno avuto il cuore spaccato da proiettili calibro 9. L'Albano presenta inoltre una vasta ferita alla gola nella zona vicina alla carotide, provocata da un altro proiettile che è uscito alla base deicervello. Si tratterebbe anche questa di una ferita mortale, ma non tale da provocare sempre morte istantanea. Dopo essersi sparato alla gola, avrebbe avuto il tempo di portarsi la pistola al cuore ed esplodere un secondo colpo. Ma tutta la vicenda resta nebulosa: non si spiegano ancora le posizioni dei due cadaveri rispetto alla pistola. Il brigadiere Petitti, che coordina le indagini, ha compiuto ieri pomeriggio un altro sopralluogo nell'alloggio di via Turati. Qualche schiarita c'è invece sulla provenienza della rivoltella, una Beretta calibro 9 corto, un'arma da guerra che Raffaele Albano avrebbe tenuto con sé dopo il congedo, Al termine dell'autopsia, protrattasi per circa tre ore, il dott. Bottari si è limitato ad affermare: «Ci sono ancora molti elementi che mi lasciano perplesso. Consegnerò le conclusioni della perizia alla magistratura entro quaranta giorni*. Il dott. Larosa è stato più preciso: 'Sussistono indizi che avvalorano l'ipotesi di un omicidio-suicidio, ma ci riserviamo di esaminare a fondo tutti gli aspetti della vicenda*. Vicenda che ha acquistato ieri un nuovo protagonista. Jole Cassina è una donna piacevole nell'aspetto, slanciata, fredda ed intelligente. Vive in un appartamento al piano rialzato nella centrale via Palestra, ha un figlio, Alessan| dro, quindicenne. Si è separa-4 ta dal marito, Sergio Carano, 45 anni, impiegato Enel, cinque anni fa. il loro, fino a poche settimane prima della separazione, appariva un matrimonio perfetto: due buoni impieghi, una vita sufficientemente agiata, un bambino. «Poi successe qualcosa di imprevisto* affermano gli amici. Qualcuno sussurra che sia stato proprio in quel periodo che Jole ha conosciuto Raffaele Albano. La loro amicizia, in un primo momento, non ha destato stupore: pare che l'ex sottufficiale, sempre circondato da belle donne, amasse la vita brillante. 'Aveva un carattere forte ed era particolarmente intelligente — sostiene invece Jole Cassina — ed adorava lamoglie che sema di lui non avrebbe proprio potuto più vivere: ecco perché l'ha uccisa*. La Cassina spiega anche perché — secondo lei — sono stati trovati segni di strangolamento sul collo della donna: *La signora Maria aveva il terrore di essere sepolta viva ed aveva a più riprese chiesto che, alla sua morte, si accertasse senza ombra di dubbio che il suo corpo non fosse più in vita. E' quindi probabile che Raffaele, proprio per rispettare la sua volontà, l'abbia prima strangolata e poi colpita con una rivoltellata al cuore*. A suo parere l'omicldio-suicidio ha una spiegazione: •Era una coppia che si completava, ma la donna, troppo mite e troppo ingenua, non avrebbe potuto vivere senza una guida. Penso che, saputo del desiderio del marito di farla finita, gli abbia chiesto di sparare prima a lei*. Parla dell'Albano: «Un uomo distrutto dal male che l'aveva colpito. Stava deperendo a vista d'occhio ma era soprattutto in crisi moralmente: aveva tanta paura*. Dell'Ingente lascito che le è toccato, dice: «Ma sarà poi vero? Io non ne sapevo nulla: si vede che hanno apprezzato l'affettuosa amicizia che ho cercato di dare loro in questi ultimi mesi*. Raccontano le amiche di Maria Pinazza Albano: 'Era una donna gentile ed un po' timida, ma profondamente dedita alla casa. Molto religiosa, si recava spesso a pregare nella parrocchia di San Donato*. Non sembra che i suol rapporti col marito fossero molto sereni: 'Aveva detto a più riprese che per lei era un autentico incubo. Quando lui si mise in pensione, cinque anni fa, lei si mostrò preoccupata*. Perché ha lasciato i beni (quasi tutti di proprietà della sua famiglia originaria di Malanaggio dove il padre dirigeva uno stabilimento per la produzione di talco) ad una donna definita r«amica» di suo marito? E' uno degli Interrogativi più inquietanti al quale i carabinieri cercano di dare una risposta. . Angelo Conti Jole Cassina, a lei va l'eredità? • I coniugi Raffaele e Maria Albano - Accanto al letto la cinghia usata per strangolare la donna

Luoghi citati: Pinerolo, Veneto