La storia di una libreria «sospetto» covo eversivo di Claudio Cerasuolo

La storia di una libreria «sospetto» covo eversivo Torino: il difensore scagiona il proprietario La storia di una libreria «sospetto» covo eversivo TORINO — Secondo 11 difensore di Paolo Barsl, imputato di Prima Linea al processo che si celebra alle Vallette, la libreria dei Comunardi non fu aperta e sovvenzionata dall'organizzazione terrorista: «Tra le accuse che Roberto Sandalo fa contro Paolo Barsi — ha detto l'avvocato Trucco — la più antipatica è proprio questa». Ma già il pubblico ministero ha ridimensionato le imputazioni a carico del Barsi, chiedendo per lui due anni e 10 mesi di reclusione per semplice partecipazione. Come si difende l'imputato? Paolo Barsi fin dal momento del suo arresto non fa misteri del suo passato politico nel •movimento». Racconta ai giudici: «Entrai in Potere Operaio nel 73, dopo il congresso di Rosolina, introdotto da Mario Dalmaviva (imputato nell'inchiesta romana su Autonomia n.d.r.). Po top era già allo sbando e Dalmaviva e Scavino (altro imputato già condannato per partecipazione all'associazione sovversiva Senza Tregua n.d.r.) volevano riorganizzare il movimento. Il mio compito consisteva nel far proselitismo all'università. Fu cosi che venni a contatto con Barbara Graglla, Borgogno, Solimano (tutti imputati condannati poi assieme a Scavino, come appartenenti a Senza Tregua n.d.r.). «Nel 75 c'era un grosso fer-, mento nell'area del movimento. Fu deciso di abbandonare il settore scuola-università e puntare sulla fabbrica. Ma a quell'epoca io lavoravo già al Comune di Nichelino. Ero in una posizione critica nei confronti dei Comitati comunisti combattenti: solo dei ragazzini come appunto Solimano, Graglia e altri potevano illudersi di fare la rivoluzione scrivendo sul giornale Sema Tregua e colpendo qualche capetto in fabbrica» confessa Barsi. .il mio dissenso con Marco Donat-Cattin e gli altri capi aumentò e i rapporti divennero sempre più difficili, perché già mi interessavo alla libreria, che mi dava non pochi grattacapi». L'avvocato Trucco ha esibito ai giudici dell'assise una copiosa documentazione che prova la serie di mutui e prestiti che Barsi aveva fatto dal dicembre del '76 per aprire la libreria: un indebitamento per un totale di 22 milioni Afferma 11 difensore: «Roberto Sandalo, raccogliendo una confidenza di Marco DonatCattin, che poi lo ha smentito al dibattimento, interpretò queste difficoltà finanziarie nel senso che Barsi aveva accettato dei soldi da Prima Linea per propagandare l'eversione». Il legale ha concluso chiedendo per Barsi l'assoluzione con formula ampia. Claudio Cerasuolo

Luoghi citati: Comune Di Nichelino, Rosolina, Torino