Stampaggio in crisi se ne parla a Ivrea
Stampaggio in crisi se ne parla a Ivrea Oggi assemblea generale dell'Unisa Stampaggio in crisi se ne parla a Ivrea Il Canavese è uno dei poli del settore che occupa 15 mila addetti - Quali soluzioni? L'industria dello stampàggio è a un bivio: o tentare una possibile ripresa o rischiare il crollo, con comprensibili conseguenze occupazionali per i 15 mila addetti che operano nelsettore e per le produzioni collegate. E per affrontare i! difficile momento presentati do al nuovo governo un pacchetto di proposte atte a favorire un nuovo decollo del settore l'Unisa, l'organo che annovera gran parte delle fab- briche italiane, ha convocato per oggi a Ivrea l'assemblea generale straordinaria. Perché Ivrea? Il Canavese è uno dei poli principali dell'industria dello stampaggio a caldo, e circa la meta delle aziende del settore sono localizzate nella zona, dove hanno contribuito negli anni a uno sviluppo economico che non sembrava dover subire flessioni nemmeno con la crisi dell'auto. «Invece a questo si sono aggiunte le difficoltà nel settore delle macchine agrìcole e movimento terra — dice il segretario dell'Unisa Carettoni — che hanno messo in crisi la nostra produzione». Lo stampaggio a caldo degli acciai è per l'Italia uno dei settori più competitivi nei confronti dei mercati esteri; La produzione nell'80 collocava la nostra nazione al quarto posto nel mondo, la tecnologia non teme praticamente rivali. Eppure le esportazioni vanno calando, la cassa integrazione è fenomeno diffuso, un paio di aziende lombarde hanno già chiuso i battenti. Quali le proposte da sottoporre al governo? «Innanzitutto una riduzione dei costi energetici — prosegue Carettoni — le tariffe dell'Enel non dovrebbero superare quelle che vengono applicate agli enti statali»-' Altre proposte: credito agevolato a medio termine per le piccole e medie aziende del settore che devono riuscire aridurre i costi finanziari, premi alle aziende esportatrici anticipi sugli ordini per l'esportazione.
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