I «laico-socialisti» non trovano unione

I «laico-socialisti» non trovano unione In Regione nuovo incontro stamane I «laico-socialisti» non trovano unione Sul consuntivo '80 pli e pri hanno votato con la de - Crisi economica, richieste al governo Le segreterie regionali e i gruppi consiliari a Palazzo Lascaris di psi, psdi, pli e pri (area socialista e laica) tornano a riunirsi stamattina per discutere la «convergenza programmatica* proposta dai socialisti. Ma ieri, alla votazione del bilancio consuntivo 1980, questa convergenza non c'è stata, anzi pli e pri hanno votato contro 11 rendiconto, accettando la tesi del capogruppo de Paganelli. Il comunista Biazzi, relatore della legge e l'assessore Testa illustrando il rendiconto hanno chiarito i limiti di quel bilancio definendolo (Testa) «momento di particolare delicatezza per la finanza regionale*. Poi si è rifatto al 1981 e ai «tagli* previsti dai decreti finanziari secondo i quali «tra il 1980 e '81 ci saranno 140 miliardi inmeno*. Paganelli è stato reciso: «Avete fatto una previsione di spesa, esclusa quella sanitaria, di 823 miliardi, avete deciso di utilizzarne 625, ne avete spesi 445. Un quarto del previsto non è stato speso*. Anche lo smaltimento dei residui vecchi «è appena al 50% del previsto*. Viglione (psi) ha sostenuto la tesi opposta, Bontempi (pei) ha ribadito che residui passivi enormi li ha lo Stato, che le Regioni hanno migliorato la situazione, che «ta forza della nuova politica sta nella sinistra*; Mignone (psdi) ha confermato il sì al bilancio. Bastianini (pli) rifacendosi all'analisi del bilancio fatta da Paganelli, ha detto: «Ciò dimostra che nell'area dell'opposizione c'è forse più governo che nella maggioranza; l'opposizione funziona*. Infine: «Siamo sempre disponibili a un confronto, ma attendiamo fatti concreti dalla giunta, che ci consentano di votare sì al rendiconto dell'anno prossimo*. Più o meno analoghi i toni della repubblicana Vetrino: «Il nostro è un no non pregiudiziale, il bilancio non è ancora trasparente, attendiamo una grande prova di austerità su cui informare la nostra attività regionale.. Paganelli, nella dichiarazione di voto, invitato a «cambiare linea nella gestione del bilancio., ha affermato: «Se la Regione non farà correzioni, noi non ci uniremo mai al coro di proteste verso lo Stato per avere più fondi da spendere poi in modo non giusto.. Con questa frase alludeva agli incontri romani degli ultimi giorni con le richieste di modifiche ai decreti restrittivi. Ne ha parlato il presidente Enrietti in una comunicazione al consiglio ricordando che la conferenza dei presidenti ha proposto: .Anziché tagliare i fondi disponibili si taglino 300 miliardi sulla legge per l'agricoltura e 450 sul piano trasporti e noi ci impegniamo a investire in questi settori il 50% di quanto rimane sul Fondo comune.. Anche Sanlorenzo, vicepresidente della giunta, ha parla to delle richieste al governo per i settori industriali in crisi. Esiste realmente — e ne ha accennato anche Enrietti — un «caso Piemonte, che si chiede di discutere al più presto col presidente Spadolini. Qualche cifra di giugno 45.149 lavoratori in cassa integrazione straordinaria, 186 aziende in crisi (76 metalmeccaniche, 66 tessili, 22 chimi che, 13 alimentari, 7 poligrafiche, 2 pelli-calzature. Il Consiglio si è anche occupato delle aziende alberghiere e commerciali delle stazioni sciistiche gravemente dan neggiate quest'inverno dalla mancanza di neve. Un ordine del giorno firmato da tutti i gruppi «incita gli istituti bancari e gli enti interessati a considerare l'eccezionalità della situazione e a essere disponibili per concreti interventi e provvedimenti*.

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