Viezzoli: «Punteremo a ridurre i costi costruendo insieme parti delle auto» di Eugenio Palmieri

Viezzoli: «Punteremo a ridurre i costi costruendo insieme parti delle auto» Intervista con il presidente della Finmeccanica sull'accordo Fiat-Alfa Viezzoli: «Punteremo a ridurre i costi costruendo insieme parti delle auto» ROMA — Il ministro delle Partecipazioni Statali De Michelis lo ha definito un accordo di grande significato «politico, anche Se si è alle prime battute: tra un grande gruppo privato, la Fiat, e un grande gruppo pubblico, l'Alfa Romeo, è possibile trovare un terreno di incontro. Dello stesso parere è il presidente della Finmeccanica, Franco Viezzoli, che insieme con Romiti ha firmato la lettera di intenti. «Direi che il punto principale è la volontà espresa dalle due parti, Fiat e Finmeccanica- Alfa Romeo, di esaminare insieme il futuro dell'automobile e quindi di prendere insieme, anche se nell'ambito dell'effettiva autonomia aziendale, le decisioni sulle scelte di fondo per l'auto, specie per quanto riguarda il problema della grande componentistica, che è un punto di fondo per cui la nostra grande industria è penalizzata». In parole più semplici che cosa significa tatto questo? «Significa che abbiamo deciso di creare una serie di gruppi di lavoro per esaminare punto per punto le varie possibilità di accordo nella grande componentistica e anche nel campo della commercializzazione. I gruppi dovranno lavorare diversi mesi e vedere quali possono essere i punti di incontro». Come si inserisce l'intesa nella strategia delle due aziende? La Fiat continuerà a fare determinati modelli, voi altri: c'è anche un discor- so di fasce di mercato? «Direi che tutti i discorsi sono aperti. L'importante è che ci si sta avviando ad evitare, perlomeno in Italia, quella concorrenza frenetica che c'è anche all'estero. Lei conosce meglio di me gli investimenti previsti in America: sono qualcosa come novantamila miliardi nel campo dell'auto; in Europa sono ventitrè-ventiquattro mila miliardi nei prossimi quattro-cinque anni per le stesse cose, perché sono sempre macchine con quattro ruote e con un motore; e direi quindi che razionalizzare queste enormi spese di investimento è una cosa molto saggia». Ma il discorso strategico delle due aziende avrà valore senza un aiuto concreto, come all'estero, da parte del governo? «Questo è l'esempio tipico in cui un piano di settore può essere sopportato dalle due aziende leaders d'Italia con proposte veramente coordinate e razionali per cui il go¬ verno potrà fare le sue scelte, per me doverose, nel campo strategico, nel campo dell'aiuto all'industria avendo alla base non già documenti abbastanza fumosi ma piani concreti, su scelte e proposte concrete. E' veramente un esempio di scelte industriali che il governo potrà supportare con scelte politiche». Mi sembra dunque che ci si debba muovere presto per fare qualcosa di serio. «Non c'è dubbio. Direi che su alcuni campi siamo un po' in ritardo. Nell'auto, come lei sa, ci vogliono dai tre ai quattro anni, per fare un nuovo modello. E uscire un anno prima o un anno dopo significa vincere o perdere una battaglia commerciale, per cui l'urgenza di partire con il piano Fiat-Alr'a Romeo e con l'apporto degli aiuti governativi indipensabili, non solo come innovazione ma anche con le forme previste dalle altre leggi esistenti, secondo noi è indipensabile. Come secondo noi è indipensabile che le varie strategie governative nel campo dell'industria vengano coordinate ad hoc, in un provvedimento per l'auto, che non è qualcosa di diverso dagli altri o di più, ma qualcosa che riunisca nel suo seno tutte le provvidenze nel settore dell'auto. E questo al più presto». Che cosa ci può dire per quanto riguarda il lavoro dei gruppi di studio? «Comincerà a giorni». L'accordo Alfa-Nissan si inserisce nelle intese? «E' poca cosa, sia come numero di vetture, sia come tipo di accordo. Andrà avanti per suo conto come previsto». Le intese Fiat-Alfa incideranno sugli assetti delle due industrie (assetti societari, proprietari ecc.)? «No. E' stato precisato bene anche nel comunicato: ripeto non incideranno nella libertà gestionale e nella libertà prò prietaria delle due aziende». Eugenio Palmieri

Persone citate: De Michelis, Franco Viezzoli, Viezzoli

Luoghi citati: America, Europa, Italia, Roma