Sono 74 i merci bloccati a Bologna mancano i locomotori, i macchinisti

Sono 74 i merci bloccati a Bologna mancano i locomotori, i macchinisti L'incredibile situazione nel maggiore scalo ferroviario italiano Sono 74 i merci bloccati a Bologna mancano i locomotori, i macchinisti I convogli non possono partire perché anche gli scali di destinazione sono intasati - Se il deflusso dei treni è inferiore all'afflusso, tutto 0 sistema prima o poi va in tilt - Le cause; scioperi e terremoto al Sud DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE BOLOGNA — L'incredibile storia del carro merci pone il problema della sicurezza del trasporto per ferrovia. Poiché uno dei maggiori centri di smistamento, se non il maggiore, è Bologna, abbiamo cercato di sapere qui come possano accadere i preoccupanti disguidi. 'Il carro merci diretto alla stazione di Torre Annunziata è stato ritrovato — dice Angiolino Vecchi, capostazione titolare del centro smistamento di Bologna San Donato, responsabile del movimento del traffico merci di questo importante nodo ferroviario — grazie anche alle informasioni che avevamo fornito noi. Ma nessuno ci ha detto dove era finito'. Il signor Vecchi non è eccessivamente stupito, semmai sembra rassegnato: •Di vagoni scomparsi ce ne segnalano decine ogni giorno', spiega sventolando un fascio di telegrammi. 'Guardi — prosegue — sono tutte proteste, richieste di notizie, segnalazioni di ritardi'. Attualmente vi sono 74 treni merci fermi sui binari dello smistamento bolognese: alcuni sono bloccati qui da maggio. «£ oggi andiamo ancora bene — precisa il capostazione — in genere ce ne sono molti di più. Il 12 giugno, per esempio, i convogli fermi erano 86». Treni che arrivano e non possono proseguire il viaggio. Perché? «Per varie ragioni — spiega Vecchi —. Dal mio osservatorio forse non posso avere una visione precisa del quadro generate, ma conosco i particolari. Secondo me la causa principale dei ritardi e delle lunghe soste dei convogli va ricercata nella cronica carenza della trazione». In altre parole: mancano i locomotori per trainare i treni (quelli in funzione, oltre ad essere pochi, sono vecchi e inadatti), manca il personale per farli viaggiare. «Se trovi il locomotore — dice il funzionario delle ferrovie — sicuramente non trovi il macchinista. O viceversa». La situazione è particolar¬ mente pesante a Napoli e a Roma, le deficienze dei due importanti scali si stanno ripercuotendo ormai su tutta la rete nazionale. 'E' semplice — spiega il capostazione —, se gli altri scali sono intasati, noi qui non possiamo sfruttare la piena potenzialità del nostro scalo e finiamo a nostra volta con l'intasarci. Se il deflusso dei convogli è inferiore all'afflusso, è logico che tutto il sistema prima o poi vada in tilt». Un discorso semplice: lo smistamento di Bologna San Donato (il più importante di tutto il territorio nazionale) può assicurare «sulla carta» la partenza dei 74 treni merci al giorno e l'arrivo di un numero quasi uguale di convogli, servendosi dei 41 binari del fascio di smistamento. «Afa se non possiamo farli partire perché mancano i locomotori o i macchinisti, oppure perché gli scali di destinazione non sono in grado di ricevere i convogli, i nostri binari restano occupati e non possono ospitare altri treni». Non solo: quando il numero dei convogli in sosta cresce a dismisura, è necessario utilizzare anche i binari del fascio arrivi (quelli che servono per le manovre) come binari di sosta, con tutti i disagi che ne derivano. 'Oggi — precisa Vecchi — ventuno dei ventisei binari del fascio arrivi sono occupati da materiate pronto a partire, ma impossibilitato a farlo perché gli scali di Roma e Napoli non sono in grado di riceverlo». Un altro binario è utilizzato per la manovra, perciò la scalo di San Donato è costretto a utilizzare soltanto quattro binari per smaltire il traffico. Con tutti i ritardi che ne derivano. ■ 'I ritardi si assommano un giorno dopo l'altro e non possiamo farci niente. Oltre tutto, dobbiamo privilegiare il movimento dei carri vuoti per il trasporto delle derrate. Impossibile trovare una soluzione». A tutto questo si devono aggiungere gli scioperi, i convogli carichi di prefabbricati diretti verso le zone terremotate che hanno la precedenza su tutti gli altri, un cronico disservizio. 'C'è un solo modo per venire a capo della faccenda — dice Vecchi —: sospendere l'accettazione dei trasporti. Lo so, è un provvedimento grave, può apparire anche impopolare, ma almeno è onesto nei confronti degli utenti». In attesa del tanto ventilato, ma mai attuato potenzia¬ mento degli impianti, il solerte capostazione, costretto a fare i conti ogni giorno con la penosa realtà, con la logica di chi lavora, non vede altra soluzione possibile: 'Chiudendo il traffico, si potranno intanto sbloccare i convogli che sono fermi da mesi negli scali. Poi, incominciando da zero, si potrà vedere di organizzare qualche cosa». Oltretutto, col passare dei giorni, il numero dei treni merci bloccati o vaganti senza meta sulle linee interne' aumenta e provoca disagi ai convogli viaggiatori: «E' una cosa ovvia: i merci, in sosta nelle piccole stazioni che non hanno una grossa fascia di binari di servizio, occupano necessariamente i binari destinati al traffico. Con tutti i disagi e i guai che ne derivano'. f.for.

Persone citate: Angiolino Vecchi, Vecchi

Luoghi citati: Bologna, Napoli, Roma, Torre Annunziata