Svizzera: Sica controlla i conti di uomini politici di Giuseppe Zaccaria

Svizzera: Sica controlla i conti di uomini politiciSvizzera: Sica controlla i conti di uomini politici Anche questi dati sono stati «fatti trovare»: sono indicazioni false? - D magistrato elvetico accetta di collaborare con la nostra magistratura - Una sconcertante dichiarazione sul suicìdio del colonnello della Finanza Rossi ROMA — Anche per la procura della capitale gli oscuri registi dell'«affare P2» sono responsabili di calunnia: insieme allo spionaggio e all'associazione per delinquere, questo reato è stato contestato nell'ordine di cattura a Maria Grazia Gelli, e si è andato ad aggiungere nello stesso tempo alla lunga lista di accuse formulate contro il «venerabile» latitante. La manovra individuata dai giudici romani è identica a quella sulla quale sta indagando la magistratura di Brescia: screditare, con una serie dì falsi documenti, i giudici milanesi Guido Viola e Luciano Turone, due fra i maggiori artefici dell'inchiesta. Se a Brescia l'iniziativa era partita da una lettera giunta alcune settimane fa alla villa di Gelli, a Roma l'incriminazione è scaturita da un altro dei documenti che Maria Grazia Gelli portava con sé nel sottofondo della sua valigia. Fra le carte sequestrate alla figlia di Gelli, c'è anche un documento con i numeri di alcuni conti correnti e i nomi di comodo cui questi sarebbero intestati. Tra i motivi del viaggio a Zurigo del sostituto procuratore Domenico Sica, c'era dunque anche un controllo sulla veridicità dei riferimenti ai giudici «pagati»? A eliminare questo dubbio, basterebbe il fatto che, prima ancora di prendere l'aereo per la Svizzera, il giudice aveva formalmente accusato Maria Grazia Gelli di aver calunniato i due magistrati. Sica — come i suoi colleghi di Brescia — aveva concluso non solo che le accuse contro Viola e Turone erano false, ma che Gelli e i suoi complici avevano preparato quei documenti proprio perché finissero nelle mani della magistratura. La missione svizzera ha avuto invece lo scopo di indagare su altri conti: quelli, sempre indicati nelle carte sequestrate a Fiumicino, che corrisponderebbero ai nomi di due, tre uomini politici italiani. E su questo punto sembra che per una volta le autorità svizzere abbiano abbandonato il tradizionale riserbo in materia bancaria: l'agenzia elvetica «Ats» ha reso noto ieri che il procuratore di Zurigo. Enrico Rusconi, ha accettato la richiesta di collaborazione fattagli da Sica, riservandosi di comunicare «a tempo debito» e «nell'interesse dell'inchiesta» i risultati del suo lavoro. Ma il dato che sta emergendo con sempre maggiore chiarezza, è quello dell'attacco che su piani diversi Gelli e i suoi stanno tentando di portare a chi conduce l'inchiesta. In questo quadro, anche la posizione di Maria Grazia Gelli rischia di peggiorare ancora: Sica ha chiesto ieri al giudice istruttore di contestare alla giovane anche il reato di cospirazione politica mediante associazione, del quale il padre è da tempo accusato. Ancora più sconcertante. è che adesso, a questo attacco concentrico si sia unita, anche se indirettamente, la Guardia di Finanza. Persone vicine al ministro delle Finanze riferiscono di un rapporto giunto in questi giorni a Formica e riguardante uno dei casi .più oscuri della vicenda «P2», quello del suicidio del colonnello Luciano Rossi. Secondo la ricostruzione della guardia di Finanza, Rossi avrebbe perso il suo equilibrio dopo un colloquio con i magistrati, che secondo il rapporto avrebbero sottoposto l'ufficiale a pesanti pressioni. Rossi — scrivono sempre i suoi ex colleghi — era vulnerabile su tre punti: una pratica che aveva avviata da tempo per l'adozione di un bambino (e che i magistrati avrebbero minacciato di intralciare); l'iscrizione, avvenuta qualche anno prima, a una loggia segreta, anche se non alla «P2»; e infine una situazione economica piuttosto difficile, derivata dall'acquisto di una casa. Secondo il rapporto questi elementi sarebbero stati utilizzati dai giudici di Milano non per convincere Rossi a raccontare tutto quel che sapeva, ma, al contrario, per impedirgli di riferire gli elementi più scottanti. E' incomprensibile come un rapporto del genere, se davvero esiste, non sia già stato trasmesso alla Procura della Repubblica. Giuseppe Zaccaria

Luoghi citati: Brescia, Milano, Roma, Svizzera, Zurigo