Al commissariato di polizia c'è la coda dei truffati da un'agenzia immobiliare

Al commissariato di polizia c'è la coda dei truffati da un'agenzia immobiliare A Madonna di Campagna chi cercava alloggio pagava 600 mila lire e non vedeva più nulla Al commissariato di polizia c'è la coda dei truffati da un'agenzia immobiliare Le denunce si accettano al ritmo di 30 al giorno per non intralciare il lavoro degli uffici - Finora tre arresti, altri complici ricercati - Un metodo semplice: promettevano e facevano passare i mesi con scuse varie Tre già arrestati e altri tre, tra cui una donna, colpiti da ordine di cattura, costituiscono il risultato di un'operazione che il commissariato Madonna di Campagna ha svolto in questo giorni per stroncare l'attività illecita di un'agenzia immobiliare, la Stip sne, con sede in via Randaccio 77. In cambio di un congruo anticipo eguale per tutti (600 mila lire) promettevano di trovare un alloggio in affitto mentre in realtà fingevano solo di cercarlo. Danneggiati sono per ora, oltre quattrocento •senza casa», in massima parte pensionati e sposini in cerca di'abitazione. Alle Nuove, sotto la pesante imputazione di truffa, sono finiti Nicola Bosio, 50 anni, Moncalieri, via Papa Giovanni 35; Oscar Luongo, di 33 anni, via Lauro Rossi 30, ma di fatto domiciliato in corso Monte Grappa 61 e Armando Giacometti, 47 anni, via Barbaroux 6. Tutti pregiudicati: Bosio e Luongo, per reati contro il patrimonio, il Giacometti, oltre alla truffa, ha al suo attivo una impressionante serie di reati varianti dallo sfruttamento della prostituzione alla estorsione, dallo scasso agli atti di libidine violenta. Il loro ruolo nell'organigramma dell'agenzia? «Ac¬ compagnatore» di clienti, il Bosio, «mente» presunta il Giacometti, assieme agli altri tre latitanti. La truffa di cui si sarebbero resi responsabili era congegnata in modo semplice ed in apparenza del tutto legale. A chi si presentava in via Randaccio, in cerca di una casa da affittare, un incaricato dello Stip (Studio Tecnico Immobiliare Piemontese), ora latitante, faceva firmare un contratto con cui il cliente dava mandato all'agenzia di ricercare un alloggio in Torino o provincia. Alloggio che lo Stip si impegnava a prendere in affitto «vuoto», «se rispondente alle esigenze del cliente». Alla firma dell'accordo il cliente diveva mettere a disposizione dello Studio 600 mila lire a titolo di una mensilità di affitto e di cauzione, restituibili dopo quattro mesi se il contratto non andava in porto. Se invece andava a buon fine, alle 600 mila lire doveva aggiungere anche una mensilità a favore dello Stip quale compenso per l'intermediazione. Tutto in regola, quindi, sin dall'inizio dell'attività (nel febbraio scorso) anche per cattivarsi la fiducia dei primi clienti. Il brutto venne dopo. Quando gli ignari clienti che accorrevano in massa agli annunci che continuavano ad apparire in questi mesi, gli incaricati cominciarono a mostrare case 'fasulle»: alloggi liberi, certo, ma con affitti intenzionalmente impossibili, in modo da far esistere gli eventuali interessati non in grado di pagare. Appartamenti in cui erano in corso lavori di ripristino, con data di consegna rinviata «sine die», perché «si sa come certi lavori procedono a rilento». Altre volte invece lo Stip affittava lo stesso alloggio a persone diverse, oppure, più semplicemente, non mostrava nessuna casa senza restituire l'acconto. La buccia di banana che ha fatto scivolare gli intraprendenti intermediari, prima che in questura cominciassero a fioccare le denunce, è stata la mancanza di licenza. Il tenente Mulas del Commissariato Madonna di Campagna incarica verso la metà del mese scorso i brigadieri Groccia e Licardo di compiere una visita in quell'agenzia, cosi attiva nella zona, ma che non risultava aver mai chiesto la prescritta autorizzazione alla Camera di Commercio. I due sottufficiali accertano che non solo la licenza non c'è, ma vi sono molte altre cose che non vanno. Inviano un rapporto alla Procura, che fa scattare sei ordini di cattura, a firma del sostituto Gay: Bosio, Luongo e Giacometti cadono per primi nella rete, gli altri riescono a prendere il largo, mentre alla porta dell'ufficio di via Randaccio vengono apposti i sigilli. «Le indagini non finiscono certo qui — dicono gli inquirenti — abbiamo il sospetto che vi siano altri collegamenti importanti». Intanto il fascicolo delle denunce al commissariato comincia ad ingrossarsi a vista d'occhio: il fiume dei clienti delusi che dopo aver sostato dinanzi alle porte sigillate dell'ufficio si presenta a Madonna di Campagna con la carta bollata in mano è cosi fitto che hanno dovuto diluire le domande, al ritmo di circa 30 al giorno. Ormai gli affittuari mancati sono già decine, ma si prevede che molti altri arriveranno, finite le ferie. Oscar Luongo e Aimando Giacomelli sono stati arrestati dagli agenti del commissariato

Luoghi citati: Moncalieri, Torino