Difficile per Mitterrand accettare i piani europei di Renato Proni

Difficile per Mitterrand accettare i piani europei Il prossimo programma quinquennale economico Cee Difficile per Mitterrand accettare i piani europei DAL NOSTRO CORRISPONDENTE BRUXELLES — U programma di politica economica della Cee per i prossimi cinque anni, di cui anticipiamo le linee principali, contrasta con l'impostazione che il presidente francese Francois Mitterrand vorrebbe dare alle economie europee e si colloca invece nella strategia preferita dal cancelliere tedesco Schmidt, dalla signora Thatcher e dal presidente del Consiglio Giovanni Spadolini. Quando il documento di trentatré pagine della commissione europea sarà discusso prossimamente dal Consiglio dei ministri, i suol orientamenti saranno certamente contestati dal ministro francese per l'Economia Jacques Delors. Il programma è abbastanza preciso sia negli orientamenti che sollecita, sia nelle previsioni che formula. Viene raccomandato un «mix» di politica monetarla, fiscale e dei salari per rilanciare gli investimenti, accrescere la redditività delle imprese, contenere i salari, ridurre le spese pubbliche al di sotto delle entrate, modificare i sistemi di indicizzazione come la scala mobile. Questa strategia è quella del nostro governo, o almeno è quella che la Cee raccomanda da qualche anno ai governi di Roma. Una simile linea di severità inevitabilmente non favorisce come obiettivo primario, o almeno immediato, l'occupazione, a differenza delle tesi di Mitterrand che vuole anteporre a tutto la lotta contro la disoccupazione, come disse al vertice europeo di Lussemburgo dieci giorni fa, mediante la creazione di «uno spazio sociale europeo». Difatti, la Commissione della Cee prevede che la disoccupazione aumenterà o che, nel migliore dei casi, i disoccupati resteranno 8 milioni, tanti quanti sono adesso. Questo alto prezzo sociale sembra essere accettato da Bruxelles temporaneamente come mezzo per ristrutturae le economie europee e rendere i loro prodotti più competitivi sui mercati internazionali. Le previsioni non sono mol to positive, ma neppure disastrose, almeno per la crescita economica, che dovrebbe aumentare del 2,5 per cento l'anno sino al 1985 grazie anche alla ripresa della Germania Federale. Gli investimenti saranno più intensi sino a raggiungere il livello annuo del 2,1 per cento e l'inflazione dovrebbe calare alla media europea del 7,7 per cento. L'inflazione, quindi, può essere abbattuta, almeno nei Paesi che faranno gli sforzi necessari. Successivamente, sarà possibile rilanciare anche l'occupazione. Le differenze di sviluppo e di crisi tra i vari Paesi reste¬ ranno importanti e la Cee raccomanda ogni sforzo per riequilibrarle. Non si può accettare, per esempio, che il tasso di disoccupazione nella regione di Stoccarda sia dell'1,4 per cento, e in Calabria del 12,8 per cento; la politica regionale avrà quindi una funzione primaria nei prossimi cinque anni di sviluppo e il gabinetto di Antonio Giolitti, commissario per le Regioni, è impegnato a farne un punto centrale del programma quinquennale della Comunità. Renato Proni

Persone citate: Antonio Giolitti, Francois Mitterrand, Giovanni Spadolini, Jacques Delors, Mitterrand, Schmidt, Thatcher

Luoghi citati: Bruxelles, Calabria, Germania Federale, Lussemburgo, Roma, Stoccarda