Una macchina da cucire in cambio di un orfano di Ennio Caretto

Una macchina da cucire in cambio di un orfano Una macchina da cucire in cambio di un orfano Sul traffico dei bambini, sui mediatori italiani ed ecuadoriani, il governo di Quito è deciso ad andare in fondo - La riforma dei codici DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE QUITO (Ecuador) — Alfredo Mancero Saman, ministro del «Bienestar Social», ha completato la prima fase dell'inchiesta sull'adozione dei bambini ecuadoriani all'estero. T. risultati sono quelli temuti. «Molte di queste adozioni — mi dice — ripeto, molte, risaltano inficiate da vizi di forma e di sostanza. Le pratiche vengono svolte da persone incompetenti, per legge, a farlo, si falsificano stati di famiglia dei piccoli o si rilasciano certificati di abbandono senza aver svolto le indagini necessarie». Il ministro fa una pausa: «Peggio — prosegue — ci sono mediatori che esercitano pressioni economiche su genitori poveri perché di fatto vendano i loro bimbi. E' avvenuto e avviene qui a Quito, a Guajaquil, a Esperanza, ad .imbuto, quasi in tutte le grandi città. Alfredo Mancero Saman non fa cifre, ma il prezzo corrente di un bambino nello squallido traffico è di duecento dollari l'uno, equivalenti a 220 mila lire, ' spesso pagati ai genitori in natura, cioè con beni durevoli come macchine per cucire. «Si renderà conto — riprende il ministro del Bienestar Social — delle conseguenze di tutto ciò. Lo Stato Ecuadoriano non può permettere che le adozioni all'estero conti-' nuino. Ho confermato pertanto la loro sospensione, da me stabilita con decreto del 26 giugno scorso, e ho chiesto alla magistratura di riesaminare tutte le sentenze sospette dei tribunali dei minorenni emesse a favore delle famiglie straniere negli ultimi anni». Vuol dire che i coniugi DeU'Utri perderanno Hugo, Milton, Anna e Maria? «Abbiamo le prove che nel loro' caso vi sono state numerose violazioni della legge. A nostro parere, l'adozione, dei quattro bambini è nulla. Si pronuncerà formalmente in merito la Corte d'Appello o la Corte Costituzionale». A quante altre coppie italiane potranno essere sottratti i piccoli ecuadoriani adottati? «Non lo so esattamente. Temo molte, come ho detto». Alfredo Mancero Saman mi' ha ricevuto al ministero del Bienestar Social, uno dei nuovi palazzi della parte moderna di Quito. E' un uomo giovane, economista di estrazione, .preoccupato, mi ha avvertito la segretaria .dei niHos dì Torino.. Le pareti del suo studio sono coperte di splendido legno ecuadoriano, dalla finestra aperta si scorge la vetta del vulcano Pichincha. spentosi all'arrivo dei conquistadores spagnoli oltre quattro secoli fa. Da quando Hugo, Milton, Anna e Maria sono divenuti oggetto di compassione e di polemica, il ministro Mancero lavora quattordici ore al giorno. .E' terribile, osserva .che questo commercio di bambini debba turbare due nazioni così vicine e amiche come le nostre.. .Perseguiremo i colpevoli a termine di legge, precisa. .Nel caso DeU'Utri ho ordinato un'indagine sull'allora presidente del Tribunale dei Minorenni; sugli avvocati e sui mediatori dei due coniugi torinesi; e sui due orfanotrofi da cui provengono Hugo, Milton, Anna e Maria.. Il ministro fa il nome di uno dei tre italiani che, stando ai primi risultati dell'inchiesta, sarebbero coinvolti come mediatori. Si tratta della signora Giovanna Re in De Soria, nativa di Lazzate (Milano), residente in Ecuador dal '54, moglie di Omero De Soria, vice sindaco di Ambatò. Le indagini avrebbero accertato che la donna «aiuta coppie di italiani ad ottenere adozioni.: e fin qui, non ci sarebbe nulla di male. L'aspetto che lascia perplesse le autorità ecuadoriane è questo: la donna avrebbe accompagna- to in Italia alcuni bambini con la procura necessaria per l'adozione. Viaggi che si sarebbe fatta pagare dai genitori italiani. Secondo Alfredo Mancero Saman vi sarebbero altri italiani implicati in questa compra-vendita. Mentre tra quelli ecuadoriani figurerebbe un alto personaggio del mondo giudiziario, che ha anche esercitato l'avvocatura fino a qualche tempo fa. .E' chiaro che se si riscontrerà violazione del Codice dei minorenni, lo Stato ecuadoriano rivorrà indietro i bambini, sottolinea Alfredo Mancero Saman. «Afa non conosco né il diritto civile internazionale, né quello italiano e non sono in grado di prevedere se e quali battaglie legali ciò provocherà. Noi siamo disposti a una giusta generosità, in modo che non ne soffrano né i bambini adottati né i genitori adottivi.. Chiedo al ministro che cosa sarà delle otto-dieci coppie di italiani che attualmente si trovano a Quito e a Ambato, in attesa dell'adozione di altrettanti piccoli ecuadoriani. Dal 26 giugno scorso, le pratiche sono rimaste sospese. Chiedo anche se non si stia creando in Ecuador una preclusione di diritto all'affidamento degli orfani all'estero. .Purtroppo, quelle otto-dieci coppie non potranno completare le pratiche, risponde. «Mi rendo conto del loro dramma, perché il tribunale di prima istanza aveva già consegnato loro i piccoli. Alcune di èsse hanno inoltrato una supplica al Presidente della Repubblica, ma non penso che verrà accolta. Il rinvio delle pratiche è nel loro interesse. Meglio che essi ricomincino da capo una volta che noi avremo attuato le nostre riforme, anziché vedersi annullare tutto alla fine.. Insisto. Dietro tutto questo, non vi è la volontà di limitare il numero delle adozioni da parte di famiglie straniere? .Limitarle sì, precluderle no., ribatte Alfredo Mancero Saman. .Da un lato noi vogliamo mettere lo Stato ecuadoriano in condizione di provvedere da solo, con dignità, all'infanzia, Alfredo Mancero Saman mi congeda con la promessa che «giustizia sarà fatta di chi specula sulla vita umana in' Ecuador, e con l'auspicio che «se dì sono dei colpevoli anche in Italia, lo Stato italiano sappia prendere contro di essi le necessarie misure.. Mi raccomanda di non andarmene con un'opinione errata sul suo Paese: nel grande mare delle nazioni sudamericane, esso è uno dei pochi sicuramente avviati sulla strada de) miracolo economico, e della eguaglianza socia- le- Ennio Caretto