Behesti intervistato poco prima di morire

Behesti intervistato poco prima di morire Behesti intervistato poco prima di morire ROMA — Prima di morire nell'attentato che il 28 giugno a Teheran è costato la vita ad altre 73 persone, l'ayatollah Beheshti aveva rilasciato un'intervista sui temi del radicalismo e della violenza in Iran. Diamo alcune delle domande e risposte dell'intervista trasmessa ieri dalla televisione italiana su «Cronachedelia Rete 2. Domanda: Lei ritiene che in Iran ci debba essere un partito unico? Behesthi: «Il nostro Paese non deve avviarsi verso radicalismi o metodi violenti ed estremistici oppure verso un regime di partito unico. Voi sapete che la nostra Costituzione ribadisce la libertà ai partiti con la sola condizione di rispettare la Costituzione stessa. Perciò non si pone il problema del partito unico o quello di estremismi o radicalismi». Ma ora. perché l'opposizione, sia liberale che marxista, non ha libertà di espressione? «La causa di questo risiede prima di tutto nelle posizioni estremistiche che questi partiti avevano assunto nella situazione precedente. Cioè, quando questi partiti non riescono a far buon uso delle libertà concesse loro come quella di stampa e di riunione, è naturale che il popolo si opponga e si ribelli a questo uso sconveniente delle libertà. Spero che tutti i gruppi e i partiti abbiano capito che solo la corretta utilizzazione della libertà potrà garantire la sopravvivenza delle libertà stesse». Ma nel partito islamico convivono posizioni diverse: questo non può portare a una scissione? •Mi sembra poco probabile che l'esistenza delle correnti porti alla scissione. Queste differenze di vedute all'interno del partito sono un fatto naturale. Non si può pretendere che tutti i membri di una organizzazione politica pensino nella stessa maniera su tutti i problemi. Ci devono essere differenti punti di vista affinché il partito conservi la sua vitalità ed il suo pensiero islamico-sociale non diventi un dogma. In una atmosfera del genere le idee più progressiste hanno la possibilità di esprimersi». Si possono considerare queste correnti come di destra o di sinistra? «No. Questo è sbagliato. All'interno del partito islamico l'espressione destra e sinistra è sbagliata, anzi all'interno di tutta la rivoluzione islamica questa definizione destra-sinistra" è sbagliata. La nostra rivoluzione non è àu di destra, né di sinistra, e lo stesso si può dire del partito. La rivoluzione islamica non è né occidentale, né orientale». Finora alcune istituzioni rivoluzionarie non sono state incorporate negli organi statali. Per esempio i Guardiani della rivoluzione, i pasdaran, nell'esercito e lo Jahad Sazandeghi nel ministero dell'Agricoltura. «Nella Costituzione è stata prevista la formazione e il mantenimento del Copro mi litare Guardiani della Rivoluzione e perciò non può essere incorporato negli altri organi statali ».

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