Monarchi Marinai Ministri di Luigi Firpo

Monarchi Marinai Ministri Cattivi Pensieri, dì Luigi Firpo Monarchi Marinai Ministri À qùà^tó sembrai il Vitto-" ' rio Emanuele che con ogni verosimiglianza non sarà mai IV coltiva l'arte di tra- . vaisi sempre, al momento giusto, nel posto sbagliato. Già sfavorevolmente noto sinora, oltre che per difficoltà scolari, quale marito dei biscotti Dona, intimo amico del defunto Scià, quasi-ccgnato di Maurizio Arena e fuciìatore di bagnanti in Corsica, adesso risulta corrispondente di Licio Gelli, il 'gentile conte», come lo appella il ministro della real Casa, ovviamente riferendosi a una investitura tanto recente quanto sconsiderata. Dagli archivi dc\V«Illustre Fratello Maestro Venerabil» è infatti emersa un'accoppiata di lettere in pari data, che basterebbe da sola a screditare l'ultimo dei magliari: con la prima, dattiloscritta, il prìncipe presenta le dimissioni dalla Loggia «per ragioni personali»; l'altra, autografa, spiega al «caro Lieto» che s'è trattato di una decisione forzosa, cioè opportunistica, e che quello scrìtto deve ritenersi annullato. In altre parole, nella P2 Vittorio Emanuele c'era e intendeva rimanerci. Quanto a suo padre Umberto, Gelli lo chiama «Sire» in un'epistola del S dicembre scorso, nella quale denuncia «l'inesorabile discesa» dell'Italia «verso l'abisso del disfacimento dei valori familiari, religiosi, morali, politici e sociali» e assicura che è solo una minoranza quella che costrìnge gli italiani a vivere in un clima «di tristezza e di rassegnazione». Siamo, cioè, fra l'operetta e la brama nostalgica, fra la retorica dinastica e la mascherata furbesca. E dopo tutto, a ben considerare, è meglio che un passato che ebbe momenti gloriosi e suscitò dedizioni appassionate, non tramonti in tragedia e si dilegui invece, senza dramma, nelle piacevolezze un po' grossolane della farsa. Quanto al principe, non abbia dubbi in proposito: se nel silenzio notturno dovesse percepire qualche lieve scricchiolio, sappia che sono le ossa dei suoi magnanimi antenati che si rivoltano nelle cripte di Altacomba e di Superga. * * Sono stato tre giorni in Sardegna, stupenda isola fra i suoi mari verdazzurri, disseminata di rocce bizzarre, coperta ancora (prima che luglio la dissecchi) della profumata macchia mediterranea. Fierissima sempre, ma meno austera la sua gente che il consumismo travolge e guasta, corrodendo le virtù antiche e lasciando intatti solo i risentimenti e gli orgogli. Su troppi muri si legge «Foras sos italianos», che potrebbe anche essere un'idea, vista la lebbra dei villaggi turìstici di assoluto squallore che ha contaminato ogni costiera: ma dovrebbero andarsene anche i sardi, che ormai sono italiani come gli altri, salvo quei pochi, ma pochi davvero, disposti a tornare all'orbace tessuto in casa, all'asinelio, alla solitudine degli aborìgeni, pietrificata e senza storia. Ma non è dei sardi che voglio parlare, bensì dei traghetti: all'andata ho imbroccato uno sciopero selvaggio proclamato per una ragione veramente ingegnosa. Le navi sono della Tirrenia, che ha sede a Napoli; Napoli ha subito danni per il terremoto; i terremotati sono esentati dalle tasse; dunque il personale non accetta più la ritenuta fiscale. L'idea che l'esenzione si colleghi con un' cessato reddito, con un danno emergente, non incide su questa logica allucinata. E' siccome, dopo congrua sosta, finimmo per partire, non saprei dire quale sia stata la conclusione della vertenza. So invece qua! è stato il ritorno. Perche a Porto Torres non ci fu lo sciopero ma il blocco. Sembra che la locale squadra di calcio avesse perso non so che partita per non so che rigore dato o negato. Fatto sta che una cinquantina di tifosi con vessilli rossoblu, dopo aver paralizzate il traffico della via principale, decisero di impedire l'imbarco sui traghetti, sotto gli occhi benevoli di carabinieri e poliziotti, cui nessuno doveva aver spiegato a suo tempo che l'interruzione di pubbli¬ co servizio costituisce reato. Dopò tutto c'è una ragione profonda nelle cose. Se continua cosi, infatti, non ci sarà più nessun bisogno di espellere gli italiani dalla Sardegna: non ci andranno per niente. Siamo colleghi nella stessa università ma in facoltà diverse e per materie fra loro remote. Cosi finisce che non ci vediamo mai. Quand'era1 ministro, gli ho scritto per raccomandargli un problema che interessa il Sud e la cultura, e mentre alni potenti usano rispondere con letterine d'ufficio, brevi e formali, totalmente inconcludenti, lui mi. scrisse a lungo mostrando che aveva fatto analizzare il caso, che ne conosceva ogni risvolto, che avrebbe agito (come fece) per operare con illuminata giustizia. Poi l'ho incontrato per caso in treno e abbiamo parlato un poco del suo lavoro al governo. Biondo con occhi chiari, con un viso di buon ragazzo tranquillo, è tradito solo dalla fronte che esprime determinazione volitiva, pazienza infaticabile, ricerca dell'assoluto. Insieme a un bel nome aristocratico, dalla nostra terra ha tratto succhi giansenisti e valdesi, un rigorismo etico che si esprime nell'azione, un profondo scetticismo sugli uomini e una grande fede nelle idee semplici e pulite che possono rigenerarli. Adesso che ministro non è più, queste cose posso dirle, ma non senza amarezza e vergogna. Perché aver tolto Franco Reviglio dal suo posto di lavoro alle Finanze, non solo è cosa che nuoce al Paese in un momento tanto difficile, ma getta un'ombra sull'intera classe politica. Non conosco Formica, che sarà bravissimo, e che per quel dicastero ha persino un nome di augurale parsimonia. Ma non mi sembra saggio per un partito designare alle Finanze il proprio segretario amministrativo, e proprio mentre si vocifera di scandali, esportazioni di capitali e tangenti. Con iì suo rigore, i libri rossi, le bollette, le ricevute fiscali, Reviglio aveva tartassato gli italiani, guadagnandosene la stima universale. La parte migliore dei Paese sa che, dopo tante carote, ci vuole un po' di bastone. Guai se qualcuno dovesse pensare che chi rifiuta i compromessi viene allontanato perché è troppo scomodo.

Persone citate: Cattivi Pensieri, Formica, Franco Reviglio, Fratello Maestro, Gelli, Licio Gelli, Maurizio Arena, Reviglio, Sire

Luoghi citati: Corsica, Italia, Napoli, Porto Torres, Sardegna