Carceri: gli agenti di custodia chiedono di diventare «civili»
Carceri: gli agenti di custodia chiedono di diventare «civili» A Roma organizzato un convegno sulla riforma dei corpo Carceri: gli agenti di custodia chiedono di diventare «civili» ROMA — Gli agenti di custodia delle carceri in crisi chiedono di non essere più un corpo militare, ma d'ottenere la condizione di civili già acquisita dagli agenti di polizia. Vogliono una migliore qualificazione professionale teorico-pratica, altri metodi di reclutamento. Vogliono essere più numerosi (il rapporto attuale è di un agente ogni sessanta detenuti), avere orari di lavoro sopportabili (lavorano in media 9-10 ore al giorno, con un giorno di riposo ogni due settimane), svolgere una funzione che non sia esclusivamente di sorveglianza e di repressione. Vogliono che il carcere non sia più quel «serbatoio di violenza che esplode in omicidi, ferimenti, suicidi*, intollerabile per i detenuti, per gli agenti di custodia, per il livello civile del Paese. Già attivo da tempo, il movimento «per trasformare il secondino in operatore del carcere* ha analizzato e discusso problemi e ipotesi di soluzione in un convegno organizzato ieri a Roma dal Comitato di coordinamento per la riforma del - corpo degli agenti di custodia in collaborazione con la rivista «Nuova Polizia», cui erano presenti il vicepresidente del Consiglio superiore della magistratura professor Giovanni Conso, 1 sottosegretari Spinelli e Costa, il sostituto procuratore della Repubblica De Nicola, molti magistrati, molti parlamentari della sinistra, moltissimi agenti di custodia Le relazioni, dopo l'introduzione di Franco Fedeli, sono state tenute dal professor Guido Neppl Modona (sui fallimento della riforma carceraria del 1975), dal direttore capo degli istituti di prevenzione e pena dottor Luigi Turco (sulle strutture del sistema penitenziario), dal giudice di sorveglianza Alessandro Mar gara, dall'agente di custodia Antonio Sanfillppo. Un dibattito tra deputati rappresentanti di tutti 1 partiti ha completato 1 lavori.
Persone citate: De Nicola, Franco Fedeli, Giovanni Conso, Luigi Turco
Luoghi citati: Roma
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