«Calvi dovrà restituire 27 miliardi allo Stato»

«Calvi dovrà restituire 27 miliardi allo Stato» La richiesta della parte civile per esportazione di valuta «Calvi dovrà restituire 27 miliardi allo Stato» DAL NOSTRO CORRISPONDENTE MILANO — Roberto Calvi, Cario Bonomi e gti altri otto finanzieri sotto processo per illecita esportazione di valuta commessa attraverso operazioni su titoli «Credito Varesino» e «Toro» sono da ritenere colpevoli. E' la conclusione dell'arringa tenuta ieri dall'avvocato dello Stato, Domenico Salvemini, il quale ha anche chiesto che le due società responsabili civili, «La Centrale» del gruppo Calvi e la «Invest» del gruppo Bonomi, siano condannate a pagare i danni subiti dal ministero del Tesoro in solido con gli imputati: in totale 27 miliardi. Tutti responsabili dunque, ma uno. Roberto Calvi, sopra gli altri. «Dominus- della vicenda è stato definito. Preciso, e soprattutto chiaro in una materia tanto complicata, l'avvocato Salvemini ha ripercorso dall'inizio tutta la vicenda. Gli acquisti e le vendite delle «Toro» nel '74, ha spiegato, sono comprensibili solo se le società fiduciarie estere agivano come fiduciarie della «Centrale» dal che discende che l'acquisizione di azioni nel 1975 non era per ottenere la maggioranza del pacchetto1 azionario, ma per creare una disponibilità valutaria all'estero. «Afa — ha aggiunto — anche lasciando perdere gli affari compiuti nel 73, l'episodio dell'acquisto di 1.110.000 "Toro" nel '75, visto in sé e per sé, è un caso di sovrafatturazione perché fu pagato all'estero il triplo del valore di mercato (borsistico! del titolo. E poiché l'utile non è rientrato entro la fine dell'anno seguente, come imponeva la legge, si è costituita disponibilità di denaro all'estero-. Salvemini ha particolarmente insistito su due cose: il tentativo di inquinamento delle prove fatto da Calvi e la non credibilità della versione difensiva sulla compravendita di titoli contemporanea al rastrellamento sul mercato degli stessi. Per quanto riguarda la prima faccenda l'avvocato dello Stato ha rievocato come Calvi abbia 'chiesto un interrogatorio internazionale perché si accertasse chi c'era dietro le società che gli vendettero le «Toro» nel '75. «In realtà — è la contestazione — si è dato da fare attraverso Gelli (ce ne sono indizi nell'archivio del capo della P2 ndr) per farlo fallire. Si adoperava dietro le quinte perché non si giungesse ad una risposta e ciò vuol dire che scoprire chi c'era dietro quelle società era per lui pericoloso-. Il fatto che l'amministratore delegato della «Centrale» si occupasse di vendere all'estero gli stessi titoli che il suo presidente rastrellava in Italia, creando cosi turbative di mercato oltre ad allontanare la riuscita dell'operazione «controllo Toro», è per la parte civile una incongruenza poco sostenibile; e lo dimostra sia pure sulla base di prove logiche e non materiali. Comunque, ha insistito l'avvocato Salvemini, l'acquisto dall'estero di 1.110.000 titoli «Toro» fu una operazione illecita, tanto è vero che la legge, quando si appresta a pagare per una azione un prezzo difforme da quello normale (e qui si trattava sulla base di tre volte la quota di Borsa ndr), impone alla banca agente di chiedere l'autorizzazione al ministero del Commercio Estero, cosa che non fu fatta perché già si sapeva che sarebbe stato negato il permesso. Anche l'acquisto delle azioni «Credito Varesino», ha aggiunto, è servito per esportare denaro in Svizzera. Oggi è la volta della pubblica accusa. m. 1.

Persone citate: Bonomi, Domenico Salvemini, Gelli, Roberto Calvi, Salvemini

Luoghi citati: Italia, Milano, Svizzera