Uno stratega in viaggio col Papa di Mario Ciriello

Uno stratega in viaggio col Papa PARLA L'UOMO D'AFFARI CHE AMMINISTRERÀ' LA VISITA IN INGHILTERRA Uno stratega in viaggio col Papa Preoccupato per il costo dei pellegrinaggi pontifici, il Vaticano vuol chiudere il bilancio del prossimo almeno in pareggio - Perciò si è rivolto a McCormack, cui si deve la fortuna finanziaria di Borg e di altri campioni - «Venderemo libri, medaglie, souvenirs: il marchio è pronto» - Alle voci sdegnate i prelati rispondono: un'oculata amministrazione non è sacrilegio DAL NOSTRO CORRISPONDENTE LONDRA — Una tramontana fredda e rabbiosa scuoteva il piccolo padiglione, ma all'interno tutto era comodo e accogliente. Due stufe riscaldavano gli ospiti, un raffinato buffet li ristorava. Qui, in questa tenda-chalet, tra i campi di tennis di Wimbledon, Mark McCormack sbriga buona parte dei suoi affari durante le due settimane del famoso torneo: e qui ho parlato con lui del Papa. Un luogo insolito per un colloquio sul Santo Padre, ma molti sono gli aspetti insoliti della vicenda. McCormack è un genio nella difficile ma lucrosa arte del gestire quel magico bene che è la celebrità. Un genio tale che il Pontefice vuole adesso il suo aiuto. La notizia dell'accordo ha già percorso il mondo. L'International Management Group (Ima) dell'americano McCormack -venderà» la visita che il Pontefice compirà il prossimo anno in Gran Bretagna, farà cioè in modo che l'avvenimento non imponga un onere finanziario alla Chiesa cattolica inglese e, se possibile, che renda invece un profitto. C'è chi ha arricciato il naso, soprattutto in Italia, chi ha parlato di mercificazione. E' un sentimento comprensibile: d'altra parte, qualcuno deve pur pagare le spese di questi viaggi e, secondo i prelati britannici, non c'è nulla di sacrilego in un'oculata e intelligente amministrazione. In marzo, quando avvicinò per la prima volta McCormack, monsignor Brown, .coordinatore^ della visita, gli espose il problema più o meno con queste parole: «Nell'autunno '79, il Santo Padre andò in Irlanda. Il suo pellegrinaggio costò alla Chiesa parecchi milioni di sterline. Tutti fecero soldi, con le iniziative più diverse, meno la Chiesa. Vogliamo evitare un bis». Né McCormack né Brown sono generosi con le cifre, tuttavia il preventivo di sei milioni di sterline per i sei giorni in quest'isola, tra maggio e giugno, di Giovanni Paolo II sembra prossimo alla verità. Sei milioni di sterline sono oltre 14 miliardi di lire, un esborso non leggero anche in quest'epoca di valori inflazionati. Chiunque paghi, il conto è salato. Quanto guadagnerà McCormack per le sue fatiche? Circa un milione di sterline, ovvero 2 miliardi 350 milioni di lire. Almeno pare, perché molti veli coprono tuttora questa contabilità, perché i protagonisti non confermano né smentiscono. Quasi certamente McCormack intascherà il venti per cento: e infatti un milione di sterline corrisponde più o meno al venti per cento dei sei milioni della prevista spesa. Ma cosa avverrà se, con le sue idee, l'americano chiuderà il bilancio con un avanzo? Avrà una provvigione maggiore sui profitti? Non sono domande blasfeme. Per secoli la Chiesa ha venduto indulgenze e reliquie. Certo, sembra strano parlare di queste di queste cose a Wimbledon, sul sacro terreno dell'All-England Club, mentre Bjorn Borg maciulla un avversario, mentre John McEnroe scaglia vivide invettive contro l'arbitro, mentre tenniste sempre più giovani si battono per la gloria e la ricchezza. E ancora più strano è parlare di queste cose mentre lo chalet dell'International Management Group si trasforma in un centro d'affari per milioni di dollari. Ma questo è il mondo di McCormack, un aitante uomo di cinquant'anni, il cui volto abbronzato potrebbe comparire con onore in una saga televisiva tipo Dallas. Tra la giurisprudenza e il gioco del golf non c'è molto in comune: eppure, la straordinaria carriera di McCormack è nata dal loro connubio. Mark McCormack faceva l'avvocato a Cleveland e gareggiava con un certo successo sui campi di golf americani, quando alcuni giocatori professionisti cominciarono a mostrargli i loro contratti. «Mi accorsi cosi che, nonostante la loro reputazione, questi sportivi erano sfruttati: scoprii che nessun legale si era mai preoccupato di proteggere i loro interessi». McCormack capovolse questa situazione. Nel '59, Arnold Palmer aveva un reddito di 60 mila dollari l'anno. Nel '61, ne guadagnava 500 mila. Oggi, quattordici uffici di McCormack in vari continenti, con i loro legali, i loro fiscalisti, i loro promoters, dedicano tutta la loro esperienza all'arricchimento di una costellazione che, oltre a vari astri del golf, include i tennisti Bjorn Borg, Chris Evert-Lloyd e Yvonne Goolagong, il campione di sci JeanClaude Killy, l'asso del volante Jackie Stewart, il sarto Nino Cerniti, nonché personalità della tv, del show-business, del giornalismo. McCormack trasforma la celebrità in un'azienda, in una miniera d'oro. Arnold Palmer diede il suo nome a campi di golf, a un'impresa di costruzioni, a una casa editrice, a una catena di lavanderie a secco, perfino a tea-rooms tn Giappone. Nel 71, la Nbc acquistava per 15 milioni di dollari l'intera Arnold Palmer En terprises. Cosa farà per il Papa l'uomo che ha costruito l'impero finanziario Borg? «La nostra strategia comincerà a prendere forma verso l'autunno. Per ora siamo ai primi passi: e il primissimo è costituito dal simbolo, dallo stemma che dovrà dare protezione legale a tutti i futuri prodotti. E' l'equivalente di un marchio di fabbrica. Solo cosi potremo impedire ad altri di rubarci le idee». Il disegno è già pronto, il Vaticano l'ha approvato. Le chiavi di San Pietro su uno sfondo che ricorda la bandiera inglese: attorno, la scritta «Pope John Paul II - British Visit 1982.. «In linea di massima, spiega McCormack, vediamo tre aree principali di attività Primo, quello che potremmo definire il settore editoriale, programmi-ricordo, libri e altre pubblicazioni. Secondo, importantissimo, il campo audio-visivo: un videofilm è la cosa più ovvia. Terzo, oggetti commemorativi, ad esempio calici di cristallo, medaglie d'argento. Caratteristica comune di tutta questa gamma dev'essere la sua alta qualità Non trascureremo però i "ricordini", tutto dipende da ciò che vorrà la Chiesa, perché noi possiamo solo consigliare ed eseguire. Le decisioni spettano al Vaticano, che riceve richieste da molte e diverse parti». McCormack insiste: «Tutto è importante, utile, purché preparato e offerto con buon gusto, con tatto. Perché non dovremmo vendere souvenirs, con lo stemma ufficiale, quando con queste entrate si potranno pagare le enormi spese della visita? Queste spese sono particolarmente alte perché bisogna permettere al pubblico britannico di vedere il Pontefice comodamente e senza rischi per nessuno. Tra misure di sicurezza, impianti sonori e altri oneri, sa quanto costerà erigere un altare in un parco inglese? Settecentocinquantamila sterline». E' quasi un miliardo settecentosettanta milioni di lire, per un avvenimento di poche ore, per una tappa soltanto del pellegrinaggio. Ammettiamo che tutto vada nel migliore dei modi, che la visita si concluda in pareggio, anzi con un pingue profitto. Gestirà McCormack anche le missioni future, in altri Paesi? «Non si può escludere. Might be... Might be... Potrebbe essere». Le polemiche sulla decisione vaticana continueranno certamente. Voci sdegnate hanno detto che Gesù non aveva bisogno di un promoter. Ma i fedeli di Gesù non dovevano neppure sborsare un miliardo settecentosettanta milioni per offrirgli un altare. Mario Ciriello

Luoghi citati: Cleveland, Giappone, Gran Bretagna, Inghilterra, Irlanda, Italia, Londra